Capitolo 19

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Apro un occhio, accaldata e bisognosa di togliermi le coperte di dosso, in più la gola secca urla acqua a gran voce.
Mamma, la testa!
Che dolore.
Giuro che non berró mai più in vita mia.
Stiamo uno schifo, tutto per colpa tua!
Oh, certo. Adesso la colpa è solo mia!
Cerco di mettere a fuoco e di liberarmi dalle coperte, mi stanno soffocando.
Strattono con forza e quando mi rendo conto di essere bloccata dal corpo di Max per poco non ho una crisi isterica.
Che cavolo significa?
Perché è a petto nudo poi?
Ti dispiace pure? Ma l'hai visto?
Non è il momento di sbavare.
È sempre il momento giusto per godersi le cose belle, tesoro.
Max mi avvolge come una piovra, stretti come siamo non riuscirei ad uscirne con le buone.
Non voglio ricorrere alla violenza, come tirargli i capelli o colpirlo ai gioielli di famiglia, così aspetto, prima o poi si sveglierà.
Lo osservo dormire, con il viso rilassato e le labbra dischiuse, in pace con sé stesso.
Sembra così diverso dal solito Max, quasi vulnerabile.
Con la punta delle dita gli sfioro una guancia e ricordo tutto.
Sento l'eco del suo sussurro, il suo augurarmi la buonanotte con dolcezza.
In effetti ho dormito benissimo, come non capitava da mesi.
Un miracolo.
Sono i muscoli che fanno miracoli!
Lentamente gli scosto una ciocca di capelli dalla fronte, il cuore inizia a battere più veloce e forse dovrei smetterla di toccarlo.
<<Perché hai smesso?>>
Max apre gli occhi e sorride furbo mentre rischio il secondo infarto della giornata.
Che razza di stronzo! Era sveglio fin dall'inizio!
<<Levati di dosso o ti faccio male.>> ringhio sempre più nervosa.
Lui ride.
Ride.
Quanto lo odio!
<<Buongiorno anche a te dolcezza!>>
<<Buongiorno un corno! Mi stai soffocando, levati!!!>>
Per tutta risposta si sposta con uno sbuffo e si passa una mano tra i capelli, i muscoli definiti dell'addome si contraggono e non posso fare a meno di fissarli.
Insomma, sono pur sempre una ragazza con ormoni in subbuglio!
Questo non mi giustifica e infatti mi vergogno, con le guance bollenti abbasso lo sguardo sulle coperte disfatte.
<<Se ti metto così a disagio mi infilo qualcosa addosso.>>
Max si alza dal letto e penso di prendere letteralmente fuoco.
È in boxer.
Solo in boxer.
Ma non aveva i pantaloni ieri sera?!
Le gambe toniche, la schiena nuda attraversata da un enorme fenice rossa e un sedere marmoreo...
È il mio compleanno per caso?
<<Facciamo così, vado a farmi una doccia, prima di farti svenire.>> ridacchia afferrando dei vestiti nell'armadio e dirigendosi in bagno.
<<Sono rossa solo per la rabbia! Voglio andare a casa Max!>> dico a denti stretti, devo sempre ricordare con chi sto parlando, con lo stesso ragazzo che ho visto "ballare" con tre ragazze.
Scendo dal letto e mi pongo di fronte a lui, costringendo i miei occhi a fissare il suo viso e nient'altro.
<<Merito delle risposte se non erro.>>
Max sorride e non fa altro che tenere gli occhi incollati sulle mie gambe scoperte.
<<Hai finito? Vuoi una foto così andiamo avanti con il discorso?!>> continuo acida, tirando il più possibile la maglietta sulle coscie.
<<Ti sta proprio bene la maglia, sicuramente staresti bene anche senza...>> borbotta passando la lingua sulle labbra.
Lentamente si avvicina finché i nostri piedi nudi non si toccano, dovrei arretrare, smorzare la tensione, fare qualsiasi cosa che non sia restare immobile.
Eppure non mi muovo.
Il piercing al sopracciglio brilla e gli occhi neri di Max sembrano illuminarsi sempre di più, allunga una mano e la posa sulla mia guancia.
<<Perché indosso una tua maglietta?>> rompo il silenzio e soprattutto il momento strano che si è creato.
Potevamo beccare un bacio pazzesco, se non di più, e tu hai rovinato tutto!
Max si allontana di scatto, abbassa la mano e si stringe nelle spalle.
<<Perché i tuoi vestiti erano sporchi di vomito.>>
Resto a bocca aperta.
Questa proprio non me l'aspettavo!
Chino il viso, in imbarazzo.
<<Dimmi che non ti ho vomitato addosso.>> mormoro spiazzata e piena di vergogna.
<<Vorrei tanto dirti di no, ma mentirei.>>
Oddio.
Vorrei sprofondare in questo stesso istante.
<<Ecco perché dovrei fare una bella doccia, e dovresti farla anche tu. Puzzi di vomito dolcezza.>>
Alzo gli occhi verso di lui e lo fulmino con un solo sguardo.
<<Scusa mister simpatia per avere un odore a te sgradito! Rimedierò subito!>> sbotto irritata.
Se puzzi, lui che colpa ne ha?!
Max ride e si passa una mano tra i capelli, il movimento mi distrae e per tenere a bada gli ormoni porto una mano sul viso.
Devo contare fino a dieci, altrimenti o lo uccido oppure lo bacio.
Punterei più sulla prima...
<<Possiamo sempre farla insieme la doccia.>> propone baldanzoso.
Eh certo!
Ma con chi crede di avere a che fare?!
Con i pugni stretti e pervasa dalla rabbia gli punto un dito contro.
<<Chi diamine pensi che sia?! Una delle tue solite troiette?!>> ringhio.
Lui indietreggia con le mani alzate.
<<Wo wo wo! Calma tigre!>>
Mi avvicino al letto e gli lancio un cuscino, con l'intento di colpirlo al viso.
Max lo schiva facilmente e si vendica lanciandone due contemporaneamente.
Mi abbasso per evitarne uno ma il secondo si abbatte sulla schiena facendomi innervosire ancora di più.
Non so come ma ci ritroviamo invischiati in una lotta con i cuscini all'ultimo sangue.
Dai che ti stai divertendo!
Si ma non lo ammetterò mai!
Max ride e mi lancia di peso sul letto dopo l'ennesima cuscinata, schiacciandomi sotto il suo peso.
Ridendo non mi rendo conto di essere ad un soffio delle sue labbra e anche Max sembra rendersene conto a scoppio ritardato.
I suoi occhi si sgranano e si concentrano sulle mie labbra, sembra interdetto e so che dovrei dire qualcosa, qualsiasi cosa per spazzare via questo momento esattamente come prima.
Eppure sta volta non ci riesco, forse perché non voglio farlo.
Max si avvicina ipnotizzato, chiudo gli occhi in attesa che le sue labbra carnose tocchino le mie.
Chissà se sono morbide come sembrano...
<<Vado a fare la doccia.>>
Apro gli occhi e Max è già in piedi con i vestiti puliti in mano.
Senza dire altro entra in bagno e chiude la porta.
Che cavolo è appena successo?
Cos'è che ti rode di più? Che non ti abbia baciato o che non avresti dovuto farlo avvicinare così tanto?
Con il cuore in gola e il fiato corto sguscio fuori dal letto, passo una mano tra la matassa di capelli che mi ritrovo tirandone alcune ciocche.
Perché non l'ho fermato?
Perché si è tirato indietro?
Non sembra un ragazzo che si fa problemi a baciare una ragazza, forse non è come pensavo.
Oppure non gli piaccio abbastanza.
Sei un casino che cammina, con un bagaglio non indifferente, chi ti vorrebbe mai?
Non è questo il punto, sono io che non dovrei desiderarlo!
Il mio cuore non è pronto per una relazione, si sta ancora curando, non ne sopravviverebbe, sopratutto con un tipo come Max.
Equivarrebbe ad un suicidio perché non ci si può fidare, è un ragazzo che vive alla giornata e io non sono così.
Allora tienilo lontano, niente debolezze.
Apro l'armadio e tiro fuori un paio di pantaloni neri di una tuta e una felpa rossa.
Vorrei tirare qualcosa che non siano i miei capelli, distruggere qualche vaso o tirare un pugno al muro ma non faccio nulla di tutto ciò.
Con un sospiro esco dalla stanza e mi rifugio in un altra stanza, più piccola e spoglia ma con il bagno annesso.
Chiudo la porta a chiave e mi butto sotto il getto d'acqua freddo, con il solo obiettivo di non cadere nella rete di Max.

Il solito casino. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora