Capitolo ventotto

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Quella di Sebastian.

<< Adele so che sei qui, ti ho sentita due secondi fa piangere >>

Le parole muoiono dentro la mia bocca.
Non riesco nemmeno a parlarne.

<< So anche cosa è successo, ho sentito la conversazione >>

Silenzio.

<< Cazzo apri, dannazione Adele! >>

È la prima volta che lo sento parlare così e con quel tono di voce.
Arrabbiato.
Ma preoccupato allo stesso tempo.
Forse lo fa per scuotermi.
E ci riesce.

Scendo dal letto poco dopo, con un dolore lancinante alla testa causato dal pianto.
In più mi sento gli occhi gonfi e pesanti come due palloni da basket.

Sono in condizioni pietose, ma poco mi importa.
E sono sicura non importi nemmeno a Sebastian.

Apro la porta e davanti a me trovo ovviamente il tedesco, che appena mi vede in quello stato, sembra quasi sussultare.

<< Dio Adele smett- >>

<< Tu lo sapevi? >> lo interrompo subito con tono di voce sprezzante

<< Co- cosa stai dicendo? Come puoi solo pensarlo! Ci tengo a te, più di quanto tu immagini >> dice tutto d'un fiato, come se non vedesse l'ora di dirlo

Quelle parole, per quanto possibile, mi toccano. Ho sempre notato che Sebastian ha un comportamento abbastanza particolare e protettivo con me, e devo dire che se ne sono accorti in molti, ma personalmente non ci ho mai dato peso o importanza.

Mi sposto leggermente e gli lascio lo spazio necessario per entrare in camera.

<< Non voglio parlarne in corridoio, sai, non siamo soli >> gli dico, come per giustifare il perché di quel gesto

<< Giusto >>

Appena il tedesco chiude la porta, mi butto tra le sue braccia e scoppio di nuovo in lacrime.

Sebastian per tutta risposta ricambia quel contatto e mi sussurra varie parole, a me in quel momento incomprensibili.
Sono davvero a pezzi.

[....]

Non so nemmeno come, ma dopo un lasso di tempo a me indecifrabile, mi ritrovo sdraiata nel letto, affianco al tedesco. Rispetto a prima sono più calma, la sua presenza mi tranquillizza sempre, non so perché ma mi sa di casa, di qualcuno di familiare.
Qualche lacrime scorre ancora sul mio viso, ma cerco di non farle notare a Sebastian, asciugandole subito.

Mentre guardiamo entrambi il soffitto della stanza, inizio a parlare, o meglio, a riflettere a voce alta.

<< Sono stata una stupida a non accorgermene, cosa mi passava per la testa? >>

<< Non darti colpe che non hai >> risponde immediatamente lui

<< Mi ha preso in giro tutto il tempo Sebastian, e io gliel'ho lasciato fare, cosa credevo di aver trovato? L'amore della mia vita? >> dico con amarezza

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