" Ho tra le mani il biglietto d'ingresso della matricoletta del nostro istituto, il tema sarà il fluo.
No, ovviamente non ci vado. Mia madre non mi lascerebbe mai andare in un posto del genere. Ele o Ila, stanno insistendo fino alla morte, ma in discoteca non ci metto piede.Alla fine, dopo mille peripezie, hanno persino convinto mia madre per farmi uscire un paio di ore. Mi hanno prelevata da casa e portata nella vecchia discoteca della città, con addosso un vestito nero e un paio di tacchi alti. Rischio pure di cadere un paio di volte, della serie mai na' gioia.
<<Dai! Andiamo a ballare!>> strilla Ele, per farsi sentire al di sopra della musica.
Ci sono proprio tutti, più di settecento persone stipate in un piccolo ambiente sudato e opprimente. Che gioia. Ci passano del liquido sulle braccia, sul collo e anche sulle guance. Entriamo in discoteca ed è il caos. Luci sparate a caso, l'aria bollente, la puzza di sudore e fumo...Io me ne vado.
<<Su su!>> mi tira Ilaria, prendendomi a braccetto.
Impreco, ma mi lascio trascinare al centro della pista. Non so ballare, cioè...mi sento a disagio ecco. Sono scoordinata ed imbranata, così mi limito ad oscillare nel poco spazio a disposizione. Non è neanche così malvagio in fondo, tutto questo finché un pallone enorme mi colpisce la testa in pieno.
<<Ok, io me ne vado cazzo!>> urlo, nervosa. Ilaria ed Ele hanno rimorchiato e non si accorgono di me, bell'affare. Scosto le persone che ho davanti, e mi blocco.
Un sorriso gli illumina il viso, i capelli scuri sono scompigliati sulla fronte e gli occhi azzurri sembrano più scuri di come sono in realtà. La camicia azzurra gli cade bene sulle spalle larghe, i jeans scuri gli cadono morbidi sui fianchi.
È bellissimo, come sempre.Stefano De Palma, la mia ombra negli ultimi mesi, si avvicina con un bel sorriso. Mi circonda i fianchi con un braccio muscoloso e quasi sbatto sul suo petto. Mi tiene stretta tra le sue mani, poi mi guarda e mi bacia.
Così, senza dire niente.
In una discoteca, in cui la musica sembra sparire di colpo, sgrano gli occhi e gli tiro una ginocchiata dove non batte il sole.Si è permesso di rubarmi il primo bacio, questa me la pagherà cara. "
Mi stropiccio gli occhi, dopo il cavolo di incubo che ormai mi sta perseguitando. E sinceramente non ne capisco il motivo, oltre al torturarmi si intende. Scendo dal letto quasi di botto, rischiando di cadere a faccia avanti sul pavimento.
Bell'inizio di giornata.
Indosso dei vestiti a caso dall'armadio, salto pure la colazione in ritardo come sono. Con la borsa in spalla, i capelli sparati in aria e un viso smunto, chiudo la porta della camera e mi blocco a fissare la porta accanto alla mia.
No. Max non l'ho più visto.
In realtà credo proprio che lui mi stia evitando, l'ho sentito guardare la tv e parlare al telefono attraverso le pareti sottili della camera ma fisicamente non l'ho incontrato. Nemmeno in università, il che è strano. Insomma, alcune lezioni che frequenta sono accanto alle mie.Scuoto la testa e scappo a lezione, non voglio arrivare di nuovo in ritardo. Una volta nel cortile mi accorgo che c'è qualcosa che proprio non va, tra la folla di ragazzi che parlano e si dirigono in biblioteca o nelle loro aule, spiccano una ragazza con i capelli azzurri e uno biondo. Stanno discutendo, finché Giulia non lo spinge per poi correre via.
Oddio.
Senza pensarci le vado dietro, spingo una ragazza di lato e borbotto delle scuse. Si levassero dai piedi diamine!
Salgo le scale che portano al secondo piano, e dovrei tornare indietro. Questa zona è off limits per le matricole, ci sono solo laboratori. Individuo i bagni ed entro, un pianto arriva da una porta chiusa.<<Giulia, sono Aurora, apri!>> strillo, battendo la mano sul legno scheggiato. La serratura scatta e avvolgo immediatamente la ragazza tra le braccia.
<<Cosa è successo?>> chiedo, mentre piange sulla mia spalla.
<<Daniel mi ha tradita. Di nuovo.>> singhiozza, distrutta.
<<Io lo ammazzo! Ma che problemi ha? È un infedele incallito o cosa?!>> ringhio, furiosa. Poteva anche essere un bel ragazzo ma non poteva trattare le persone come giocattoli!
<<Sai quel è la cosa più brutta? L'ha fatto con la rossa che sta sempre con Marta la bagascia, ma ti rendi conto?>> dice, sotto shock. Si lava il viso con un po' di acqua fredda, si sistema il trucco mezzo sciolto e lega i capelli azzurri in una coda spettinata.
<<Che schifo.>> riesco a biascicare, quelle due tipe sono pessime ed ora ne ho la conferma.
Usciamo dal bagno, Giulia mi prende a braccetto, cercando di stamparsi un faccia un sorriso finto. Sta soffrendo, ed è palese, ma sta facendo del suo meglio. Vorrei raccontarle di Max, chiederle dei consigli, invece sto in silenzio. Non è il momento.
Raggiungiamo l'entrata principale e ci sediamo sotto il portico, fumiamo in silenzio finché Giulia non scoppia a ridere, così dal nulla.
<<Mi sto davvero dannando l'anima per quello lì?>> sbotta, portandosi una mano sulla fronte. Riconosco il biondo accanto al cancello, che bacia una ragazza mora. Certo che non c'è limite alla decenza eh!
<<Sai che dico? Stasera andiamo a ballare mia cara Aurora, ho bisogno di bere e di scatenarmi.>> esclama, con una luce folle negli occhi.
Oh no, no no.
Ricordo la mia prima volta in discoteca, la festa universitaria e col cavolo che ripeterò l'esperienza!
Non se ne parla proprio.
Sei proprio noiosa, mica ti devi ubriacare sa!Sto per rifiutare quando fa il suo ingresso il grande Max Guerra, casco della moto in mano e Marta attaccata al braccio. Lei parla e ride da sola, mentre lui in jeans e giubbotto in pelle, guarda davanti a sé. Ci guardiamo per un istante, e sento montare la rabbia. Farò una cazzata, sicuro.
Stringo la mascella, e torno a guardare la mia amica che sta fulminando il suo ormai ex fidanzato. Se solo le occhiate potessero uccidere...
<<Bella idea, ci sto.>> acconsento, perché abbiamo bisogno di disintossicarci entrambe una volta per tutte.
Spazio autrice: Qui le cose si stanno mettendo molto male, e la serata in discoteca...beh...porterà a delle svolte inattese!
Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima! 😏😏😏
STAI LEGGENDO
Il solito casino.
RomanceTrasferirsi in una nuova città non è mai facile, lo sa bene la diciannovenne Aurora. L'università può essere dura, soprattutto se non si conosce assolutamente nessuno. Aurora è sola, può contare solo su se stessa. Trasferirsi lontano per dimentica...