XXIX

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Era mattina presto, André stava camminando lentamente verso casa con le gambe che gli tremavano.

Aveva passato la notte in una locanda a bere, isolato da tutto e da tutti.

Non era riuscito a smettere di pensare a quello che era successo nella cucina.

Aveva perso il controllo.

Di nuovo.

«Finalmente, ti sei degnato di farti vivo... »

Renée si sistemò lo scialle sulle spalle, nonstante fosse quasi estate, la mattina un vento freddo rinfrescava Parigi.

L'uomo non rispose, si sedette accanto alla figlia, con la testa tra le mani.

«Sono un'idiota... »

«Si, è vero »

La testa stava per esplodergli e iniziva ad avere la nausea.

«Renée... »

«Cosa c'è? »

Il suo tono si era addolcito,mentre guardava il viso pallido di André.

«Mi spiace... »

«Lo so... Ma non devi dirlo a me »

«Non so se riuscirò a guardarla negli occhi di nuovo... »

«Siete due adulti, dovreste parlare faccia a faccia invece di nascondere i vostri sentimenti... »

«L'ho spaventata... »

«Eri arrabbiato... »

«Me la sono presa con lei... Che idiota... »

«La ami? »

Si guardarono negli occhi per alcuni istanti, verde contro verde.

«Da impazzire... »

«Allora vattela a prendere, ti sta aspettando...Sta incominciando a innamorarsi di te... Di nuovo... »

///@///

«Mi sta evitando... Completamente... »

«Oscar... »

«L'ho provocato, nominandolo sempre. E' colpa mia, non sua. Lui... E' innamorato di me... Vero? »

Rosalie non disse niente, abbassò il capo e poggiò la giacca di Bernard sul tavolo.

«Oh... »

«ROSALIE! »

///@///

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