Capitolo 12

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Passo una mano sul viso mentre la colonna sonora di Game of thrones suona per la terza volta. Dopo la doccia avevo cercato di restare sveglia perché dormire avrebbe fatto più male che bene. Inutile dire che ero crollata miseramente sul letto, da quel momento avevo disattivato tre sveglie e non ne potevo più.

Ti farò lanciare il cellulare contro il muro se non la smette!

Il mio povero cervello è stanco, depresso e con carenza di sonno. Afferro il cellulare e lo spengo, non guardo neanche l'ora, le lezioni potevano andarsene anche al diavolo per oggi. Solo per oggi. Infilo la testa sotto il cuscino e sprofondo in un sonno profondo e quieto.

L'allarmeeeeee!
Che?!

Il secondo risveglio traumatico negli ultimi due giorni, non ne potevo proprio più.
Questa è una gabbia di pazzi!!!

La campanella dell'allarme antincendio trilla forte, i timpani li perderò a lungo andare. Aspetto che smetta, per un falso allarme succede sempre così. Cinque minuti, sei, sette, otto...l' allarme continua a suonare.
Con gli occhi gonfi e rossi, afferro la chiave della stanza, il cellulare e in canottiera e pantaloncini scendo lenta le scale fino al piano terra.

Ho la testa che scoppia e l allarme non fa che peggiorare la situazione.
Ti prego, facciamo in fretta che sto soffrendo come pochi...
La hall è stracolma, tutti in pigiama tranne un ragazzo biondo. Non poteva essere una coincidenza.

<<Ben svegliati! Seguitemi tutti nell'aula studio, immediatamente.>>
Cristiano è nero. Nero di rabbia.
L'astio impregna la sue parole e fa paura.

Come un automa mi mescolo al mare di corpi per passare in osservata...va bene, mi sto nascondendo. Ho l'aria di una persona colpevole anche se non lo sono! Resto in piedi dietro un paio di ragazzi, e noto un paio di adulti che affiancano il rappresentante. Una donna sulla sessantina, bionda e magrissima e un uomo sulla quarantina, robusto e pelato. Il silenzio è pesante, teso.

<<La polizia ci ha informati dell'accaduto questa notte. Cristiano ha provato a gestirvi, ad evitare danni ingenti ed a garantire la minima civiltà, ma ha fallito.>> afferma la signora bionda non degnando di uno sguardo il rappresentante. Il viso di tutti i presenti è fisso sul pavimento, la vergogna è dura da digerire.

<<Quello che avete fatto ieri sera è aberrante, ignobile persino per voi. Inutile dirvi che le regole in questa casa stanno per cambiare.>>Il pelato sembra più severo della bionda, gli occhi scuri sprizzano rabbia.

<<In più, vogliamo i responsabili. Se vi farete avanti avremo pietà per gli altri, altrimenti verrete puniti tutti duramente. Senza discriminazioni.>>

Ma porca...
Non avevo fatto niente! Perché dovevo rimetterci anche io?!
Cristiano ha l'aria stanca, gli occhi azzurri spenti, il viso scavato e le labbra screpolate. Dolore. Ecco cosa leggo nel suo corpo: il peso del fallimento. Un mormorio indistinto invade la stanza.

<<È colpa mia.>>

Non è possibile.
Max avanza tra la folla e si pone al centro della stanza, sicuro di sé.

<<Lei? Come sarebbe coinvolto in tutto questo?>> chiede sconvolta la signora bionda.

<<La festa l'ho organizzata io, il danno è colpa mia.>>

Il pelato e la bionda iniziano a confabulare tra di loro causando chiacchiere generali. Le ragazze puntano i loro sguardi maliziosi su Max e i ragazzi lo additano come una leggenda. Tra tutti Max è l'unico con un aspetto decente, non ha neanche le borse sotto gli occhi o un colorito pallido...È incredibile quanto sembri riposato nonostante non abbia dormito affatto. Cristiano si avvicina a Max e i due iniziano a discutere, finché la bionda non batte le mani.

Il solito casino. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora