Capitolo 19

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Danette
-Parcheggia all'angolo, così non si vede la macchina.- Dico prima di prendere il mio zaino e metterlo dietro la schiena.
-Quindi entro dalla finestra?-
-Scherzi? Tu entri con me, male che vada poi facciamo finta che te ne sei andato.- Sorride e mi bacia.
-Dobbiamo rivedere la cosa dei baci, magari darci delle reg...- Mi zittisce con un altro bacio e questa volta mette le mani dietro la mia testa. Approfondisce il bacio premendo con la lingua sulle mie labbra. Le schiudo d'istinto facendola entrare.
-Mancano due minuti alla loro cena, se entro ora con te, ti vedrà sempre di buon occhio e ti conviene perché quella donna è tutta strana.- Mi stacco da lui scendendo dalla macchina.
-Più di te?- Fa la stessa cosa per poi affiancarmi sul vialetto di casa.
-Fidati, molto di più. Allora... niente parole come scopamici, sesso o derivati perché a casa mia i muri hanno le orecchie, e per orecchie intendo quelle di mia madre. Sente qualunque cosa.-
-Tranquilla, amore.-
-Ecco, quella la dovresti limitare...-
-Non esageriamo Dan, facciamo che non dico amore se mi fai dire porno.-
-Poi dire amore tutte le volte che vuoi.-
-Grazie, amore.- Alzo gli occhi al cielo e, sorridendo, metto le chiavi nella toppa ma vengo tirata indietro da lui.
-Che fai, non vuoi più entrare?- Rido girandomi.
-Certo, ma prima un ultimo bacio.- Avvicina le sue labbra alle mie ma non le unisce. Non lo faccio neanche io e rimaniamo così, a guardarci negli occhi senza sapere cosa fare, per qualche minuto, poi mi volto e apro la porta.
-Mamma sono a casa.- Grido facendolo saltare all'indietro.
-È una cosa normale per noi.- Sorrido facendo finta di nulla. Non mi ha baciata. Non l'ho baciato. Non ci siamo baciati. Continuo a ripetermi questa cosa nella testa. Gli faccio segno di seguirmi ed entriamo in cucina.
-Ehi, piccolina, che ci fai qui tutta sola?- Saluto mia sorella che disegna personaggi di cartoni animati su fogli enormi che le abbiamo preso per il compleanno appoggiata sul tavolo e le dò un bacio sulla fronte.
-Ehi, ciao Dan. Mamma è al supermercato perché si è dimenticata di prendere la carne per la cena.-
-Stai scherzando? La mamma? Non dimentica mai nulla...- Troppo amore nell'aria.
-Chi è lui?- Chiede guardando il ragazzo dietro di me.
-È un mio... amico, si chiama Joshua. Noi adesso saliamo di sopra, se hai bisogno di qualcosa vieni in camera mia, ok?- Le accarezzo il viso e fa un cenno con la testa.
-Ah, Jo ti stava cercando prima. Ma ora è uscito.-
-Oh... grazie per avermelo detto, principessa.- Sorride e salgo le scale pensando a cosa possa essere successo a mi madre.
-Non se l'è dimenticata la carne. O le è successo qualcosa oppure è semplicemente innamorata...- Mi prende per mano e mi blocca a metà scala.
-Ehi, tranquilla, può succedere di sbagliare.-
-Non la conosci, calcola precisamente ogni cosa a questo pianeta. Quest'uomo deve averla presa per davvero...- Appoggia le sue labbra sulle mie mettendo le mani sui miei fianchi. Tutto il nervosismo che ho va via quando mi sfiora.
-Perché prima non lo hai fatto?- Sussurro sulle sue labbra sperando che non abbia sentito.
-Perché pensavo tu non lo volessi.- Sussurra anche lui.
-Non è così.-
-Non è così?-
-No, non lo è. E poi hai detto tu stesso che siamo baciamici, ti vuoi tirare indietro?-
-Assolutamente no.- Sorride dandomi un altro bacio a stampo. Una volta arrivata alla porta di camera mia, mi giro di scatto e prendo il suo viso tra le mani, lo avvicino sempre più a me fino ad annullare ogni distanza. Le sue mani raggiungono i miei fianchi da sotto la maglietta e mi avvicina a lui. Sono io a chiedere di approfondire il bacio e lui accetta volentieri. Metto una mano dietro di me ed apro la porta della camera spingendolo di dentro. Non so come, ma accade tutto in un attimo: mi prende in braccio e mi fa stendere sul letto mettendosi su di me. Le mie braccia passano sul suo collo e lo circondano.
-Amore, stiamo andando troppo oltre e tu hai il ciclo...-
-Hai ragione.- Sorrido staccandomi e allontanandomi di poco. Vediamo un po' di TV senza fiatare per quasi un'ora. Vorrei dirgli mille cose ma resto zitta per paura di essere ferita ancora una volta. Sono stanca, in questi ultimi anni ho esaurito le batterie e non riuscirei a sopportare l'allontanamento di un'ennesima persona. Basta così, se ne sono andati in tanti fino ad ora. Lui non mi piace e non può piacermi. Non mi piace nessuno e nessuno dovrà mai piacermi. È quello che mi ripeto da un paio d'anni a questa parte per cercare di non rimanere ferita ancora.
-Dan, ci sei?- Chiede richiamando la mia attenzione.
-Mmh?-
-Stanno bussando.-
-Oh, aspetta qui.- Mi alzo andando verso la porta e la apro.
-Danette, Julienne ha detto che tu e un tuo amico siete qui, venite a cenare con noi?- Chiede dolce mia madre. È strana, di solito non ha questo tono di voce. Mi chiedo solo quando ci dirà di avere un compagno.
-Ehm, no, abbiamo già preso una pizza un paio d'ore fa. Tranquilla.-
-Va bene, se avete bisogno di qualcosa io sono di sotto.-
-Ok, grazie.- Chiudo la porta a chiave e ritorno nel letto.
-Fa caldo!- Esclamo lanciando i tacchi bassi a qualche centimetro da me.
-Secondo me sentiresti meno caldo senza i vestiti.-
-Josh, abbassa la voce! Ti ripeto che mia madre ha le antenne.-
-Basta che non abbia i raggi X.- Si leva la maglietta e mi incita a fare lo stesso. Rimango in pantaloncini e lui in boxer.
-La vuoi ancora la mia maglietta?-
-Certo!- Gliela prendo dalle mani e la infilo sotto al suo sguardo.
-Sto morendo di sonno...- Sussurro stropicciandomi gli occhi struccati da poco.
-Ma hai dormito per tutto il giorno!-
-Colpa del ciclo, di solito dormo meno.- Mi appoggio sul suo petto mentre lui mi circonda con le braccia. Sembra quasi di essere al riparo. No, la devo smettere con questi stupidi pensieri. Diciamo che sembra più di essere tra le braccia di un enorme orsacchiotto morbido.
-A tutto c'è un perché, vero?- Chiede piano facendomi perdere il sonno in sole poche parole.
-Si... credo di sì.-
-Quindi c'è un perché anche al motivo per cui non piangi più, al di là della delusione.-
-Aspetta, non ho detto che non piango più, ho detto che non piangerò mai più per quello che ho passato con il mio ex. È diverso.- Preciso alzando gli occhi al cielo. Odio quando si parla di me.
-No, non lo è. Insomma, è vero che si piange per un motivo ma quello è un gesto dovuto ad un accumularsi di tanti episodi diversi.- Non so se abbia ragione, ma in fondo è proprio così che va...
-Ci sei?- Chiede cauto richiamando la mia attenzione.
-Si, riflettevo.- Sposto il mio sguardo su di lui.
-E che ne pensi?-
-Penso che potrebbe essere vero.-
-Quando è stata... l'ultima volta che hai pianto?- No, si sta spingendo un po' troppo nella mia vita.
-Ehm... un anno e mezzo fa, se non mi sbaglio...- Oltre due anni fa.
-E perché?-
-Per lo stress.- Per Ashton. Passiamo qualche minuto in silenzio.
-Mmh... non credo sia così.-
-Cosa?-
-Non credo che sia stato per lo stress così come non credo sia stato un anno e mezzo fa.-
-Ok Josh, mi sono aperta abbastanza con te. Ancora non ci conosciamo.-
-Vorresti conoscermi per quello che sono? Inizio io.-
-In che senso?- Alzo lo sguardo verso di lui ma noto che ha gli occhi chiusi. Li apre di scatto e li incastona nei miei.
-Nel senso che conosciamo l'uno il carattere dell'altra ma non conosciamo come siamo fatti realmente, non sappiamo cosa ha passato l'altro e tantomeno come si comporterebbe in determinate situazioni.- Perché riesce sempre ad ammutolirmi? È un mese che mi dà queste risposte.
-Si, voglio conoscerti per quello che sei.-
-Allora dovrai fare una pazzia...- Le sue labbra si piegano in una curva che si appoggia immediatamente sulla mia linea dritta. Si stacca e sorride.
-Accetti?-
-Ma non so cosa...-
-Dimmi solo se faresti una pazzia.- Mi interrompe guardandomi.
-Ci sono pazzie e pazzie...-
-Giusto, è vero. Questa non è una pazzia esagerata, tranquilla. È una lieve pazzia. La faresti? È per conoscerci meglio.-
-Si, la farei.-
-E perché la faresti?-
-Perché non ci conosciamo ancora bene? Abbiamo detto la parola 'conoscere' almeno mille volte negli ultimi minuti.- Finisco la frase con una lieve risata che lo contagia.
-Perfetto, ora riposa perché hai appena accettato di venire con me a Phoenix domani mattina.-
-Cosa? Ma sarà a sette ore di distanza...-
-Poco meno di cinque.-
-Sono comunque tantissime!-
-Ma tua madre non ci sarà per qualche giorno, di cosa ti preoccupi? Tua sorella è con la babysitter e tuo fratello è in difetto con te. Poi manca poco prima dell'inizio di un altro anno scolastico, perché non fare una pazzia?-
-L'unica parte sensata è l'ultima, quindi accetto.- Sorride contento e riappoggio la testa sul suo petto.
-Ok, allora io mi addormento se vuoi che ti faccia compagnia in macchina.- Non mi conosce abbastanza da sapere che dormirò comunque...
-Certo, ma prima voglio il bacio della buonanotte!- Esclama scuotendomi da un fianco. Mi giro verso di lui e gliene lascio uno a stampo.
-Non è valido così...- Le sue labbra si scontrano con le mie dando origine ad un bacio del tutto diverso dal precedente. Mi sposto un po' più in alto per trovarmi più comoda.
-Due anni fa, forse... cioè sicuro, qualche mese di più.- Sussurro stendendomi al suo fianco, chiudendo gli occhi. Mi sento sempre più leggera, tutte le volte che gli dico qualcosa mi si toglie un peso di dosso. Mi accarezza i capelli e mi addormento in pochi minuti.

Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora