Addison
Dopo esserci asciugati, ci siamo seduti attorno ad un tavolo di un bar a pochi metri dalla spiaggia. È un posto carino, ci sono varie decorazioni tutte in azzurro e bianco e delle lucine sparse un po' per tutto il locale che rendono più romantica l'atmosfera. Mi ricorda tanto il ristorante in cui siamo andati io e Ed per il nostro settimo mesiversario, se non fosse che quello era strapieno di foto. Quel giorno è rimasto inciso nella mia mente. Ci siamo tornati molte volte lì, tutte le volte che saliamo dai nostri parenti.
-Vado a prendere la birra?- Chiede Ed contento mentre si alza.
-No amore, ho saputo che qui fanno una specie di tisana con infusi speciali. Sono delle erbe aromatizzate coltivate proprio in questi posti, il settimanale che leggo le consiglia. Prendiamo quelle? Fanno bene alla salute!- Provo a convincerli alzandomi anche io. Io che rifiuto la birra?
-A cosa sono?- Chiede Eryn curiosa. Oh, cazzo.
-Ehm, non ricordo, ma ti assicuro che sono davvero buone. Ho già detto che fanno bene alla digestione?- Spero di aver toccato uno dei suoi punti deboli.
-Per me va bene.- Alza le spalle chiudendo il menù.
-Anche per me.- Ci allontaniamo dalla coppia per poi fare la fila alla cassa.
-Ho capito cos'hai fatto ma non ti chiederò nulla per non metterti in difficoltà. Sono davvero felice che tu abbia superato la cosa del bambino.- Mi prende il viso tra le mani e mi lascia un bacio sulla fronte.
-Ed, forse July ha ragione, sarebbe bello...-
-Buonasera, cosa posso fare per voi?- Una vecchia donna mi interrompe. Cavolo, non troverò mai più il coraggio per dirglielo!
-Ehm, si, mi può dare un numero 38, due 45 e un... 49?- Chiede gentilmente il mio ragazzo. La signora biascica un 'Arrivo subito' e sparisce nella cucina.
-Dicevi?- Ed mi rivolge tutta la sua attenzione.
-Niente di importante.- Quando ritorniamo al tavolo con le ordinazioni mi siedo nuovamente accanto al mio ragazzo.
-Ecco a voi, sono le più gettonate.- Regge il mio gioco urtandomi il piede con il suo da sotto al tavolo.
-Già.- Mischio una bustina di zucchero nella mia tazza e giro, distratta, la tisana con il cucchiaino. Il campanello alla porta del bar suona ed entrano una decina di persone, saranno un paio di famiglie perché ci sono dei bambini con loro. Non c'è giorno in cui non pensi a come sarebbe ora la vita con mio figlio...
-Mamma, ma io sono stanco!- Grida un bambino alzando le braccia in aria.
-Vieni qui.- Lo prende in braccio e lo culla. Mi godo la scena appoggiando il peso della testa su una mano.
-Papà, io ho un po' fame.- Una bimba si imbroncia incrociando le braccia.
-Appena arriva la cameriera le chiediamo il gelato, va bene?- Le accarezza il viso e lei lo abbraccia annuendo. Ed appoggia la sua mano sulla mia che gira freneticamente il cucchiaino, facendola fermare. Appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi.
-Lo vorresti anche tu, vero? Era quello che mi volevi dire prima?- Sussurra accarezzandomi i capelli. Non rispondo, non voglio che Eryn e Brad ci sentano, preferisco riprendere questo discorso più tardi. Mi stacco da lui e bevo la mia tisana il più velocemente possibile.
-Ragazzi, io sono stanca, torniamo in hotel?- Approviamo la proposta di Eryn e prendiamo un taxi per tornare in hotel. Una volta lì saliamo stanchi fino al nostro piano. È davvero tardi.
-Buonanotte ragazzi.- Ci salutiamo ma Eryn mi prende in disparte e mi abbraccia.
-Grazie per tutto, Addy.- La stringo il più forte possibile. Entro nella mia camera con Ed che mi tiene per mano.
-Che stanchezza, sono le cinque di mattina... mi strucco e vengo a letto.- Gli lascio un bacio per poi andare in bagno, ma lui mi segue.
-Addy, non credi che dovremo parlare di quello che è successo in quel bar?- È passata più di un'ora e mezza, pensavo se lo fosse dimenticato. Ok, non è vero, ma ci speravo. Alzo le spalle mentre mi strucco. Sciacquo il viso e torno in camera sedendomi sul letto.
-Non lo so Ed, ora che ci penso, sarebbe anche un casino tra lo studio e il fatto che viviamo a cinque ore dalle persone che ci potrebbero aiutare. Lascia stare.-
-No, perché dovremmo lasciar stare? Non pensi che sarebbe bello avere una... famiglia?- È la primissima volta che parliamo di un futuro insieme, di una famiglia.
-Si, certo, ma non so se ce la posso fare, ho solo ventuno anni.-
-Ma hai detto che vorresti un bambino.-
-Tecnicamente l'ho pensato, tante volte, ma non l'ho mai detto.-
-Una volta.-
-Ero ubriaca.- Un brivido percorre la mia schiena nel momento in cui lui ci appoggia una mano.
-Dimmi la verità, di cosa hai paura?- Sospiro senza dargli una vera risposta.
-Addy...- Sussurra lievemente.
-Di perderlo Ed, di perderlo. Non ce la farei un'altra volta. Passo ogni momento in cui la mia mente è libera a pensare a cosa saremmo adesso, noi tre. È stato un trauma, per me, perderlo e sarebbe ancora peggio se succedesse un'altra volta!- Prendo il pacchetto di sigarette e mi dirigo verso il balcone ma mi sento stringere per un polso.
-Basta, questa la risolviamo in un altro modo.- Mi toglie il pacchetto di mano e lo lancia su un mobile.
-Perché? Perché ci pensi ancora? Siamo andati avanti e lo abbiamo fatto insieme, perché continuare a pensare al passato?- Dal suo tono si deduce che è deluso ma allo stesso tempo stanco, stanco della situazione.
-Ma tu non ti immagini, adesso, con un bimbo che ti scorrazza attorno? Che ti chiede "Papà mi compri un gelato?" o più semplicemente ti si addormenta tra le braccia? Io si, lo immagino molte volte. Troppo spesso, forse, ma lo immagino perché mi piacerebbe davvero tanto.-
-E facciamolo allora, creiamo la nostra famiglia.-
-Ed, per favore...- Mi avvicino alla valigia per prendere il pigiama e ritorno verso il letto.
-Cosa? Pensi che non ci abbia mai pensato? Non sei l'unica che vorrebbe avere un figlio, anche a me piacerebbe.- Ed fa la stessa cosa prendendo un paio di pantaloncini che usa per dormire e si siede affianco a me sul letto.
-E come facciamo con lo studio? Non ci saremo mai di mattina.- Mi spoglio completamente di sotto mettendo un paio di mutandine pulite.
-Assumiamo una babysitter.- Si spoglia più velocemente rimanendo in boxer.
-E i nostri genitori?- Tolgo anche la maglietta e il reggiseno.
-Saranno felici per noi, e poi daremo loro anche un nipotino da viziare.- Mi porge la sua e la metto lasciando il pigiama che avevo preso precedentemente ai piedi del letto. Sorrido alla sua affermazione fermandomi a pensare.
-Beh, sarebbe bello.-
-Sarebbe stupendo. Allora? Ci stai?-
-Si, ma non adesso. Aspettiamo ancora un po', ora come ora è troppo presto.- Gli si illumina il viso e mi salta addosso baciandomi.
-Guarda che non ho detto si, ho detto più in là.- Rido per il suo modo di fare mentre ci stendiamo l'uno affianco all'altra.
-Ma è comunque un sì, amore mio.- Strofina il naso sulla mia guancia. Sarà stupendo diventare genitore ma non propio ora, magari il prossimo anno, o tra due, ma non ora. Voglio rimanere incinta nel periodo stabile con il cibo, non in questo. Sto avendo delle ricadute e se rimanessi incinta ora, probabilmente sarà come vivere la stessa esperienza di qualche anno fa e di certo è l'ultima cosa che voglio.
-A che pensi? Hai un'espressione preoccupata...- Sussurra accarezzandomi un braccio.
-No, a nulla.- Chiudo gli occhi sperando che lui non capisca a cosa sto pensando. Ho paura che al storia della prima gravidanza si ripeta...
-Addy, avanti, che hai?-
-Nulla, cosa dovrei avere?- Sorrido scuotendo la testa. Mi giro dall'altra parte chiudendo gli occhi un'altra volta.
-Non deve per forza continuare ad andare male. Se è andato male una volta non è detto che la situazione si debba ripetere.- Sussurra mentre lo sento spostarsi. Non ho il coraggio di girarmi e guardarlo.
-Però sta... cioè potrebbe, no?-
-'Sta' che cosa, Addy? Sta succedendo di nuovo?- Alza la voce riferendosi alla mia anoressia. Mi affretto a voltarmi, ma lui non mi guarda, ha il viso rivolto verso il soffitto.
-Non... non credo stia succedendo di nuovo.- Si gira di scatto.
-Come non credi? O è si o è no.- Scuoto la testa.
-Non è un sì ma non è neanche un... non è neanche un no...- Ho paura di guardarlo negli occhi. Non voglio che sia deluso da me ancora una volta...
-Che vuol dire Addy? Hai vomitato ancora?-
-Co... cosa? No, no. Lascia stare, non te lo avrei dovuto dire.- Mi giro chiudendo gli occhi sperando in qualche modo di addormentarmi anche se so che non accadrà mai.
-Addison, ma che ti prede? Perché non avresti dovuto dirmelo? Che vuol dire che sta... sta ritornando senza vomitare? Non ti capisco quando fai così...- Mi scuote da un fianco ma non mi smuovo di un centimetro. Non fiato, non voglio.
-Addison, cazzo, che ti prende?- Alza la voce e mi allontano di scatto. Si mette a sedere sul letto e si avvicina sempre di più a me.
-No, amore, aspetta. Non mi sto arrabbiando con te, ti sto solo chiedendo cosa c'è che non va, come mai stai dicendo che quel periodo non è ancora del tutto passato, non voglio di certo spaventarti, vieni qui.- Mi alzo anche io facendomi abbracciare dal mio ragazzo, l'uomo della mia vita.
-Ed, non lo so... so solo che a volte guardando il cibo storco il naso.-
-Per "a volte" cosa intendi? Quante volte è successo?-
-Poche, davvero poche. Scusa se non te l'ho detto ma avevo paura che dicendolo ad alta voce diventasse tutto più reale.- Chiudo gli occhi appoggiando la testa sul suo petto.
-Tranquilla.- Sussurra stringendomi a sé.
-Mi prometti che la prossima volta che accadrà me lo dirai?- Mi accarezza i capelli appoggiando il mento sulla mia testa.
-Si, te lo prometto.- Circondo il suo busto con le mie braccia, ma lui mi sposta facendomi stendere affianco a lui sul letto, poi appoggia la sua testa sul mio petto.
-Il mio cuscino preferito...- Sussurra abbracciandomi e scatenando in me una lieve risata. Gli accarezzo una guancia finché non lo sento russare lievemente. È una sensazione stupenda che non avrei mai creduto di poter provare. Sono davvero contenta che lui mi stia sempre accanto, nei momenti belli ma soprattutto in quelli brutti. Sono una ragazza molto fortunata.
STAI LEGGENDO
Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018
ChickLitSequel di "Just trust me", "Just you" racconta della storia di Addison Baily e Edward Harris, due ragazzi che frequentano il college a San Diego, distanti cinque ore dalle loro famiglie e dai loro amici. La loro storia è ovviamente intrecciata a que...