Capitolo 41 (parte 2)

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Quella nello specchio non posso essere io. Sono stata torturata da un estetista e da Giulia per ben due ore, ma se il risultato è questo ne è valsa veramente la pena. Il vestito nero mi fascia alla perfezione, mettendo in evidenza la scollatura senza risultare volgare.

<<Meravigliosa>> sospira la mia amica, lasciandosi cadere sul mio letto.

<<Hai fatto un lavoro eccezionale>> le dico, indicando il trucco. È riuscita a valorizzare le linee del mio viso senza esagerare, sembra quasi naturale.

<<Se la materia prima è buona è tutto fin troppo semplice tesoro>> minimizza, ma il suo sorriso soddisfatto dice il contrario.

Sto per ribattere quando un colpo alla porta mi fa sobbalzare, vado ad aprire e rimango senza fiato. Non sono l'unica in tiro stasera.

<<Ah>>

Questa è l'unica parola che pronuncia Cristiano mentre ci fissiamo da capo a piedi. Lui è bellissimo, come sempre, in un smoking nero e i capelli biondi tirati all'indietro. Gli occhi azzurri sono limpidi, quasi caldi.

<<Stai bene anche tu>> commento divertita, per spezzare la tensione.

Recupero la borsetta, salutiamo Giulia che non riesce a staccare gli occhi dalla figura del biondo, e in fretta arriviamo alla macchina. Prima di dividerci, Cristiano dà un bacio sulla guancia della mia amica, facendola sussultare.

<<Grazie per il tuo aiuto>> le dice, scompigliandole i capelli azzurri con una mano.

Giulia non ribatte, non dice nulla, si limita a fissare Cristiano senza fiato. Non l'ho mai vista così, nemmeno per quel coglione con cui usciva prima. La osservo tirarsi indietro, come se si fosse improvvisamente scottata, cerca di nascondere una smorfia infastidita e se ne va.

<<Che ragazza strana, nessuna aveva mai reagito così ad una mia carezza>> borbotta sovrappensiero il biondo, sbloccando le portiere dell'auto.

Evito di rispondere, perché non saprei cosa dire. La Giulia che conosco ci avrebbe riso su, lo avrebbe scostato subito e avrebbe fatto una battuta irriverente. Cristiano l'apprezzava proprio perché non aveva mai manifestato nessun sentimento nei suoi confronti, anzi, sembrava quasi che lei lo tollerasse a mala pena, o almeno così credevo. Ma quell'espressione... è la stessa che avevo io con Max. Gli occhi pieni di meraviglioso stupore, di speranza.

Dio mio, non andrà a finire bene...

Cristiano parte e per tutto il tragitto non diciamo una parola. Siamo entrambi nervosi, e mi chiedo come diavolo ho fatto ad accettare una cosa del genere. È ovvio che non sono pronta a trascorrere una serata con Max nelle vicinanze per tutto il fottuto tempo! E pure accompagnato...

<<Au, siamo arrivati>> annuncia il biondo, toccandomi delicatamente una spalla. Deve avermelo ripetuto più di una volta perché mi guarda con la mascella contratta, un po' spaventato. Devo essermi persa nei miei pensieri, nelle mie paure.

<<Oh, si certo. Andiamo>> blatero, con le mani tremanti che cercano di aprire lo sportello.

<<Sei ancora in tempo Aurora, posso riportarti a casa in un attimo, basta una parola>> mi blocca, prendendo le mie mani tra le sue.

Lo guardo e capisco che il mio stato d'animo è anche il suo. Non so chi dovrà affrontare esattamente ma nei suoi occhi c'è paura, vulnerabilità, tristezza e irritazione. Non vuole stare qui ma non ha altra scelta, io invece ce l'ho. Prendo un respiro profondo, mi mordo un labbro e cerco di distendere i nervi.

Cibo gratis, alcol gratis.
Posso farcela, che sarà mai?
Magari alla fine mi divertirò anche.

<<Andiamo>> mormoro, accennando un sorriso poco sicuro. Ma ci provo, devo convincermi che andrà tutto per il verso giusto.

Il solito casino. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora