Capitolo quindici

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Mi guardo un'ultima volta allo specchio: indosso una tuta senza maniche con una fantasia che non riesco a descrivere.
So che è bianca e nera e basta questo.
E poi mi piace quindi non importa.

Sono stata inviatata a un party di GQ e ho deciso di andarci.
Ovviamente senza Daniel, innanzitutto è a migliaia di chilometri di distanza, e poi si è arrabbiato per un commento di Lewis sotto a una mia foto.

Per Sebastian che mi ha preso la mano davanti a tutti non ha detto niente, e si arrabbia per dei commenti?

Ma fa seriamente?

Assurdo per un uomo di ventotto anni.

Non sto neanche a commentarlo.

Non ha risposto ai miei messaggi e non l'ho più ricercato da allora.

Mi mette in dubbio? Bene, vaffanculo.

Non gli vado sicuramente dietro.

Anche se devo ammettere che mi manca.
E molto.
Stare lontani è già difficile, se poi non ci sentiamo neanche, il tutto si complica ancora di più.

Per fortuna però, ci vediamo tra tre giorni, in Canada.
Ovviamente non sarò io a fare il primo passo.

È lui che ha fatto il coglione e mi ha ignorato, la dignità prima di tutto.

Aspetterò una sua mossa.

E spero di non restare delusa.

Quaranta minuti dopo, causa traffico londinese che come sempre si fa sentire, arrivo nel luogo dove si tiene l'evento.

Scendo dalla macchina che mi ha accompagnato non prima di aver ringraziato l'autista con cui ho avuto una bella conversazione riguardante l'attualità e su come mi sono sentita a vincere a Monaco.

Il tempo è volato nonostante il traffico, mi sono trovata bene anche se era praticamente uno sconosciuto.

Appena arrivo, vedo un sacco di fotografi che però mi impediscono la visuale su chi stiano fotografando o per lo meglio accecando visto che saranno una trentina.

Uno di loro però si gira e dice il mio nome, facendo girare gli altri, offrendomi un piccolo spiraglio.

È Lewis.

Anche l'inglese si volta verso di me e chiama subito il mio nome appena poggia i suoi occhi marroni sui miei.

Bene ma non benissimo.
Ho litigato con Daniel per colpa sua e me lo ritrovo anche qui.

Mi avvicino a lui, che mi saluta lasciando un bacio sulla mia guancia.
Sorrido nervosa e imbarazzata allo stesso tempo.

<< Ti trovo anche qui, penso proprio sia destino che noi due stiamo insieme >> dice mentre facciamo delle foto

<< Tu dici? >>

<< C'è qualcosa che non va? >> dice notando il mio atteggiamento e cambiando completamente il discorso

<< No tranquillo >>

<< Puoi parlare con me, anzi, ci siamo un po' persi di vista in questi ultimi gran premi rispetto a Melbourne e ai test >>

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