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Dopo tre giorni ero ritornata in forze, avevo passato la maggior parte del tempo a mangiare e guardare film con Harry e gli altri. Mi sentivo un po' come la loro piccola cocca e questo da un lato era positivo, ma dall'altro era noioso. Non avevo nessuno della mia età per poter parlare di cose da... Giovani. Il mio cantante preferito, lo sport e videogiochi, anche se in quest'ultimo caso avevo capito che anche loro erano appassionati.

Mi annoiavo in quei momenti chiusa in casa a causa della pioggia a chattare come una finta tonta con gli amici che ormai si stavano dimenticando di me. Mona non mi scriveva più in privato e Cameron entrava nel gruppo solo una volta al giorno per fare dei saluti e poi usciva.

Nash invece mi chiamò tutti i giorni per sapere come stavo, era veramente troppo dolce. Parlammo per ore di tutto quello che ci stava succedendo e lo sentii anche lamentarsi della sua sorellina minore che non gli dava tregua con la sua voglia irrefrenabile di andare al parco.

Quindi le mie giornate erano divise in due.
La parte felice: che comprendeva lo stare con mio padre e i suoi amici e parlare con Nash.
E la parte triste: cioè i momenti di chat nel gruppo più falso che avessi mai visto, i momenti in cui mi annoiavo guardando la pioggia cadere sulla finestra e quando ripensavo al segreto di mia madre che proprio non riuscivo a scoprire.

Il quarto giorno mi svegliai allegramente alle sette del mattino per notare con mio grande stupore (non potete neanche capire la gioia che provai in quel momento) che fuori splendeva il sole e che non pioveva.
Sembrava che non avessi mai visto il sole in vita mia.

Così come una furia uscii dalla mia camera ancora in pigiama e iniziai a bussare alla porta di Harry, ma visto che non mi aprii, mi arrangiai da sola ed entrai iniziando a urlare.
«Harry! Levez-vous! Dehors, le soleil brille!»
Poi mi avvicinai alla sua figura ora sotto le coperte per cercare di non ascoltarmi e le tirai via.
«Levantate! Oggi non piove!»

«Darcy, lasciami dormire» mugulò lasciandomi un cuscino e mancandomi di poco. Sbuffai e incrociai le braccia al petto.

«Ma io voglio uscire!»

«È troppo presto, la gente comune a quest'ora dorme» disse girandosi su di un lato.

«Ma non siamo la gente comune! Siamo Darcy e Harry e io voglio uscire. Ora » mi impuntai battendo un piede sul pavimento. Da piccola facevo ammattire mamma con questo comportamento, anche Harry sembrava abbastanza infastidito.

Ma a me non importava, fuori il sole splendeva e io volevo assolutamente andare fuori.

«Va bene» finalmente dopo poco si alzò dal letto ancora mezzo nudo. «Facciamo colazione e dopo partiamo»

«Partiamo? E dove andiamo?» chiesi con occhi sognanti. Non sapevo neanche per quale strano motivo mi comportassi così, semplicemente non uscivo da troppo tempo... Erano più o meno quattro giorni. Il ché per me era troppo.

«Andiamo» sbadigliò andando in cucina con me che lo seguivo sorridente. «Da tua zia»

«Gemma?» chiesi corrugando la fronte. Era la sua unica sorella, giusto? Era imbarazzante non sapere nulla su di lui, ma neanche lui sapeva molto sul mio conto. Eravamo alla pari, dovevamo scoprire pian piano cose su di noi.

«Come la conosci?» chiese.
Oops.
Mi sa che Gemma non gli aveva detto che l'avevo contattata. Mossa sbagliata. Avrei dovuto dirglielo io per caso? Oppure lo avrei fatto arrabbiare? Magari voleva presentarmela lui e io gli stavo rovinando la sorpresa.
In ogni caso avrei fatto meglio a mentire.

«Ho visto alcune tue foto su Facebook con lei e ho visto che eravate fratelli e poi ti somiglia molto» mi morsi la lingua appena finii di parlare. Non ero la migliore a mentire.

Father || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora