Capitolo 30

57 4 0
                                    

Il silenzio del corridoio è opprimente, il ronzio delle telecamere attive è l'unico suono presente. Studio le foto attaccate alla porta di legno della 64: un ragazzo sorride con una torta di compleanno tra le mani, un gruppo di ragazzi che festeggiano una laurea e un party di Natale della casa dello studente.

Carina come idea, anche se troppo personale.

La porta si spalanca, e Cristiano si stropiccia il viso con il dorso della mano. Gli occhi azzurri sono un po' rossi, la guancia porta il segno del cuscino ed è in...boxer. Il petto nudo è ben proporzionato, scolpito e dovrei proprio evitare di fissargli gli addominali così spudoratamente.

<<Aurora?>> mormora, con la voce impastata dal sonno.

<<Ciao, ehm...scusa, non volevo svegliarti. Cioè, avrei dovuto immaginarlo considerando che sono le tre del mattino...però...>> blatero, senza collegare il cervello alla bocca.
Santo cielo che figura!

<<Tranquilla vieni altrimenti sveglieremo mezza casa dello studente.>> dice, spostandosi di lato per lasciarmi passare.

C'è una piccola lampadina accesa, con la testa china entro e ne resto incantata. Appeso al muro c'è un enorme arazzo verde bosco, con ricami in oro. Ha l'aria antica, vorrei allungare un dito per toccarlo ma non mi sembra il caso.

Cristiano si passa una mano tra i capelli biondi, sparati da tutte le parti e si siede sul letto sfatto. Resto immobile di fronte a lui, pentendomi di essere venuta fin qui. Perché l'ho fatto poi?

Ah già.
I suoni molesti e le urla della ragazza mi risuonano nelle orecchie, mi sale la nausea e faccio una smorfia disgustata. Lì a dormire non ci torno di certo.

<<Au, cosa succede?>> chiede gentile Cristiano, poggiando i gomiti sulle ginocchia nude. Si infila tranquillo un paio di pantaloncini della tuta, e mi guarda con interesse.

<<Non riuscivo a dormire.>> dico di botto, arrossendo un po'.

<<Non riuscivi a dormire perché...?>> domanda, curioso e preoccupato allo stesso tempo. Evito il suo sguardo e lo punto sull'arazzo alle sue spalle.

<<Beh l'hai visto anche tu Max con quella, loro...insomma...>> balbetto, cambiando colore, e non so se sia per la rabbia o per l'imbarazzo. Cristiano alza un sopracciglio dorato, si copre il viso con la mano e sospira.

<<Che gran coglione.>> annuncia, sottolineando un dato di fatto. Si alza e mi abbraccia. È ancora mezzo nudo così quasi soffoco con il viso premuto sui pettorali duri. Con delicatezza mi fa sedere sul letto, e ci sdraiamo a pancia in su entrambi.

<<Non vorrei darti l'impressione sbagliata Cris, non sono qui per...non lo so cosa mi abbia spinta da te in realtà.>> mormoro, fissando alcune stelle fluorescenti appiccicate sul soffitto.

<<Per quanto odi ammetterlo, so come sei e ho capito di cosa hai bisogno al momento.>> dice, con le nostre spalle che si sfiorano piano. Il letto ad una piazza e mezza è piccolino, soprattutto per un ragazzo così.

<<Resta con me Aurora.>> sussurra, puntando i suoi zaffiri sul mio viso. Trattengo il fiato, con il cuore che batte più veloce.

<<Dormi con me.>> termina, scostandomi una ciocca di capelli dalla guancia. E non so se vuole intendere di più, oppure vuole davvero sono dormire ma sento di potermi fidare.

Annuisco lentamente, e un sorrisetto compare sul viso di Cristiano. Posa le labbra prima sulla mia fronte e poi sulla guancia, ha un espressione strana ma la scaccia immediatamente. Il viso di Max compare nei miei pensieri sovrapponendosi su quello di Cristiano, e mi scappa una lacrima. Traditrice!

Cristiano la asciuga con il pollice, mi fa voltare dandogli le spalle e mi abbraccia da dietro. Il suo petto è caldo, solido e il cuore gli batte veloce nella cassa toracica. Ignoro di avere addosso solo uno strato sottile di vestiti, e che una mano bollente del biondo è ancorata alla mia pancia mezza scoperta. Torno a respirare normalmente, chiudo le palpebre e cado in un sonno tormentato.

" Stefano mi rincorre fuori dalla discoteca, ha i capelli scuri arruffati e gli occhi quasi neri a causa della poca luce. Cerco di seminarlo saettando tra gli ubriachi, ma appena metto un tacco fuori mi blocca. Ci affacciamo al parapetto insieme, osservando le luci della città dall'alto.

<<Perché hai reagito così prima?>> domanda, serio. Neanche mi guarda, troppo concentrato a fissare chissà cosa.

<<Cosa ti ha fatto pensare che avresti potuto baciarmi?>> ribatto, ancora arrabbiata.

<<Andiamo Aurora! Passiamo un sacco di tempo insieme da quando ci siamo conosciuti, e per quanto tu non voglia anmetterlo ti piaccio.>>

Modesto. Che ragazzo umile, modesto e poco sicuro di sé.

<<E poi si scoprì che la terra gira intorno a te.>> dico sarcastica, perché odio le persone così arroganti. Cosa ne sa lui di cosa provo io?

<<Non mi hai respinto subito, anzi hai ricambiato e poi ho visto come mi guardi. È chiaro a tutti Aurorina, e in fondo lo sai anche tu, solo che non vuoi ammetterlo.>> insiste, sorridendo.

È bello, questo è innegabile. Anzi, più che bello. È intelligente, a volte simpatico, divertente, serio e cazzo! Si che mi piace! Ma col cavolo che glielo dico.

<<Tu non mi piaci Stefano, mettitelo bene in testa!>> sbotto, con la voce che trema. Mi sto fregando da sola.

<<Non è necessario che menti, sai? Perché ti dirò un segreto.>> esclama, avvicinando pericolosamente il viso al mio.

<<Tu mi piaci da impazzire.>>

Spalanco la bocca, sotto shock. L'ha detto sul serio?? Oddio, il mio cuore non può reggere...
Le sue labbra trovano le mie, ci baciamo e sta volta non ho alcuna intenzione di fargli del male.

Ed è l'inizio. L'inizio della fine almeno.
Perché credevo che l'affetto e l'amore, potessero vincere davvero su qualunque cosa. E invece mi sono dovuta ricredere. "

Spazio autrice: capitolo un po' di passaggio, ma necessario. Tra il presente e il passato siamo in un bel casino, ma piano piano la matassa inizierà a diradarsi e ad assumere un senso. Nel frattempo, qualcuno ha idee?

Il solito casino. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora