LXI

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«Sono felice di essere qui con te »

Oscar si mise a sedere vicino al suo uomo, ancora sdraiato nel letto, senza mai smettere di guardarsi.

«Anch'io, e tu sei meravigliosa »

Lei arrossì vistosamente, spostando una ciocca di capelli dal viso e fermandola dietro i capelli e poggiò le mani  sul grembo, stropicciando la semplice camicia da notte bianca che indossava.

La camicia le arrivava fin sotto i piedi, la scollatura era a "v" e non molto profonda, un nastro si fermava proprio sotto il seno, lasciando cadere la gonna morbida a coprire le gambe.

André le sorrise, poggiando la guancia sinistra sul cuscino e la mano sulla sua gamba massaggiandola.

«Oggi andrò dal prete per il matrimonio, vuoi venire con me? »

«Sì, non mi va di stare da sola. Prima c'era Renée ma ora... »

«Ma certo »

Oscar abbozzò un sorriso, prendendo la mano tra le sue, con la punta delle dita iniziò ad accarezzargli il palmo della mano pensierosa, tracciando delle linee immaginarie.

«Vuoi leggermi la mano? Quale sarà il mio futuro? »

«Nel tuo futuro vedo... un matrimonio, una bellissima bambina diventare una giovane donna e... tanto amore »

La sua voce si incrinò e soffocò un singhiozzo, iniziando a tremare.

L'uomo si alzò rapidamente, avvicinandosi alla donna e la strinse fortemente a sé, cullandola tra le sue braccia.

«Voglio andare dal medico André... voglio andarci... »

«Va bene, prepariamoci ora. Così ti visiterà subito e vedremo cosa ha da dirci »

Lei annuì rapidamente, lasciando che le lacrime bagnassero le sue guance e la camicia dell'uomo e si strinse di più a lui.

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«Molto, molto interessante... »

Il dottore François Remy Dupont era un uomo sulla cinquantina, non era molto alto ma era di bell'aspetto: i capelli rossi erano ben curanti e pettinati, la barba era in perfetto ordine, i lineamenti del viso non erano duri anche se il naso aveva la sua parte.

Dopo aver visitato Oscar, il dottore si sistemò gli occhiali sul naso, sospirando.

«Come sta dottore? »

«Non si può dire con certezza monsieur. Vostra moglie soffre di ipertensione muscolare di origine incerta, mentalmente non è molto stabile molto probabilmente per la sofferenza che prova durante le crisi che mi avete elencato prima. Ora, per confermare o smentire un mio dubbio, potreste alzarvi per qualche istante? »

Lei annuì e scese velocemente dal lettino su cui si era seduta e si posizionò di fronte all'uomo; quest'ultimo la fece voltare e con la punta delle dita fece forza: sulla base del collo; tra le scapole; sulle spalle; su entrambe le braccia; sui fianchi e sulle gambe.

Ad ogni tocco, la donna si sforzò di non lanciare un urlo di dolore, il suo volto era deformato da una smorfia di sofferenza disarmante e André sentì una fitta al cuore solo a vederla in quello stato.

«Come sospettavo, purtroppo. H già avuto un caso simile al vostro, era un'altra donna. Morta durante degli scontri fuori città e che stava rispondendo bene a delle cure che le avevo proposto »

Gli occhi di entrambi si illuminarono per un istante, finalmente la luce infondo al tunnel!

«D-Davvero? Quindi una cura esiste? »

Insieme per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora