" <<Come ti senti?>> domanda il ragazzo fermando la vespa davanti il cancello aperto del mio istituto.
Scendo dal motorino con le gambe molli e gli restituisco il casco.
<<Grazie per l'aiuto, ora devo andare prima che mi becchi un altro ritardo!>> mormoro sentendomi vuota e fredda, cosa non da me.
Lui si toglie il casco e sorride senza mostrare la dentatura perfetta.
<<Come ti chiami?>> domanda come se avessimo tutto il tempo del mondo.
<<Aurora, ma senti devo davvero andare, un altro ritardo e mamma mi uccide!>> dico arretrando di un passo.
Il ragazzo sorride ancora di più e allunga una mano.
<<Piacere Aurora la ritardataria, mi chiamo Stefano.>>
Gli stringo la mano ma ho davvero troppa fretta.
<<Grazie di tutto davvero, ci si vede!>>
Lo osservo scuotere la testa divertito, infilare il casco e partire.
Nel frattempo corro verso l'entrata e incontro le mie migliori amiche: Eleonora e Ilaria.
<<Tesoro buongiorno! Hai una pessima cera, che hai?>> domanda Eleonora preoccupata mentre saliamo la prima rampa di scale.
<<Ma soprattutto perché eri con quel figo? Chi è? Ha l'aria famigliare...>> dice Ilaria afferrandomi il braccio.
Arriviamo in classe e Laura mi dedica una bella occhiataccia, giusto per iniziare bene la giornata.
<<Non lo conosco, so solo che si chiama Stefano.>> farfuglio lanciando lo zaino sul mio banco, l'ultimo a sinistra.
Ilaria strepita come una pazza e saltella sul posto.
<<Che le prende? Le hai fatto prendere il caffè per caso? Lo sappiamo come reagisce alla caffeina.>> dico ad Eleonora.
<<Che sceme che siete! Aurora hai conosciuto Stefano De Palma! Ma ti rendi conto?!>> strilla stringendomi in un abbraccio decisamente eccessivo.
<<Smettila Ila, mi stai stordendo e stritolando!>> cerco di scrollarmela di dosso e mi sussurra nell'orecchio con fare cospiratorio.
<<È un ragazzo nuovo, del liceo, fighissimo! Bravissima ragazza mia!>>
Alzo gli occhi al cielo e mi siedo al mio banco proprio nel momento in cui la professoressa di matematica entra in aula.
<<Continuiamo dopo...>> ammicca Ilaria sedendosi davanti a me.
Oddio, spero proprio di no.
Il mio obiettivo era chiaro: finire la scuola con il massimo dei voti e accedere ad una buona università, laurearmi e trovare lavoro.
Una bazzecola insomma...
Un ragazzo avrebbe scombussolato i miei piani, una distrazione inutile e per niente necessaria.
Quindi non davo tanto peso a quel ragazzo, mi aveva aiutato ma la cosa finiva lì.
Come mi sbagliavo..."Mi sveglio di colpo, sudata fradicia, con la frangia incollata alla fronte.
Afferro il cellulare ed è l'una di notte, detesto questi cavolo di incubi.
Dormire con Max mi aveva fatto bene per quanto sembri stupido vorrei averlo con me adesso.
Non siete nulla e già vorresti averlo nel tuo letto, non che mi lamenti chiaro.
Le sue braccia mi hanno fatta sentire al sicuro, protetta ed era stato piacevole per mille motivi diversi.
L'idea di bussare alla sua porta è forte eppure non servirebbe perché so che non è rientrato. Scendo dal letto e infilo la felpa rossa di Max sul pigiama con il cappuccio alzato, il suo profumo mi invade le narici ed è come se fosse qui con me.
Pantofole ai piedi con il cellulare in tasca e la chiave della stanza in mano esco fuori, il silenzio è quasi surreale.
Quando gli spagnoli smettevano di urlarsi contro l'edificio sembrava quasi vivibile. Faccio le scale ed arrivo al piano terra, le luci sono state spente e il guardiano notturno è seduto a guardare un programma in tv.
Lo saluto con un gesto della mano e un sorriso tirato prima di aprire la porta ed essere sferzata dal vento gelido, mi stringo di più nella felpa e mi siedo sulla panchina nel giardino.
Il freddo è l'unica cosa che sento, risveglia i sensi ed offusca gli incubi.
Accendo una sigaretta e fumo, ascoltando i suoni della notte.
<<Non riesci a dormire?>>
Alzo gli occhi di scatto e Cristiano sorride con una mano tra i capelli biondi.
<<Posso?>> chiede indicando la panchina.
<<Certo, accomodati pure.>> rispondo leggermente agitata.
Si siede e resta in silenzio.
<<Non ti vedo da un po'.>> dico, tanto per stemperare la tensione e quello stupido silenzio forzato.
<<Già, dopo il casino sono stato via da Viterbo.>> afferma vago appoggiando la schiena al legno scheggiato.
Non ci vedevamo da un bel po', eppure era rimasto lo stesso bel ragazzo che ricordavo.
I capelli biondissimi brillano quasi e la felpa nera che indossa gli sta divinamente.
Continuo a fumare e il discorso cade senza che lui aggiunga una parola.
<<Ce l'hai con me vero?>> domanda a bassa voce.
<<Perché dovrei?>>
<<Perché sono sparito senza dirti nulla.>>
Alzo un sopracciglio, stupita.
Si, ci ero rimasta male.
Insomma, era scomparso da un giorno all'altro senza dire niente!
<<Non mi devi alcuna spiegazione, io non sono nessuno per te per poter pretendere qualcosa.>> ribatto sicura di me, anche se le mie stesse parole hanno un sapore amaro.
Perché? Vuoi anche il bel Cristiano? Non ti basta Max?
Non voglio nessuno dei due.
Stare da sola è rassicurante, almeno evito di soffrire come un animale.
Come l'ultima volta?
Appunto. Ho imparato la lezione.
Cristiano sussulta e volta il viso verso il mio costringendomi ad incontrare i suoi occhi chiari.
<<È proprio questo il punto principessa. Vorrei che tra noi si costruisca qualcosa di solido, vorrei conoscerti meglio.>> sussurra a fior di labbra.
Il cuore ce l'ho in gola, questa era l'ultima cosa che mi sarei aspettata!
Ma ha bevuto? Ha battuto la testa?!
<<Non so nemmeno il tuo cognome Cristiano, non ti conosco.>> balbetto annegando nei suoi occhi.
<<Vorrei porre rimedio a questo, voglio conoscerti. Se tu lo vuoi.>>
Allibita e lusingata allo stesso tempo avverto la sua mano accarezzarmi la guancia e il suo viso avvicinarsi ancora di più.
Non vorrà...?
Mi tiro indietro cercando di respirare normalmente.
<<Cosa ti fa credere che io lo voglia?>>
Cristiano sbianca e sembra pentirsi per aver osato troppo.
<<Scusami davvero, non so cosa mi sia preso...>>
<<Non è successo nulla tranquillo, però devi sapere che io non sono come le ragazze con cui sei abituato ad uscire.>> affermo con la voce leggermente incrinata, vuole conoscermi ma non capisce quanto questo sia difficile per me.
<<Lo so Aurora, pensi che non lo abbia capito?>> dice duro ma determinato.
<<Tu non capisci cosa mi stai chiedendo...>>
Mi prendo la testa tra le mani e Cristiano posa una mano sulla mia spalla.
<<È per Max vero?>> domanda nervoso.
<<Che c'entra Max adesso?>>
<<Lui c'entra sempre.>>
Incontro i suoi occhi ed è serio, è come se mi stesso sfidando a dire il contrario.
<<Santo cielo, Cristiano...volevo solo stare un po' tranquilla, prendere aria e dimenticare l'incubo e non subire un interrogatorio!>> sbotto al limite della sopportazione.
Il silenzio ci avvolge di nuovo e sta volta non ho alcuna intenzione di parlare.
<<Mi dispiace, sono stato un completo idiota.>> ammette nascondendo gli occhi sotto il ciuffo biondo.
<<È che...Ti ho vista scendere dalla sua moto e ho pensato che ti avesse già conquistato.>> continua tirandosi i capelli.
<<Mi ha solo dato un passaggio, perché ti fai i film mentali?>>
<<Queste cose non avrei nemmeno voluto dirle, ho bevuto un paio di birre quindi ho perso i freni inibitori.>> ridacchia sconsolato.
Ecco. Ecco perché non è il Cristiano che sono abituata a vedere!
<<Quindi ora levo le tende altrimenti combino altri casini di cui mi pentirò sicuramente, come chiederti di uscire.>>
Rido e gli avvolgo il polso con la mano, trattenendolo.
<<Sei proprio strano da brillo, lo sai?>>
<<Specifica strano.>>
<<Strano carino, ma spero tu non faccia così anche con altre ragazze!>> ridacchio notando il suo bellissimo sorriso.
<<No, solo con te.>>
Lo osservo e il cuore batte più veloce, così mi alzo e lo saluto.
<<Ci vediamo domani principessa, ormai non vado da nessuna parte!>> dice sorridendo felice.
<<Ti chiederò di uscire sappilo!>> continua imperterrito.
<<L'importante è provarci no? Buonanotte Cristiano!>>
Lo lascio sulla panchina e mi dirigo al mio piano, più tranquilla e stranamente più leggera.
L'orologio segna le tre, scalcio via le pantofole e mi butto a letto con addosso la felpa di Max addormentandomi di colpo.
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Il solito casino.
RomanceTrasferirsi in una nuova città non è mai facile, lo sa bene la diciannovenne Aurora. L'università può essere dura, soprattutto se non si conosce assolutamente nessuno. Aurora è sola, può contare solo su se stessa. Trasferirsi lontano per dimentica...