ⅩⅤ

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L'avevano ritrovata poco lontana dalla chiesa di Notre Dame, a terra sanguinante.
Era svenuta, aveva le mani in grembo ed era rannicchiata in un angolo della stanza.
Le lacrime le bagnavano il volto sporco dalla terra.
Era piena di lividi e perdeva sangue dalla testa.
L'aveva portata a casa, portando con lui il suo dottore di fiducia.
Il suo volto era bianco, le labbra livide.
"Non può morire... Ah... I miei piani sono andati in fumo...! Non può morire..."
Era preoccupato, non solo per il suo lavoro, ma anche per la sua vita.
Non poteva lasciarlo.

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«Padre... Si riprenderà?»
Adrien aveva gli occhi pieni di lacrime, mentre aspettava di entrare nella sua stanza per poter stare con lei.
«Certo Adrien, non devi preoccuparti»
Il dottore aveva detto che le ferite non erano gravi, l'unica cosa che lo preoccupava era la ferita alla testa.
«Ehm... Posso parlare con voi... In privato?»
«Certo»
Adrien entrò nella camera della donna in fretta, lasciandoli soli.
«Quella donna... Ha qualche legame con voi?»
«Nessun legame, solo di lavoro. Perché?»
«Beh... Ecco... Quella donna aspettava un figlio»
Il conte sussultò.
Un figlio?
"Fino a questo punto ami quel popolano?"
«State scherzando? È impossibile lei...!»
«Lo ha perso, non scaldatevi... Sarete voi a darle la notizia?»
"Sempre se si sveglia?"
Pensò il dottore mentre guardava il volto dell'uomo di fronte che era diventato bianco, era sconvolto.
«Sapete chi è il...»
«No e non mi interessa. L'unica cosa che voglio è farla parlare. Voglio sapere dove sono gli uomini di Robespierre e fermare la Rivoluzione»
Il dottore si aggiustò gli occhiali, sospirando.
«Capisco... Chiamatemi se c'è un peggioramento»
L'uomo prese la sua borsa e andò via.

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«Per favore... Svegliati... Mi manchi...»
Adrien era seduto vicino al letto dove riposava Oscar, con le lacrime agli occhi.
«Non preoccuparti piccolo mio, si sveglierà e potrete tornare a divertirvi!»
Josephine poggiò le mani sulle piccole spalle del figlio, cercando di rassicurarlo.
Il volto della donna era pallido.
Sembrava muoversi leggermente, tremava ma purtroppo era solo frutto della loro immaginazione.
Adrien ne soffriva, si era affezionato troppo a quella donna e non voleva perderla.
Era come una sorella maggiore per lui, una figura a cui poggiarsi nel momento del bisogno.
La sua compagna di giochi e di pazzie.

///@///

Si era mossa.
Dopo giorni, finalmente, sembrava riprendere conoscenza.
Il piccolo Adrien non si era allontanato dal suo capezzale.
Gli mancava la sua compagna di giochi, la sua migliore amica.
Stava giocando con il lenzuolo, tenendo la testa poggiata sul suo ventre.
"Oscar... Ti voglio bene..."
«Uhm...»
Oscar aveva mosso appena la mano, sfiorando accidentalmente quella di Adrien.
«Madre! Padre!»
I due si avvicinaro a lui velocemente, preoccupati.
Oscar aprì gli occhi lentamente, la testa le doleva tremendamente.
Sentiva un vuoto dentro di lei, come se mancasse qualcosa.
«Oscar! Oscar! Ti sei ripresa? Mi riconosci, vero?! Che sollievo! Cominciavamo a temere che non avresti più riacquistato conoscenza. Hai dormito per molto tempo, sai! Meglio così... Non ti dico la preoccupazione di Adrien!»
Josephine parlò così velocemente che non capiva neanche lei quello che diceva.
Oscar la guardava in modo strano, con le labbra serratee gli occhi sgranati.
«Oscar...? Ti senti ancora male? Oh! Perdonami...Forse ho parlato troppo in fretta... Coraggio, ora mettiti giù»
Josephine addolcì il tono di voce e poggiò la mano sul suo braccio ma Oscar si allontanò velocemente, come se si fosse bruciara.
«Tu... Chi sei?»
La donna sussultò.
Adrien, che fino a quel momento era nascosto dietro le gonne della madre, uscì allo scoperto guardandola.
Così come il padre.
"No... Non è possibile..."
«Dimmi, chi sei?! E io... E io... Perché mi trovo qui?! Io... Come mi chiamo?! Chi sono?! CHI?!»
Iniziò ad urlare, in preda al panico, tenendo la testa tra le mani.
«PERCHÉ MI TROVO QUI?! CHI SONO?!»
Le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi.
Non riusciva a smettere di piangere, quel vuoto che sentiva diventava sempre più grande ogni minuto che passava.
"Chi sono... Chi?! Loro sembrano conoscermi... Ma... Perché?! Cos'è successo?!"
Adrien si era avvicinato lentamente a lei, prendendole dolcemente la mano.
«Oh...»
Oscar alzò lo sguardo verso di lui, stupita.
«Non ti preoccupare, ti aiuterò io a ritrovare la memoria!»
Adrien le dedicò un dolce sorriso e lei non poté far altro che sorridere a quel bambino che sembrava volerla aiutare.

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