Appena torno sono in giro con Alice, ho voluto rivederla subito. Stiamo camminando fuori da un bar del mio paese
"ma com'era sto ragazzo qua?" mi chiede sorridendo e riferendosi al mio racconto della trasferta
"non male, ma non mi interessa" il suo sguardo diventa serio, mi osserva senza che io la sto guardando
"lui è stato davvero male" mi dice Alice, subito capisco di chi parla
"Christian?" chiedo per sicurezza
"eh già, chi se no?" chiede seriamente
"è distrutto, sta davvero da schifo... Giuro Sara. Lo conosco da una vita, è come un fratello, io non l'ho mai visto così... Mai"
Rimango in silenzio. Guardo il suo viso triste e preoccupato
"lo so... Io non sto meglio di lui" è tutto quello che mi viene da dire
"lo so Sara...È solo che voi due insieme eravate uno spettacolo, avete fatto tanto l'uno per l'altro..."
"parlami di altro per favore" dico con la voce esausta e distrutta
"e va bene, era solo perché tu lo sapessi"
"non...
"Milena è andata a cercarlo ancora..." le parole mi scivolano sulla pelle facendomela accapponare. Provo brividi di tutti i tipi, paura e delusione
"cosa?" chiedo con tono serio
"credo che lui non abbia voluto far niente, da quello che mi ha detto... Mi ha implorato di non dirti nulla" un sospiro di sollievo mi esce naturale
"a quanto pare Simona le ha detto che Christian era single, e quella la si è buttata" rabbrividisco ancora. Non riesco a credere a ciò che sento
"Simona?" dico quasi urlando, non sapevo che Milena e Simona si conoscessero.
"eh sì, era tornata per poco qui. Ha voluto tornare per lavoro, credo"
"e che ha fatto qui?" dico furiosa
"non lo so di preciso, ma tranquilla... non ha rivisto Christian"
"non mi stai prendendo per il culo, vero?" dico seria
"Sara, cazzo! Ti ho detto che si è visto con Milena, cosa mi costava dirti che si è fatto Simona? Lei è stata tutto il tempo a Brescia, è venuta solo per fare un giro e vedere qualche amica tipo Milena" dice seria e quasi squittendo.
"okay, va bene..." dico alzando le mani
"Sara, ti prego, non fare niente" come? Mi conosce benissimo, non posso non fare niente.
"è a casa Milena adesso?" lei annuisce impaurita
"mi spiace, devo fare qualcosa... Ci vediamo in 'sti giorni Ali" salgo in macchina e mi dirigo ad Arcore, dove so che abita Melissa. Suono a casa sua "buona sera, Milena dov'è?" chiedo duramente
"al bar qua vicino credo, cara"
"grazie mille"
Vado immediatamente verso il bar, guardo le tante persone fino a che la vedo. In quel vestito aderente e con i capelli sciolti. Provo una rabbia assurda.
"Milena, puoi venire a parlare un attimo?"
Lei mi guarda sbarrando gli occhi e mi segue, la porto dietro al bar in una strada dove siamo da sole
"che mi devi chiedere fighetta?" la mia irritazione cresce sempre di più e inizio a darle due pugni in faccia, un calcio dritto nello stomaco la fa accasciare. La spingo per terra
"hai riprovato a fare la zoccola con Christian?"
"io....
"sei una merda" dico con un altro calcio.
"dimmi perché"
"ma voi non state più insieme" un altro colpo la ferisce ancora
"dov'è Simona?"
"se ne è partita"
"tu le dirai di non venire più qua, Chiaro? E te sta lontana da Christian se non vuoi che ti rifaccia male"
Me ne vado lasciandola a terra. Sconvolta e stanca.Il giorno dopo scendo dal treno da Milano a Carnate, rivedendo il buon vecchio paesino. Esco dalle scale dalle scale e nel binario uno vicino alla stazione ci sono due ragazzi che quasi mi risultano familiari... Si avvicinano dopo essersi guardati e la paura mi fa stare ferma. D'un tratto sento spingermi per terra e vedo due ragazzi davanti a me, i due che mi stavano addosso. Li guardo sbigottita e ho un brivido immenso di paura. Cerco di sgattaiolare via urlando, loro mi fermano e si mette uno davanti ed uno dietro di me. Vedo che quello davanti a me ha un coltello, sto rabbrividendo
"che cazzo state facendo?" dico impaurita, penso sia doveroso restare a terra "oh, guarda, John, la piccola ha paura..." ridacchiano loro, si vuole avvicinare. Non so come, ma devo reagire. Quello col coltello si dimena vicino a me per riuscire a fare quello che vuole, sento un taglio forte alle costole, lui resta più o meno in alto. Ride e si sente potente. Io sento un dolore atroce, le mie gambe si raccolgono di istinto per scaraventarle addosso al ragazzo davanti a me che viene buttato via, inciampa e finisce sul muro, battendo la testa. L'altro è fermo e impaurito, va a prendere l'amico e io mi alzo andandomene col coltello.
"troietta" "Christian " riesco a udire solo queste parole e poi, non sento cosa dice il ragazzo che ormai è lontano. Rimango sconcertata a queste parole, amici di Christian? Provo paura, rabbia, che cosa significa tutto questo? Mi scoppia la testa. Me ne sto andando tenendo una mano sulla ferita, vado subito alla macchina per andare a casa. voglio andare all'ospedale a farmi vedere, soffro e brucia ancora molto. Sull'auto faccio fatica a guidare, all'ospedale a Vimercate mi faccio vedere al banco delle emergenze, mi danno bollino Giallo. Mi portano abbastanza presto in una camera arredata come tutti gli ospedali. Subito si è precipitata Alice che sta accanto a me, i miei già sanno tutto. I dottori si precipitano a vedere, fanno un prelievo di sangue che mi da enormemente fastidio. Un uomo sulla quarantina mi guarda bene la ferita, toccano le parti chiedendo se sento dolore
"e qua senti male?" dice continuando nella zona delle costole, dico di no, se non per il bruciore e fastidio della ferita
"qua?" dico ancora di no "sembra che le costole non siano rotte, non deve esser andato in profondità..." mi guarda con occhi abituati a vari scenari simili.
"non dovrebbe esser nulla di grave, ora vediamo gli esami nel caso si riscontrasse magari qualche problema" mi sorride ed io annuisco ricambiando il suo sorriso. Alla porta compare Christian, una giacca in pelle che gli sta magnificamente, jeans perfetti come sempre, occhi profondi, tristi, un viso magro afflitto e sconvolto.
"che ci fai qua?" chiedo con uno sguardo con la massima rabbia
"Sara..." sento che potrebbe stare per piangere, è terrorizzato "mi dispiace tantissimo, io... Volevo esser con te..." mi guarda con occhi profondi
"sai cosa dispiace a me? Che sei un pezzo di merda. I tuoi amici mi hanno fatto questo per te" dico con tutte le mie forze, guardandolo e vedendo il suo stupore. Sta sbiancando, sta socchiudendo gli occhi "e ho anche saputo che non hai perso tempo a rivedere la tua Simona e la tua Milena, complimenti" dico col massimo disprezzo. Mento su Simona per vedere cosa dicesse
"io... dice chinando il viso
"io cosa? Cosa? Sentiamo"
"Non lo sapevo Sara, che fossero stati loro, non ne so nulla" dice piuttosto deluso ed irritato "e non ho fatto assolutamente nulla, con Milena, l'ho respinta. Ce tu ci creda o meno. Simona non l'ho vista" mi guarda fisso, mi studia bisognoso di me. Mi sento quasi sollevata, faccio un sospiro "vattene, esci da sta camera Christian. Ti ringrazio per l'interessamento ma puoi anche andare" Mia mamma entra dalla porta, vede Christian fermo sulla porta e Alice sulla sedia vicino a me, mi ero quasi dimenticata di lei. Christian fa un sospiro, lascia passare mia madre e la saluta, saluta Alice, mi dice un "ciao Sara" veloce e se ne va dopo un mio cenno di testa e un "ciao" soffuso. Mi guarda ancora come se dovesse dirmi altre infinite cose, come se volesse mettersi in preghiera per me. Mia mamma mi guarda perplessa, mi sento quasi in colpa.È un Venerdì sera, di pochi giorni dopo, sono con la compagnia del mio paese. Sono seduta sul divano di casa mia e fisso la tele. Da poco è arrivato Omar e sta seduto sulla poltrona. Gli altri stanno guardando anche loro, abbiamo fumato parecchio e sono triste, sgomenta, parecchie idee mi stanno girando nella testa. Il mio umore non è dei migliori, tutto quanto mi ricorda Christian. Ma ho bevuto e fumato, tutti i miei sensi sono più leggeri e sensibili e stiamo ridendo per qualche scena alla televisione. Sono seduta sul divano ed i miei occhi cadono su Omar. Jeans e scarpe da ginnastica, non vedo bene cos'altro ha addosso perché cerco di non guardarlo. Non sto parlando con nessuno e Omar mi chiede da mangiare. Entro in cucina aiutandolo, mi sento a disagio ad essere da sola con lui. Mi viene vicino guardando nel frigo ma io evito di guardarlo a pieno, mi si avvicina facendomi andare contro il frigo
"mi sei mancata tanto, sai?" dice ed osservo la sua bocca e la sua maglia con sopra un giacchino in jeans... Non provo nulla per lui, se non malinconia ed altre emozioni nei ricordi. Mi sta vicino e io deglutisco. La sua bocca è così vicina, tentatrice. Non è vero che gli sono mancata. Se anche fosse, ora non mi interessa più nulla di cosa senta lui. Però il suo starmi accanto mi fa rabbrividire, io lo spingo non appena riesco ad allontanarmi. Faccio un bel respiro e la mia mano lo prende sul viso spingendolo via con quasi una sberla. Esco dalla cucina senza guardarmi indietro e gli dico sulla porta
"sia chiaro, Omar, se non vuoi far figure di merda davanti a tutti non azzardarti mai più. Mangia e stattene buono. È la seconda volta che ti avverto.... Ricordati. Stai attento. Per prima cosa ti faccio uscire di casa..." rimane zitto e mi guarda senza cercare i miei occhi, i capelli mossi sugli occhi chiudono il suo sguardo. È imbarazzato e non lo lascio rispondere. Esco subito dopo aver finito di parlare, dando un'occhiata e lasciandomi Omar alle spalle in cucina.
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LA LUCE NELL'OMBRA (PARTE 2!)
RomancePRIMA DI LEGGERE QUESTA STORIA, SI CONSIGLIA LA LETTURA DELLA PRIMA PARTE: LA LUCE E L'OMBRA! VI INFORMO CHE IN TUTTI I DIGITAL STORE E DIGITAL BOOK È POSSIBILE LEGGERE LA PARTE 1, OVVERO IL MIO LIBRO "LA LUCE E L'OMBRA". OPPURE PUOI ORDINARE IL CAR...