Capitolo 40

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<<Non dovresti essere qui>> dico, vedendo Stefano sgusciare nella mia stanza da letto.

Ultimamente adorava il rischio di essere scoperto dai miei genitori, forse desiderava davvero morire giovane. Lo osservo chiudere la finestra, e sistemarsi i capelli scuri con una mano. L'arrampicata non lo aveva scalfito, non aveva neanche il fiato corto.

<<Lo dici tutte le volte>> risponde, sorridendo. Quando fa così è impossibile resistergli, e lo sa.

<<Lo so, ma se sei recidivo non è di certo colpa mia>> lo provoco, senza voltarmi. Sfilo gli occhiali da vista e li appoggio sul libro di matematica, odio essere interrotta quando studio.

<<Quante storie... sappiamo entrambi che in realtà adori avermi nella tua camera>> dice, sfacciato. Ma ha ragione, mi conosce bene.

Stefano si stira la maglietta grigia sul petto e si avvicina alla scrivania, così tanto che vengo inondata dal suo profumo speziato. Chiudo gli occhi e cerco di restare calma, sono sempre troppo agitata con lui in giro.

<<Non dovresti essere qui>>

Il moro fa girare la sedia e si abbassa al mio stesso livello, il suo viso così vicino da farmi trasalire. I suoi occhi azzurri sono intensi, velati da quello che identifico come desiderio. Senza aggiungere altro mi bacia, appoggia una mano sul bracciolo e mi lecca le labbra.

<<Credo che sia arrivato il momento Aurora>> mormora, con una mano che mi sfiora la clavicola.

Ne avevamo già parlato qualche giorno fa, non avrei fatto sesso con lui, non ancora almeno. E di certo non in casa mia, con i miei genitori di là. Assolutamente no.
In più non ero così sicura da voler fare il grande passo, non ero mai stata con nessuno prima d'ora e l'idea mi rendeva nervosa. Se non fossi stata brava abbastanza? Se dopo averlo fatto mi avrebbe lasciata?

<<Non ti farò male, te lo giuro. Non più del necessario>> continua, baciandomi il mento e scendendo verso il collo.

Stefano non si poteva considerare un esperto ma di certo sapeva come muoversi, che tasti premere. Come convincere una ragazza a compiacerlo.

<<Devo studiare>> dico, cercando di riprendere il controllo del mio corpo.

I suoi baci mi danno alla testa, ognuno di essi è una stoccata contro il mio muro. Non voglio che crolli, non voglio abbandonarmi a lui, non voglio avere paura del futuro.

<<Puoi farlo più tardi, e poi sappiamo entrambi che questi esercizi sono per la prossima settimana>> insiste, accennando un sorriso furbo.

<<Chiudi la porta a chiave>> gli ordino, cedendo quel tanto che basta per farmi battere il cuore più veloce del normale.

Stefano obbedisce subito, poi torna da me, mi fa alzare e mi abbraccia stretto. Resto rigida come una statua, non sono tranquilla, la mia agitazione altro non è che terrore. Non voglio perderlo, non voglio perdere il nostro rapporto. E questo...quello che vuole fare potrebbe rovinare tutto.

<<Non cambierà niente amore, te lo giuro. Sarò sempre lo stesso stupido ragazzo innamorato perso di te>> dichiara, con il mio viso tra le sue mani.

Ed è esattamente quello che volevo sentire, piano piano il terrore si attenua fino a sparire. Lascio che mi baci, che mi sfili la maglietta e mi faccia indietreggiare verso il letto. So già che farà male, ma sono certa che ne varrà la pena, per lui, per noi."

Il solito casino. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora