21- Bonus

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Gemma's pov
Sedici anni prima:

Camminai velocemente lungo il corridoio provando a non cadere sui miei tacchi, avevo le mani occupate. Una con i miei libri e l'altra con il mio caffè caldo preso prima da Starbucks.

Sbuffai non appena entrai nell'edificio, cosa avrei dato per poter possedere quel posto...

Raggiunsi il mio ufficio e posai tutto sulla mia scrivania, lisciai la mia gonna e mi sedetti lasciando uscire un sospiro dalle labbra. Dio, a casa mia si era creato un piccolo putiferio ed ero talmente stressata da non riuscire a dormire la notte.

«Gemma» Rachel fece la sua entrata. «Che faccia, sembri appena uscita da un film horror» sorrise andando a sedersi alla sua scrivania qualche metro più in là della mia.

Rachel era probabilmente l'unica collega che rispettassi veramente come persona, l'unica con cui avevo accettato di dividere l'ufficio.
«Grazie» ironizzai prendendo un sorso di caffè.

«No, seriamente. Non ti vedevo così mal concia da... Da quando ti sei lasciata con Frank, che è successo?» chiese preoccupata sistemandosi i capelli sciolti su una spalla.

«Problemi familiari» distolsi lo sguardo dal suo accendendo il computer.

«Di che tipo? Hai litigato con tua madre?» inarcò un sopracciglio. «Tua madre è una specie di angelo sceso in terra» mormorò. «Impossibile che abbiate litigato»

«Non ho litigato con mia madre» interruppi i suoi pensieri. «Almeno non io» specificai.

«È stato tuo fratello?» domandò ancora incredula. «Wow, la tua famiglia è famosa per essere probabilmente la più tranquilla, cos'è successo di così grave?»

Aprii i miei libri cercando di ignorarla, quella sera dovevo fare un test all'Università e il giorno prima non avevo potuto studiare. E dire che dovevo ancora stampare delle foto e farle vedere al mio capo... Come potevo fare tutto insieme?

«Gemma! Dai, sono curiosa!» insisté lei mettendo un broncio.

«Dovremmo lavorare» tagliai corto.

«Certo, sappiamo entrambe che sei l'unica che si preoccupa veramente del lavoro in questa società» alzò gli occhi marroni al cielo. «Spiegami cos'è successo, così magari ti sentirai meglio»

«Va bene» sospirai infine lasciandomi andare contro lo schienale della sedia. «Lo sai che Harry ha 17 anni, no?»

«Sì» annuì.

«Bene, ho scoperto di recente che si vedeva con una ragazza... Che non mi sta molto simpatica» passai una mano tra i miei capelli castani, avevo da poco provato a tingerli di biondo, ma non mi erano piaciuti.

«Solo per questo?» rise. «È una cosa stupida, ormai è abbastanza grande per fare quello che vuole»

«Tu non capisci. Questa ragazza si chiama Ashley, frequentano la stessa scuola e si sono "conosciuti meglio" quando anche lei ha iniziato a lavorare nella stessa panetteria nella quale lavora anche lui» mi fermai per bere un po' di caffè. Solo il nome di quella ragazza mi faceva venire il nervoso.

«Sta di fatto che ha 3 anni più di lui e-»

«Aspetta! Ha 20 anni? Come fa ad andare alle superiori?» chiese ormai incredula.

«Si sarà fatta bocciare» alzai le spalle. «Ma poco importa, di solito non sono una che ha dei pregiudizi»

«Stavo dicendo» ripresi da dove mi ero interrotta. «Si sono messi insieme circa 3 mesi fa, solo che lei ha origini californiane e quindi passa le estati lì dai suoi genitori. E indovina? Hanno iniziato un rapporto a distanza, poi quando è tornata sono stati insieme un mese. E in questo mese lei è rimasta incinta!» quasi urlai. «Sta di fatto che ha abortito, almeno, questo è quello che ha detto Harry» feci una smorfia di disgusto.

Father || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora