Capitolo 1

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Addison
-Signorina non ti azzardare a chiudermi il telefono in faccia!- Neanche il tempo di dirlo che un ormai familiare 'tu tu tu tu tu' invade le mie orecchie.
-Non ci posso credere!- Sbatto il palmo della mano sul tavolino del salotto.
-Dai amore, lasciala stare, ha solo sedici anni.- Edward mi accarezza la schiena mentre alzo gli occhi al cielo.
-Si ma non ne ha diciotto, per cui è sotto la nostra responsabilità.-
-Tranquilla, è abbastanza responsabile per avere la patente, figuriamoci se non lo è per fare un giro a San Diego.-
-Ma è una settimana che fa cazzate una dietro l'altra... per fortuna ci sei tu, perché altrimenti la starei già rincorrendo con la macchina.-
Appoggio la testa sulle sue gambe e mi lascio massaggiare da lui.
-Ed... la pasta!- Mi alzo di scatto correndo dal salotto alla cucina e spengo il fuoco prima che sia troppo tardi. La scolo, la metto in tre piatti e la ricopro con panna e prosciutto.
-Bruciata?- Ride Ed aprendo la portafinestra della cucina per far uscire tutto il vapore.
-No tesoro, ma ci mancava poco.-
-Molli dorme ancora?- Mi circonda da dietro i fianchi con le braccia e appoggia la testa nell'incavo del collo.
-Si amore, è nel nostro letto quindi non entrare in camera che ha il sonno leggero!-
-Beh, me ne sono accorto due settimane fa quando si è messa ad urlare 'Mamma' finché non sei tornata e non l'hai tranquillizzata tu.-
-Già, non ho idea di come faccia la Signora Willer, ma io non riuscirei ad avere una figlia così. A proposito, ho cucinato anche per lei così quando torna può mangiare.-
-Vedi che sai essere dolce quando vuoi?- Ride e mi bacia.
-Ed... veramente la mamma mi ha detto che il prossimo mese verranno Jordan e July... più o meno verso la metà di luglio- chiudo gli occhi mentre lo dico.
-Ok, ma Dan?-
-Tre giorni e se ne va.- Scoppia a ridere per la mia espressione.
-Si vede molto che sono stanca? A furia di urlarle non ho energie...-
-Abbastanza... dai alla fine è tua sorella, solo che non la ricordavo per niente così.-
-Già neanche io, chissà cosa l'è successo. Sai che non è la stessa neanche con Jo? Quando siamo stati da loro l'ultima volta, non si guardavano neanche in faccia ma pensavo che fosse una mia impressione eppure non lo ha nominato neanche una volta da quando è qui, e questo è strano considerando che sono gemelli e che hanno sempre fatto tutto insieme.-
-Addy io, sinceramente, lo avevo notato anche l'anno scorso a Natale: come uno entrava nella stanza, l'altra usciva e viceversa.- Mi giro preoccupata verso di lui e mi passo una mano sul viso.
-Quando torna cercherò di capirne qualcosa.- Il rumore di un pianto infantile invade la casa.
-Oh no, la peste si è svegliata...- Rido per le parole di Ed e mi precipito in camera nostra. 
-Molli, tesoro, tranquilla sono qui.- La prendo in braccio e la tranquillizzo coccolandola.
-Andiamo di là che ti preparo da mangiare?- Annuisce con la testolina e ritorno in cucina dal mio ragazzo con lei tra le braccia.
-Omogeneizzato alla carne, uno alla frutta, biberon ed ecco i due cucchiaini e il tovagliolo.- Mi elenca le cose mettendole sul tavolo. Non posso far a meno di sorridere e mi avvicino a lui per stampargli un bacio sulle labbra.
-Grazie.-
-Di niente amore, fai mangiare lei e poi mangiamo insieme?- Eccolo, ci risiamo... Sento il secondo 'attacco' della settimana. In tre anni e mezzo di convivenza con Ed, ho avuto solo cinque o sei di quelli che io chiamo 'attacchi anoressici': in pratica si tratta semplicemente del fatto che non vorrei fare nulla, vorrei solo rannicchiarmi in un angolino del letto, sotto le coperte, al posto di mangiare o di parlare. Il problema è che un paio di volte mi è anche venuto il conato ma, fortunatamente, questa non è una di quelle volte. Odio trovarmi ancora in questo stato, lo odio così tanto che non ho avuto il coraggio di mettere al corrente il mio ragazzo.
-Ma poi si fredda. Tranquillo mangia tu e dopo mangio io.- Cerco di camuffare ciò che realmente provo e apro il primo omogeneizzato per darlo alla bambina.
-Sicura? Se vuoi ti aspetto non ci son...-
-Si, sicurissima.- Il tono della voce esce diverso dal solito e subito mi affretto a sorridere.
-Ok...- Mi guarda strano per poi iniziare a mangiare.
-Avanti piccolina, la settimana scorsa lo hai divorato!- Tento un numero infinito di volte di imboccarla ma con scarsi risultati.
-Prova questo.- Afferra il telecomando dal tavolo e accende la TV impostandola su un canale per bambini. La risata di Molli echeggia nella stanza e ne approfitto per farla mangiare.
-Ha funzionato anche con te tre anni fa.- Alza le spalle e risponde al mio sguardo perplesso tra un boccone e l'altro di pasta.

-Va bene signora Willer, a sabato.- Saluto la donna difronte a me dandole la bambina e chiudo la porta.
-Finalmente!- Ed alza in aria le braccia in segno di vittoria.
-Sto morendo di sonno, spero solo che Dan non arrivi tardi perché so di non riuscire a reggere più di un paio d'ore.-
-Intanto vieni qui, poi quando arriverà Danette penseremo a lei.- Mi fa segno di mettermi affianco a lui e lo faccio ma non prima di prendere il mio telefono dalla cucina. Appoggio la testa sul suo petto ed una mano sul torace constatando che i suoi muscoli crescono ogni giorno di più.
-Quante ore di palestra hai fatto oggi?-
-Poche, solo tre.-
-Poche? Amore, non ti fissare sul fisico, prenditi una pausa almeno ora che siamo in estate.- Gli faccio il labbruccio e lui mi sorride per poi baciarmi.
-E va bene, domani niente palestra...-
-Si!- Esulto contenta mettendomi su di lui per abbracciarlo. Ricambia ridendo e mi fa stendere sul divano per poi mettersi su di me. Mi lascia una scia di baci fino alla base del collo.
-Amore se...- non riesco a fingere la frase che si sente un rumore di chiavi nella serratura. Ci ricomponiamo prima che mia sorella entri nella stanza ma passano diversi secondi e quel rumore continua ad esserci.
-Oh, accidenti!- L'urlo di mia sorella attraversa la porta e mi fa trasalire. Mi alzo per aprirle e lei mi ringrazia con un cenno della testa.
-Una settimana qui e non ho ancora capito come si fa ad aprire la porta d'ingresso.- Fa per andarsene in camera ma la prendo per il braccio.
-No, no, non credi di doverci delle spiegazioni?-
-Riguardo a cosa?- 
-Ieri notte sei tornata alla tre e mezza, quando ti sei alzata all'orario di pranzo sei stata due ore in camera e poi sei uscita e sei appena tornata. Che ti sta succedendo? Non ti riconosco più.-
-E certo che non mi riconosci più, sono tre anni che vieni solo per le vacanze. Di chi ti ricordi? Di una bimba di dieci anni che fa tutto quello che la mamma le dice?- Il tono di voce che usa, è probabilmente la parte peggiore della situazione, è come se mi disprezzasse al punto da non essere più legata a me come una sorella. Entra nella camera degli ospiti sbattendo la porta alle spalle.
-Non credevo di aver fatto tanto schifo come sorella maggiore.- Ed viene verso di me e mi prende le mani tra le sue.
-Amore ascoltami, tu non hai fatto schifo come sorella, sei stata fantastica. E quando te ne sei andata lo hai fatto perché ne avevi bisogno per te stessa, perché non potevi mettere sempre gli altri davanti a te. Era la tua salute la cosa fondamentale. Probabilmente Danette ti ha risposto male senza neanche volerlo, sono sicuro che non pensa ciò che ha detto.- Mi lascio cullare tra le sue braccia, da sempre il mio posto sicuro. Non smetterò mai di ringraziare il cielo di avermelo fatto conoscere, mi ha stravolto la vita, mi ha insegnato a vivere.

Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora