Capitolo nove

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Ceniamo in un bellissimo e lussuoso ristorante che ci offre una vista a dir poco stupenda della notturna Melbourne.
Lewis mi racconta molte cose su di lui, dal suo inizio in Formula Uno alla recente vittoria del mondiale fino a cose un po' più personali e devo ammettere che trascorro una serata davvero piacevole.

Torniamo in hotel che sono le undici passate.
Mentre rido per una battuta che ha appena fatto l'inglese passiamo davanti alla sala dove si tiene la cena e vediamo tutti gli altri piloti che ci guardano.

<< Eccoli >> dice Felipe

<< Bastava guardare le storie su Instagram o le foto per capirlo eh >> gli risponde Valterri

<< Dove siete stati? >> dice il brasiliano

Lewis risponde e nel frattempo noto verso di me lo sguardo quasi severo di Sebastian e affianco a lui Daniel che si alza dalla sedia appena lo guardo.
L'australiano esce dalla stanza a passo svelto senza neanche salutare.
Bel coglione.

Appena Lewis finisce di raccontare a Felipe, lo saluto e dopo averlo ringraziato per la serata e aver ricevuto come risposta un sorriso e un: "grazie a te", mi incammino verso le scale con l'obbiettivo di raggiungere Daniel.

Poco dopo sono davanti alla sua stanza e busso un paio di volte, senza ricevere alcuna risposta. A questo punto, decido di andare nella mia stanza e di riposarmi, delusa dalla situazione.
Non capisco perché si stia comportando così, non ne vedo il bisogno ma sono comunque sollevata.
Forse è meglio così.
Sento che mi stavo legando troppo a lui e non è un bene.
Non lo dico per i commenti delle persone, anzi, di quelli non mi interessa, ma possono fare comunque la loro parte. Lo dico per quello che potrebbe succedere, insomma due piloti, per di più compagni di squadra che - "Che poi chi ha detto che lui è interessato a te?" dice una vocina dentro la mia testa, interrompendo il discorso mentale che stavo facendo

Con questi pensieri vado a dormire, domani inizia ufficialmente il mio primo weekend di Formula Uno e non voglio rovinarlo per nulla al mondo.


E' sabato sera quando torno in hotel dopo le qualifiche e numerose, troppe, interviste.

Settima posizione.
Non è il risultato che mi aspettavo ma è una buona base su cui costruire la gara di domani.

Io e Daniel non ci siamo rivolti la parola neanche una volta da giovedi, il che mi intristisce molto; tra di noi ci sono stati solo sguardi fortuiti.

A dire il vero mi manca nonostante ciò che penso, ovvero che sarebbe un grandissimo sbaglio lasciarmi andare con lui, e non lo dico solo per me.

Sto per aprire la porta della mia stanza quando sento la SUA voce.

<< Hai intenzione di ignorarmi ancora per molto? >>

<< Mi pare che quello che se ne è andato giovedì e non ha aperto la porta della sua stanza sia stato tu e non io >> ribatto soddisfatta mentre sorrido perchè finalmente mi ha rivolto la parola

<< Avevo i miei motivi >>

<< E quali sarebbero questi motivi? Sentiamo >> dico girandomi finalmente verso la sua parte e rimango atterrita per la nostra vicinanza

I nostri visi sono pericolosamente vicini, ancora di più rispetto alla giornata trascorsa in piscina.

<< Non si capisce? >> chiede sorridendo e avvicinandosi ancora di più facendomi toccare con le spalle la porta della mia stanza

Ora siamo praticamente incollati, i nostri nasi si sfiorano e riesco a sentire perfettamente il suo respiro.

Sento il mio cuore accelerare all'improvviso mentre lo guardo dritto nelle sue iridi marroni.

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