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«Non va bene, no, no, no» scosse la testa a ritmo della musichetta che aveva messo di sottofondo in tutto l'ufficio. «Deve esserci un altro modo» mormorò inclinando di più lo schienale della sedia in modo da poter stare più sdraiata. Passò una mano tra i capelli e sospirò chiudendo gli occhi.

«Zia, fors-»

«Shh» mi bloccò immediatamente. «Quando la zia Gemma pensa, ha bisogno di assoluto silenzio» parlò posizionando il suo indice sulla bocca facendomi così capire che dovevo stare zitta.

Rimasi così a osservare un'altra volta il suo stupendo ufficio, la cosa che più mi attraeva, apparte la vetrata che dava sulla città di Londra, era la piccola libreria che teneva ordinatamente. Quando trovava il tempo per leggere? Mi sarebbe piaciuto andare lì e sfogliare qualche suo libro.

Il bussare alla porta ci fece sobbalzare entrambe e un uomo sulla quarantina entrò nell'ufficio con una pila di fogli in mano. «Signorina Styles, io-»

«Non hai visto che la porta era chiusa?» mormorò lei massaggiandosi il ponte del naso con due dita non aprendo ancora gli occhi. «Quando è chiusa, vuol dire che sono occupata. E tutti sanno che odio essere disturbata quando sono occupata» poi regolo di nuovo la sedia in una posizione più composta e guardò il signore con occhi di fuoco. «Potrei licenziarti in questo preciso momento»

«I-io, non volevo, mi dispiace»

«L'unico modo in cui puoi non farti licenziare al momento è dirmi come rendere questa ragazzina più famosa visto che la pubblicità non ha funzionato» disse facendo cenno con la testa a me. In effetti era vero, su facebook ero aumentata solo di una ventina di follower mentre Gemma ne voleva di più.

«Oh, beh, non sparei» iniziò a balbettare l'uomo grattandosi leggermente la barba. «Potrebbe fare come i giovani d'oggi e che so, aprire un canale YouTube o avere un blog o qualc-»

«Un blog!» urlò Gemma mettendosi in piedi e sbattendo entrambe le mani sulla sua scrivania. «Mi piace!» sorrise come una bambina. «Bravo Mark! Considera oggi il tuo giorno libero, puoi andare! » lo congedò con un gesto della mano e appena uscì mi guardò con occhi sognanti.

«Perché questo sguardo mi fa paura?» domandai più a me stessa che a lei visto che probabilmente non mi stava neanche ascoltando.

«Mia piccola Darcy, devi aprire una pagina internet e creare il tuo blog personale! Potrai scriverci tutto quello che vuoi, quello che succede nella tua vita privata, le tue amicizie fino anche alla celebrità che ti piace al momento! Ovviamente mi aspetto che tu posti anche video e foto mentre indossi alcuni dei nostri capi e devi sponsorizzare sempre la tua cara zietta, intesi?» fece il giro della scrivania fino ad arrivare davanti a me pizzicarmi una guancia con fare infantile.

«E questo mi aiuterebbe?» chiesi corrugando le sopracciglia.

«Certo!» esclamò lei. «Io ti farò pubblicità, tu sei molto simpatica quindi in molti ti seguiranno, più persone ti seguono vuol dire che più persone ti adoro e più persone ti adorano, più persone verranno alla sfilata di moda a vederti! E quelli che non riescono prenderanno più giornaletti possibili!» batté mani entusiasta. «Sono un genio!»

«Sì, decisamente » annuii, anche se l'idea era stata di quel tipo, in fondo lei era il capo e non si discuteva con il capo. E poi mi sarebbe piaciuto avere un blog.

«Perfetto, ora voglio che vai a casa, ti riposi e aspetti che io ti invii una mail con l'accesso al tuo sito che farò creare da uno dei miei migliori informatici, vai» mi scompigliò i capelli e tornò al suo lavoro lasciandomi al quanto confusa.

Come poteva una donna cambiare dall'essere entusiasta e felice al diventare seria e professionale?

Era uno dei grandi misteri di Gemma.
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Accesi il computer e aspettai che Nash tornasse online in moro da video chiamarlo, volevo raccontargli tutto quello che mi era successo, dalla pubblicità al blog fino alla litigata con mamma. Avevo bisogno di sentire la sua voce e ricevere un consiglio.

Father || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora