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Tremare.

Era l'unica cosa a cui pensavo da quasi due ore ormai, tremavo. Non facevo altro che tremare.
Quella mattina notai che mi tremavano le mani mentre cercavo di scartare una brioche e ancora dopo notai che mi tremavano le gambe mentre cercavo invano di camminare per il parco per distrarmi un po'.

«Sei pronta?» chiese Nash senza neanche guardarmi in faccia. Era ancora arrabbiata da quando gli avevo urlato il giorno prima, ma nonostante tutto continuava a preoccuparsi per me.

«No» risposi sincera. Ci trovavamo sulle sedie nella sala d'attesa davanti all'ufficio dell'assistente sociale che avrebbe deciso per il mio futuro.

Di fianco a me c'erano Nash e Harry, mamma era seduta di fronte a me mentre un po' più lontana da lei si trovava Gemma che continuava a smanettare con il cellulare in un modo quasi insistente. Ah, e come potevo dimenticarmene? Niall, Liam e Zayn stavano facendo avanti e indietro della stanza e sembravano più preoccupati di me.

«Mi verrà il mal di testa a forza di guardarli camminare» mormorò papà massaggiandosi le tempie.

«A me verrà il mal di testa se non ci fanno entrare subito» la gamba tremava, il braccio tremava, la mano tremava... il mio corpo tremava.

«Darcy Kennya?» chiese una donna facendo capolino nella stanza.

«Sono io» mi alzai e quasi non caddi. Maledette gambe tremanti.

«Seguimi» e come delle formiche, tutti gli altri seguirono me mentre io seguivo la signora, una specie di fila indiana. Aprì la porta dell'ufficio e si stupì quando vide tutte le persone che erano con me, ma non disse niente se non un «Accomodatevi»

«Allora» fece andando a sedersi dall'altra parte della scrivania mentre sia io che mamma e papà ci sedemmo sulle tre sedie di fronte a lei. Gli altri rimasero in piedi in fondo alla stanza. «Siamo qui perché i due genitori di Darcy si stanno contendendo la custodia» riassunse scarabocchiando dei fogli.

«Esatto» risposi cercando di mostrarmi grande e fiduciosa.

Voglio scappare in un angolino e rannicchiarmi su me stessa.

«Perfetto. Sono stati dati a entrambi i genitori un giorno da passare con la figlia in compagnia di un nostro collega per monitorare la situazione. Qua ho i suoi appunti» disse prendendo lo stesso tablet che aveva Calum.

«Quindi... Deciderà a chi affidarmi solo basandosi su quello che è successo negli ultimi due giorni?» chiesi intimorita. Negli ultimi due giorni avevo infranto più leggi di quanto non avessi mai fatto nei miei 15 anni.

«No, però è un modo per capire chi è più responsabile tra i due» mi rispose la donna e solo allora notai la sua targhetta. Si chiamava Jenna.

«Vediamo un po'» mormorò leggendo dallo schermo dell'oggetto tecnologico. «Qua vedo che Darcy è una che si mette spesso nei pasticci» diede un'occhiata a mia madre. «Si comportava così anche quando viveva solo con lei?» chiese.

«No» Ashley scosse la testa sorridendo. «Darcy è sempre stata una ragazza dolce e molto responsabile. Da quando è arrivata qui è cambiata» rispose con estrema calma. Sentii Harry irrigidirsi alla mia destra.

Mi venne in mente il momento in cui persi una sfida di tennis con i miei amici e il modo in cui spaccammo le bici dei nostri avversari prima di correre via e nasconderci dentro al parco di fronte a casa di Cam. Eravamo tutti moooolto responsabili.

Father || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora