«Sorridi» mi intimò il dottore sistemandosi la mascherina sul viso. Feci una smorfia ritraendomi contro la sedia.
«Fará male?» domandai sentendo la pelle d'oca lungo tutto la spina dorsale. Dio, non volevo togliere l'apparecchio, preferivo mille volte tenermelo fino ai cinquant'anni.
«Stai tranquilla, sentirai appena un pizzicotto» sorrise, o almeno così sembrava visto che aveva la bocca coperta da quella mascherina di plastica verde.
«A me fanno male i pizzicotti!» quasi urlai allontanandomi di più da quel mostro. «E poi ho i denti storti e l'apparecchio mi serve» blaterai coprendomi la bocca con le mani.
«Prima voglio vedere i denti, poi vedremo se toglierlo, va bene?» chiese gentilmente.
Annuii sollevata e mi misi composta, se era solo vedere i denti, allora andava bene. Aprii quanto più possibile le mie labbra e guardai come il dottore osservava la mia dentatura con un apposito specchietto.
Poi mi mise delle specie di mollette per tenere la bocca aperta senza che dovessi sforzare i muscoli. Sobbalzai quando notai un attrezzo a me estraneo nella sua mano.
«Cos'è? » parlai a fatica.«Questo? Non è niente, ora stai tranquilla e pensa qualcosa di bello»
Accese lo strano coso che iniziò a muoversi velocissimamente e a fare lo stesso rumore di una piccola motosega.
Quando lo avvicinò alla mia bocca strinsi gli occhi per non guardare.Quando lo sentii vibrare contro l'apparecchio non mi trattenni. «AAAAHHHHH!»
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«Ecco la mia nipotina preferita!» esclamò zia Gemma venendo incontro a me a Harry con un enorme sorriso stampato in faccia.
«Vediamo come stai!»Sorrisi facendo vedere i miei denti senza più quell'aggeggio di ferro, continuavo a passarci la lingua sopra, erano anni che non sentivo la mia bocca così libera ed era fantastico.
«Il dottore dice che per il momento non può mangiare cose troppo solide in quanto i suoi denti si devono abituare a stare senza l'apparecchio » spiegò Harry posando una mano sulla mia spalla. «E le ha dato da mettere un apparecchio mobile di notte. Avresti dovuto sentirla urlare, c'erano alcuni bambini che ridevano quando la sentivano»
Sbuffai e diedi una gomitata al riccio cercando di farlo smettere. Era lecito avere paura, io non andavo d'accordo con molte cose. «Perfetto!» sentenziò Gemma. «Ora una sistematina all'estetetica e sei pronta»
«Pronta per che?»
«Per fare una pubblicità» mi fece l'occhiolino sorridendo.
«Cosa? Pensavo di dover fare delle foto» ribattei. Ma poi ci pensai un attimo: fare una pubblicità uguale a farsi conoscere in tutto il mondo, più o meno, uguale a... Esattamente non sapevo cosa, ma sarebbe stato figo. «Non che mi voglia opporre, sei tu il capo zietta»
«Appunto, vai al tuo camerino e mettiti il vestito e subito dopo andiamo dalle truccatrici» iniziò a battere le mani. «Muoversi! Su!»
«Ehm...» avevo un camerino? No, cioè, figo, ma... Dov'era?
«Giusto» borbottò prendendo il telefono e chiamando qualcuno. «Denise? Bene, ascolta, ti affido Darcy, sai già quali sono gli impegni? Se no, fatteli passare da Trish e vieni qui» chiuse e passò una mano tra i suoi capelli corti e chiari. «Sta arrivando, io ora ho da fare. Ci vediamo dopo» mi salutò e se ne andò.
«Harry?» chiesi girandomi verso di lui. Sembrava indaffarato a scrivere qualcosa sul suo telefono, non mi ero neanche accorta che si fosse allontanato da me.
«Si?» chiese non alzando lo sguardo.
«Hai parlato con mamma ultimamente? » chiesi guardandolo. La sera prima avevo provato a chiamarla svariate volte, ma non mi aveva mai risposto. Nash si era offerto di farmi compagnia in video chat ma io rifiutai dicendo di stare bene.
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Father || Harry Styles
Hayran KurguDarcy era abituata a vivere la sua semplice vita in California con la madre e i suoi amici, non le è mai mancato niente... Tranne un padre. Quando questo le chiede di passare l'estate da lui, Darcy accetta riluttante non sapendo esattamente cosa sar...