Scendo a salutare mio padre e bevo un caffè con lui, dopo cena. Chiacchieriamo e non ha un'aria felice e rilassata... Sembra esausto e distrutto... E poi mi spiega il perché!
"Mi è sparita la macchina cazzo! Sai? Mi hanno rubato la macchina a casa mia non so come cazzo è possibile!" impreca con altre parole e rimango zittita. Sono bianca in faccia, credo. Forse talmente bianca da esser quasi trasparente... Ma magari potessi esserlo! Mi sento mancare, mi tremano le gambe e tutto il corpo. Provo tantissime sensazioni tutte insieme. Riassumendo, una parte di me spera che non sia come penso... Spera che non sia stato Christian. Una parte di me è furiosa come Bruce Lee quando veniva tagliato o ferito con qualcosa e un'altra parte è triste e delusa.
"da quanto è successo?" fingo con apparente tranquillità, spero non si sia accorto della mia reazione. Vorrei dirgli che è stato Christian, ma non ci riesco
"un paio di giorni... Ho già denunciato ma col cazzo che la trovano..." Sembra deluso e amareggiato, si passa una mano sulla faccia. So che è molto sotto in banca e non potrà permettersi un'auto nuova ora, seppure volesse cambiarla. Faccio come se non sapessi nulla, mannaggia a me!
Dopodiché esco dalla casa di mio padre e chiedo a Christian di venire. Sta' volta ha superato i limiti. Mi sta cadendo il mondo addosso.
Lo aspetto in casa mia e continuo a guardare fuori che arrivi, lo vedo arrivare con la sua auto nera. Scendo le scale e gli vado incontro. Lui scende dall'automobile e mi sorride, provo dei brividi ma stavolta non me ne importa
"quando pensavi di dirmelo?" vedo il terrore sulla sua faccia, sbianca e suda freddo
"mi...
"ti ho chiamato solo perché volevo dirtelo in faccia. Hai venduto la macchina di mio padre?" La mia voce si piega mentre lo dico. Lui non risponde e mi fissa gelido e sconvolto, ha su solo una felpa scura e porta dei jeans
"Sara io...
"hai il coraggio di giustificarti? Dimmi sì o no" dico piagnucolando
"sì" dice posando la testa sulle sue mani e rimanendo colpito con il capo chinato. Scuoto la testa col massimo di indignazione, mi sento ferita nel più profondo della mia persona. Mi sento schifata e delusa come non mai
"Mi fai schifo Christian. Non gli ho detto che sei stato tu, perché ne ero quasi certa, solo perché mi vergogno. Stavolta è davvero finita. Non farti più vedere e non sono mai stata così seria" Mi sta anche leggermente venendo da piangere, sono agitata e nervosa. Lui mi guarda con il vuoto negli occhi, con la paura più profonda che esista
"vattene e non azzardarti a farti rivedere" riprendo seria. Ho gli occhi lucidi e mi viene da piangere.
"Sara..." Dice lui agonizzando e tremando di un terrore e di una sofferenza immane
"Va via Christian, non ci sono parole che potresti dire..." Rimane vicino alla sua auto, voltato di lato. Ha un viso afflitto e distrutto
"vattene!" urlo con decisione dalla mia bocca. L'ho fatto venire da Milano? Bhe, non me ne frega un cazzo.
Non prova ad avvicinarsi, fortunatamente. Perché per come ero furiosa gli avrei alzato le mani. Se ne va in auto e io mi volto, sto piangendo a dirotto e busso a casa di Alice. Mi apre e fa una faccia sconvolta per la mia condizione, mi butto fra le sue braccia e resto da lei. Sto con Alice fino a mezzanotte. Il suo appartamentino è accogliente e delizioso. Ha un soggiorno con cucina, appena entri, e sul fondo il bagno. Siamo sedute sul suo divano-letto e ho ancora gli occhi gonfi di lacrime. Sono ormai struccata, sotto le sue coperte. Mi da una sigaretta e mi accarezza il viso amareggiata. Mi sono sfogata abbastanza ma il peso e il dolore sono insormontabili
"non ha aperto bocca, capisci? Forse è stato anche meglio..."
"Sara sai come è fatto... Ma non riesco davvero a crederci..."
Decido di andarmene via, la saluto e vado fuori a fumarmi la sigaretta. Entro in casa mia e mi metto nel letto, non prendo sonno e piango come una fontana. Questo dolore, di quando perdo lui, odio viverlo.
Christian è steso nel letto, guarda il soffitto e qualche lacrima gli riga il volto. Si mette seduto e poggia le mani sulla testa, piange e sospira, con sofferenza atroce.Vivo così. Tra casa, lavoro e qualche amico e amica che mi trascinano fuori di casa. Vivo questo dolore come l'avevo già vissuto, ai livelli di quando Christian se ne era andato per sempre o di quando ci eravamo traditi. Ma perché le persone devono fare soffrire?
Torno alla solita routine di non mangiare molto, di vomitare, di non dormire o di dormire troppo e di piangere di tanto in tanto. Vado ad allenarmi in un'altra palestra di Alessandro, a Monticello... L'importante è non vedere lui. Non mi sentivo tranquilla ad andare alla vecchia palestra di Merate di Ale.
Sto da sola, voglio stare da sola. Allenarmi mi fa sfogare molto, la mia passione mi aiuta sempre. Ma, in quella situazione, non do comunque tutta me stessa.
Alice mi dice che era un peccato aver messo i soldi in quella palestra, se non venisse usata. Vengo a sapere che Christian sta facendo andare i suoi allievi là e le cose vanno piuttosto bene. Mi irrito ancora di più... Come si permette? Mi sento davvero uno schifo.Non so come, ma Christian mi trova alla palestra di Monticello. Mentre sto per salire in macchina lo vedo e quegli occhi ancora mi fanno morire dentro e mi intortano
"voglio chiederti scusa, Sara... Non lo lascio finire. Lo avevo avvertito, di non farsi rivedere. Gli do uno schiaffo che gli gira la faccia e senza guardarlo salgo nella mia auto, anche se lui mi chiama e urla.
Christian, intanto, non si trovava in uno stato d'animo migliore del mio. Aveva tentato, come sempre, di bere e fumare ma non stava comunque bene. Anch'esso dormiva poco, mangiava poco e l'unica distrazione era la palestra. Arrivò un'occasione che lo poteva far stare meglio, una buona casa produttrice. Christian va in questo studio, non famosissimo, e progetta quasi tutti i giorni traccie nuove. Lavora sodo, in ogni momento libero, anche all'alba o la notte tardi, dato che doveva incastrare le registrazioni con la palestra. Ci da dentro, scacciando tutti i pensieri. Siamo ormai a quattro settimane che non ci vediamo più, il mio stato emotivo è indescrivibile... Mi manca una parte di me ma questo dolore sta forgiando me stessa e ne sta diventando parte.
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LA LUCE NELL'OMBRA (PARTE 2!)
RomancePRIMA DI LEGGERE QUESTA STORIA, SI CONSIGLIA LA LETTURA DELLA PRIMA PARTE: LA LUCE E L'OMBRA! VI INFORMO CHE IN TUTTI I DIGITAL STORE E DIGITAL BOOK È POSSIBILE LEGGERE LA PARTE 1, OVVERO IL MIO LIBRO "LA LUCE E L'OMBRA". OPPURE PUOI ORDINARE IL CAR...