Capitolo dodici

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Un mese dopo, Daniel e io stiamo raggiungendo insieme la quarta tappa del mondiale: Montecarlo, uno dei circuiti che adoro di più.
Infatti qui ho sempre vinto nelle categorie minori.
E poi diciamocelo, è Montecarlo, la gara più attesa dell'intero calendario.

Dopo il gran premio di Spagna, Daniel e io, siamo stati ua casa mia, un piccolo appartamento nel caotico centro di Londra.
Sono stata da favola, viverlo così da vicino per una settimana mi ha fatto capire ancora di più che è davvero una persona speciale e che insieme stiamo davvero bene, nonostante le differenze dei nostri caratteri.
È una persona solare, quando c'è lui sono senza pensieri e mi diverto davvero. Fa battute su battute e sdrammatizza molto, ma nonostante ciò è serio nei momenti in cui deve esserlo.
Mi piace come pensa e il tempo vola con lui.

Stiamo raggiungendo Monaco in una barca e sentire l'odore del mare mi rilassa ancora di più.

<< Ti piace Montecarlo vero? >> domanda dopo un po'

<< Si vede così tanto? >> sorrido

<< Beh, ti ricordo che non hai fatto altro che dire quanto adori questo circuito, l'atmosfera che si respira e di ricordarmi le tue vittorie in categorie minori, quindi si, si vede tanto >>

Vorrei avvicinarmi a lui e baciarlo, ma gli resto seduta davanti nel divanetto a causa della presenza del conducente della barca.
Se voglio stare con lui, questo è il prezzo da pagare.
Non mi lamento, anzi, preferisco stare con lui in questo modo che non starci affatto.
Ho seguito il consiglio di Grace, mi sono lasciata andare.
Spero di non pentirmene, anche se sono quasi sicura che Daniel non mi farebbe mai nulla di male in modo volontario.

L'australiano interrompe i miei pensieri.

<< Pronta per l'evento di stasera? >>

Il mio primo "red carpet" se così lo possiamo chiamare.

<< Si dai >>

<< Cosa ti metterai? >>

Sorrido.

<< Lo vedrai stasera >>

<< Non vedo l'ora >>

L'hotel in cui alloggiamo è spettacolare.
Non a caso siamo a Montecarlo, dove il lusso è la parola d'ordine.
Daniel e io abbiamo preso le stanze affianco, e non c'è bisogno neanche di spiegare il perché.
In realtà le prendiamo solo per evitare sospetti visto che alla fine stiamo sempre in una unica stanza.

Sono davanti allo specchio della mia stanza e sto provando a chiudere la cerniera del vestito che indosserò stasera.
È un vestito lungo nero, con uno spacco sulla gamba destra. Il corpetto sembra ricoperto da fiori e adoro questo dettaglio.
Ci ho messo un po' a sceglierlo, diciamo che tutti i miei complessi non hanno facilitato la decisione finale.

Sento bussare alla porta.

<< Daniel sei tu? >> domando subito

<< Si, apri >>

Vado ad aprire la porta e appena la spalanco Daniel mi guarda sbalordito.
Stessa mia reazione.
Indossa uno smoking blu scuro, una camicia bianca e un papillon nero.
Sta da dio.

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