Capitolo quarantesei

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<< Ciao >>

Conosco fin troppo bene quella voce, seppur è stata un sussurro, l'ho riconosciuta perfettamente.

Mi volto verso mia madre, sorpresa.   

<< Quattro giorni dopo equivale al tuo arrivo subito? Pensavo fossi meglio di così >>

Vengo subito abbracciata dalla donna, che non risponde alla mia risposta acida.
In fondo sono contenta della sua presenza e in più, ora come ora, non ho la testa per portare avanti una discussione con lei.

<< La mia bambina...>> dice stringendomi con le sue braccia ancora più forte

Ricambio quel contatto, guardandomi però intorno preoccupata, come se avessi il presentimento che qualcuno mi stesse guardando.

E infatti, neanche a farlo a posta, trovo su di me gli occhi fissi dell'ultima persona al mondo che vorrei vedere adesso.

Forse.

Lewis.

L'inglese mi saluta con un cenno con la testa, saluto che ricambio facendo il medesimo gesto.
Mi stacco da mia madre, continuando però a guardare l'uomo che si trova a qualche decina di metri da me. È con il suo manager e probabilmente starà raggiungendo il suo team per il briefing.

Cosa che io ho praticamente evitato.

Riporto lo sguardo su mia madre e le sorrido dolcemente.

<< Andiamo a mangiare qualcosa? >>

La donna annuisce e usciamo in breve tempo dal paddock, mentre provo, invana, a lasciare dietro tutti i pensieri e i problemi.

[....]

Arrivo in hotel insieme a mia madre dopo aver trascorso il resto del pomeriggio con lei.

Una vocina dentro di me mi ripete continuamente di darle ancora un'altra possibilità.
E forse farò davvero così.

In fondo è tutto quello che mi resta della mia famiglia.

Sto raggiungendo la mia stanza, dopo aver accompagnato mia mamma nella sua, quando incontro Sebastian.

<< Ehi >>

Sono io la prima a salutarlo, diversamente dalle altre volte.
Dopo il mio incidente sono stata praticamente solo con lui, e a essere sincera la sua compagnia non mi è dispiaciuta.
Forse mi sto anche affezionando a lui.

<< Ciao Adele! Sei sopravvissuta a tutti i giornalisti a quanto vedo! >>

Considerando il fatto che ho saltato il briefing e ignorato le decine di chiamate che mi sono arrivate da tutto il team, e contando che sono andata via praticamente subito dal paddock, i giornalisti mi hanno perseguitato solo al mio ingresso.

Non oso immaginare cosa mi aspetta domani.
Mi auguro soltanto di non rimanere sola con Horner, cosa che invece accadrà quasi al cento per cento.

Te lo meriti, stupida.

Sono ancora immersa nei miei pensieri quando la voce del tedesco mi riporta alla realtà.

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