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Io e Cameron camminammo l'uno di fianco all'altro per i corridoi del palazzo, intanto stavamo parlando delle novità successe in California. Gli avevo parlato anche di zia Gemma e gli avevo spiegato quanto fosse estroversa ed emotiva e gli assicurai che era simpatica nonostante la sua lunaticità.

La sua risposta? "Ora capisco da chi hai preso" e dopo avergli dato un pizzicotto sul braccio lo avvertii di non infierire.

Arrivammo davanti alla porta della zietta e bussai visto che la segretaria al momento non era seduta al suo posto. Passarono pochi secondi che sentimmo urlare.

«Incompetente! Se dico una cosa quella è! Non mi interessa quello che ti ha detto al telefono e- NON INTERROMPERMI MENTRE TI RIMPROVERO, NON SOPPORTO LE PERSONE COSÌ!» vidi gli occhi di Cam spalancarsi e sorrisi amaramente. Non è giornata a quanto pare.
«Anzi, sai cosa? Prendi pure le tue cose e vattene PER SEMPRE! SEI LICENZIATA!» una ragazza, che intuii fosse la segretaria, uscì di corsa dall'ufficio con la testa bassa e corse via fino all'ascensore.

«Ho paura...» sussurrò il mio amico prendendomi a braccetto.

«Nah, è simpatica, solo che a volte è un po'... Ehm, esagerata?» spiegai e bussai di nuovo alla porta.

«SE BUSSATE ANCORA UNA VOLTA GIURO CHE VI RINCHIUDO IN UNO SGABUZZINO» deglutii leggermente e aprii la porta entrando.

«Ciao zia»

La testa di Gemma si alzò di scatto dai documenti che stava compilando e mi guardo con occhi stanchi per poi sorridere. «Darcy! Grazie per essere venuta con così poco preavviso» mi fece cenno di entrare e lo feci tenendo per mano Cameron che cercava invano di scappare via. Lei lo guardò con le sopracciglia aggrottate finché non ci sedemmo, a quel punto lo indicò con la sua penna. «Da quando tradisci Nash?»

«Cosa?» mi strozzai con la mia stessa saliva. «Io non lo tradisco! Lui è il mio migliore amico» spiegai e diedi una gomitata a quest'ultimo che alzò una mano tremante.

«Piacere signora, cioè, signorina. Io sono Cameron- sempre se vuole sapere il mio nome, altrimenti sto zitto, è un piacere conoscere il capo- volevo dire capa di Darcy» balbettò e sospirai. Esiste la parola capa?

Zia rimase ferma per qualche secondo per scoppiare in una grande risata. «Oddio! Questo ragazzo mi piace, puoi chiamarmi Gemma caro e sì, voglio sapere il tuo nome» gli fece l'occhiolino. Gemma non provarci con i miei amici, ti prego. «In ogni caso, volevo darti i soldi per il lavoro svolto lo scorso mese e... Voglio complimentarmi, il tuo blog ha raggiunto tantissime visualizzazioni e registrazioni!» mi sorrise.

«Grazie» allungai la mano per recuperare la busta che mi aveva porso in precedenza. «Ma zia, perché hai fatto piangere la tua segretaria?» chiesi corrugando la fronte.

«Non farmelo ricordare» si accigliò massaggiandosi la fronte. «Avevo detto a quella incompetente che oggi non avrei risposto a nessuna chiamata perché sono veramente occupata con i pagamenti e adesso devo anche ritrovare 10 dipendenti che ho licenziato sta mattina.
In ogni caso, mamma continuava a chiamarmi per chiedermi di andare a cena da lei con il mio "fidanzato" e quella genia ha ben pensato di farmi rispondere mentre stavo firmando le bustepaga, così ho fatto confusione e ho pagato ad alcuni meno di quanto avrei dovuto. Sono nei guai, non solo con l'azienda ma anche con tua nonna» sbuffò e provai pena per lei.

«Mi spiace zietta, ma non pensi di aver esagerato?»

«Oh cara piccola e innocente Darcy, se fossi gentile con tutti i miei dipendenti ora sarei povera e disoccupata e loro anche, quindi faccio un favore a tutti» mi sorrise incrociando le braccia al petto come a sostenere la sua tesi.

Father || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora