29- Bonus

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Mona's pov [lo so che in molti non se l'aspettavano u.u]

Camminai lungo la strada quasi deserta, ormai erano tutti in vacanza quindi era raro vedere una macchina nel quartiere. Incrociai le braccia in modo da abbracciare l'addome, quella mattina avevo avuto la splendida idea di mettermi un top, purtroppo per me mi ero ben presto ritrovata a disagio con me stessa.

Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe, mi sentivo così sola. Da tempo ormai provavo quella sensazione di insicurezza e paura, non riuscivo proprio a sorridere.

Di fianco a me sentivo i passi lenti e ben marcati di Paul, ma non volli guardarlo. Avevamo litigato, io e praticamente l'unica persona che ancora mi stava vicina avevamo litigato. Dopo che Darcy se ne andò mi sentii come abbandonata e, dovevo ammetterlo, gelosa.

Perché gelosa?
Perché stava avendo dei rapporti con suo padre, mentre il mio mi odiava. Ormai si era creato un'altra famiglia e mi aveva tagliata fuori, per lui ero solo l'errore venuto male.

Provai a socializzare con Violet, speravo di poter migliorare me stessa e di poter dimostrare che anch'io potevo essere come lei, una normale ragazza. Ma fallii completamente, ero strana anche per quelle persone.

Un singhiozzo lasciò le mie labbra screpolate, come mi ero ridotta così?
Cercai di prendere un grosso sospiro.
«Tutto ok?»

«Certo» risposi ironica. «Torna a ignorarmi Paul, è l'unica cosa che sai fare» mi morsi la lingua, non volevo essere veramente così antipatica, semplicemente parlavo senza riflettere.

«Smettila di fare la bambina» mi riprese e finalmente alzai lo sguardo su di lui. «Dovresti sorridere, hai fatto pace con Darcy» guardai attentamente i suoi occhi grigi, potevano darmi della pazza, ma era l'unica cosa che vedevo chiaramente in quel momento.
Mi sorrise e io ricambiai leggermente.

«Lo so, ma sono sicura che c'è l'ha ancora con me, così come i ragazzi» alzai le spalle. «E fanno anche bene, sono una pessima persona e un'amica di merda»

«Non lo sei, a tutti capita di sbagliare, siamo umani» passò una mano tra i suoi capelli castani e corti. «Potresti provare a farti perdonare, no?» propose.

Annuii pensierosa. Non sapevo neanche come, non ero mai stata brava con le scuse e neanche con le sorprese. «Magari potrei chiamarla sta sera» riflettei a voce alta.

«Mi sembra perfetto» ma quando lo guardai, mi sembrava sovrappensiero. Si grattava il mento mentre chiudeva e riapriva gli occhi a scatti, mandai giù il groppo in gola distogliendo lo sguardo. Paul stava farneticando qualcosa e avevo una brutta impressione. «Stavo pensando-»

«L'avevo notato» borbottai bloccandolo.

«In ogni caso» alzò gli occhi al cielo e ridacchiai leggermente alla sua espressione buffa. «Stavo pensando che tutto quello che è successo... È colpa mia» buttò fuori facendomi spalancare gli occhi.

«Che cazzo stai dicendo?» praticamente urlai. Ci fermammo nel bel mezzo della strada e alzai le braccia al cielo. «Paul, sei l'unico che mi sia rimasto! Non puoi seriamente pensare che sia colpa tua, sono stata io a voler far "amicizia" con Violet» cercai di mantenere il nostro contatto visivo, ma lui lo distoglieva continuamente.

«Se non ci fossi stato io, non ti avrebbero presa per strana. Pensaci, saresti riuscita a fare amicizia con tutti quei ragazzi se io non ci fossi mai stato» sentivo le labbra tremare mentre pronunciava quelle parole. Scossi velocemente la testa, gli occhi mi pizzicavano, ma io dovevo cercare di non piangere.

Father || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora