Capitolo 28

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Danette
Sono le tre e mezza passate e tra meno di mezz'ora Joshua passerà a prendermi. Apro l'armadio e prendo in fretta un paio di pantaloncini di jeans ed una maglietta corta nera. Dopo aver messo le converse nere ai piedi, mi piastro i capelli e stacco il telefono dalla carica. Scendo le scale sperando di non svegliare nessuno, prendo la borsa nera appesa all'attaccapanni ed esco di casa. La macchina nera di Josh è proprio sul vialetto di casa e non sono neanche le quattro. Entro il più velocemente possibile e mi blocco guardando davanti a me.
-Josh, lo ha fatto. Lo ha detto davanti a tutta la famiglia.- Butto di getto stropicciandomi il viso con le mani, menomale che non mi sono truccata.
-Tua madre?- Annuisco.
-Si, ha detto che ci vuole far conoscere il suo compagno. E tu sai da quanto tempo stanno insieme?! Spara una data! Anzi no, non farlo. Te lo dico io. Stanno insieme da cinque fottuti anni. Cinque.- Inizio a gridare.
-Ehi, amore.- Joshua mi accarezza un braccio ed io mi fiondo su di lui.
-Vuol dire che appena ci siamo trasferiti lo ha subito dimenticato. E se ti dico come l'ha presa Addison non ci crederai nemmeno: è stata quasi un quarto d'ora estranea alla realtà. In più si vedeva che voleva dire qualcosa prima che mamma parlasse ma nulla, poi ha fatto finta di niente.- Mi accarezza i capelli e la spalla.
-Andiamo a casa a parlarne o preferisci andare da qualche altra parte? Dimmi tu, per me è uguale.-
-No, a casa.- Sussurro staccandomi da lui.
-Certo.- In meno di un quarto d'ora siamo a casa di Josh che saliamo con l'ascensore.
-Josh?- Mi volto verso di lui mentre si aprono le porte dell'ascensore.
-Si?- Si gira anche lui ed insieme usciamo da lì.
-Menomale che ci sei tu.- Gli lascio un bacio sulla guancia mentre lui sorride. Apre la porta con le chiavi e subito Bob ci viene incontro saltando sul suo padrone.
-Ehi, cucciolo, guarda chi ti ho portato!- Mi abbasso e lo accarezzo mentre lui mi lecca le mani.
-Ma come sei dolce.- Mi siedo per terra, mi sale addosso e si accoccola su di me. Guardo Joshua che ha un viso rasserenato.
-Faccio un te e ci rilassiamo un po' davanti alla TV!- Annuncia scomparendo dietro la porta della cucina. Mi alzo per raggiungerli e noto che il cucciolo mi segue. Arrivata in cucina mi siedo al tavolo continuando ad accarezzare il cucciolo tra le mie gambe. È così carino che mi viene voglia di abbracciarlo forte e non lasciarlo più, infonde troppa tenerezza. Sul tavolo ci sono blocchi interi di carte, matite e penne sparse qua e là ed un pacchetto di sigarette aperto.
-Tu fumi?- Chiedo a Josh indicandolo.
-Mmh. Diciamo solo quando sono nervoso.- Sussurra quasi preoccupato del mio giudizio.
-Diciamo che siamo in due allora.- Mi alzo prendendo la mia borsa dal divano. Torno in cucina mentre estraggo il mio pacchetto di sigarette e ne prendo una.
-Posso andare sul balcone?-
-Certo, anzi, magari ti accompagno.- Usciamo sulla veranda e accendiamo le nostre sigarette. Le fumiamo in silenzio senza pronunciare neppure una parola. Il silenzio che c'è in questo momento non è di imbarazzo, è semplicemente silenzio. Bob ci raggiunge e Josh si china accarezzandolo.
-Che carino.- Sussurro piegandomi anche io.
-È un po' come un anti stress. Sono davvero contento di averlo. Anzi, di avervi.- Mi sorride rivolgendomi il suo sguardo. Cioè sta dicendo che è felice di avermi nella sua vita o di fare sesso con me? Probabilmente la seconda.
-Credo che l'acqua per il te sia pronta.- Rientra dentro casa dirigendosi verso la cucina. Lo seguo portando appresso la borsa che lascio sulla sedia affianco a quella su cui mi siedo.
-Ti avviso che sto per iniziare ad annoiarti a morte parlandoti delle poche ore in cui sono stata a casa oggi.- Lo avverto sorridendo.
-Vai, sono curioso.- Risponde serio annuendo con la testa. Mah.
- Allora, sono rientrata a casa e Julienne e Jordan mi aspettavano. Julienne mi è saltata addosso dicendomi che le sono mancata mentre Jordan ha aspettato che la bambina se ne andasse per dirmi che è stato in pensiero per me. E già qualcosa suona male. Salgo in camera di mia sorella ma, mentre gioco con lei con i Lego, Addison mi chiama. Cosa doppiamente strana. Dicevo, mi chiama e mi chiede di controllare se in un mobile in corridoio avesse lasciato la sua borsa. Da quando noi mettiamo le borse in corridoio? In quei mobili ci sono solo Album pieni di fotografie di anni e anni fa e vestiti, chiusi ermeticamente in buste, di quando eravamo piccoli. E va bene, lasciamo passare anche questa. Scendo giù e mi ritrovo mia sorella, mio cognato e mia madre schierati sulla porta d'ingresso.- Allargo le braccia mentre faccio una brevissima pausa per riprendere fiato.
-Aspetta, aspetta. Mia madre sorrideva.-Scandisco il più possibile l'ultima parola mentre mi accascio sullo schienale della sedia.
-Ma io non sto capendo. Ma tua madre non sorride?-
-Mia madre è un morto vivente, quale sorridere? Praticamente è la persona più apatica del mondo. Cioè io le voglio un mondo di bene e so che anche lei ne vuole a noi figli, ma non ha mai sprizzato gioia da tutti i pori. Lei è fatta così. O meglio, lo era fino a qualche anno fa.- Sputo di getto per poi bere la tazza di tè verde che mi ha fatto il mio 'amico'.
-Sono state sei ore molto impegnative, direi.- Corruccia la fronte bevendo anche lui.
-Eh no, caro. Non è finita qui. Io te lo giuro che... cioè, io sono sicura che Addy stesse per dirci qualcosa, qualcosa di carino, a me come al resto della famiglia. Ma poi mia madre ha deciso di parlare confermando la mia tesi e destabilizzando mia sorella che già di suo non è stabile.- Sbuffo mandando gli occhi al cielo.
-In che senso non è stabile?-
-Diciamo che lei, per anni, ha avuto grossi problemi col cibo. Praticamente se non fosse stato per Ed, il suo ragazzo orami da tempo, non penso sarebbe ancora viva. Avrebbe passato giornate intere senza mangiare e per un periodo lo ha anche fatto.- Mi viene da piangere se ripenso a tutto quello che ha passato mia sorella.
-Oh, mi dispiace, non lo sapevo.-
-Tranquillo.-
-Oggi come l'hai vista?-
-È questo il punto. Aveva preso almeno due chili...- Alzo le spalle sperando per lei che non sia rimasta un'altra volta incinta. Se lo dovesse perdere anche questa volta, beh, addio Addy.
-Non posso fare altro che ripeterti che ti ammiro, e non poco.-
-E per cosa? Non ho fatto nulla.-
-Non hai fatto nulla? Sopporti tutte queste emozioni senza dare di matto. Resti lucida anche quando si tratta di argomenti più che delicati. Come si fa a non ammirarti?- Sento di essere arrossita, per cui copro il viso con la tazza del tè mentre finisco di berlo.
-Tu che hai fatto oggi?- Sussurro mettendo il gomito sul tavolo per poi appoggiare la testa sulla mano.
-Beh, le mie sono state sei ore intensissime: ho dormito tutto il tempo sul divano con Bob.- Sorride continuando a guardarmi.
-Sono stanchissima.- Sbadiglio mettendo una mano davanti alla bocca.
-Riposiamoci allora.- Mi prende per mano portandomi fino al divano. Mi stendo quasi completamente su di lui appoggiando la testa sul suo petto e incrociando le gambe con le sue.
-Dimmi la verità, ti ho stancato. È che questa volta sì che avevo bisogno di sfogarmi...- La mia mano è sul suo fianco mentre la sua è sulla mia testa. I suoi gesti sono così dolci e calmi che le palpebre mi si stanno per chiudere del tutto.
-Scherzi, spero. Ti ho detto tante volte che con me puoi sfogarti quanto ti pare. Puoi anche piangere se ti va.- Scuoto lentamente la testa alle sue parole.
-Non ora.- Sussurro abbandonandomi al sonno.

Joshua
Perché non piange? Dannazione, non lo capisce che è l'unico modo per sfogarsi del tutto? Non credo ci siano molti altri metodi per farlo e lei ne ha davvero bisogno adesso. Ha una situazione familiare orrenda, ogni persona attorno a lei ha dei problemi e lei passa sempre in ultimo piano. Non è giusto. Non è mai la protagonista della sua vita. Ma è così bella che soltanto guardandola mi passa dalla mente qualunque altro pensiero. Sono ormai almeno tre ore che dorme su di me, non è mai successa una cosa del genere. Il nostro viaggio a Phoenix è stato meraviglioso. Non mi sarei mai aspettato di legare così tanto con lei ma soprattutto sono più che soddisfatto per averla fatta riposare. Ci speravo davvero tanto. Passo una mano sui suoi capelli fino ad accarezzare il suo morbido viso. È bollente, scotta.
-Amore... svegliati.- Le scuoto piano una spalla, ma nulla, continua a dormire.
-Dan, mi sa che hai la febbre.- Sussurro lasciandole un bacio sulla guancia.
-Mmh? Solo cinque minuti...-
-Amore, ascoltami. Ti fa male la testa?- Continuo sperando stia bene.
-Un po'.- Schiude gli occhi raddrizzandosi.
-Un po' tanto...- Si corregge mettendo una mano sulla fronte.
-Già, molto probabilmente hai qualche decimo. Vuoi qualcosa per il mal di testa?- 
-No, grazie. Dovrei prima chiedere a mia madre perché è solo un anno che prendo la pillola e non ho mai avuto la febbre fino ad ora.- Sua madre?
-Tua madre sa che prendi la pillola?- Chiedo molto stupito.
-Mia madre è la mia ginecologa...- Ride lei alzandosi dal divano. Si avvicina all'attaccapanni cercando la sua borsa.
-No, aspetta. Adesso mi sto incuriosendo. Come le hai chiesto di prenderle pillola?- Sorrido immaginando scene abbastanza strane.
-Scusa, perché pensi che la prenda?- Mi guarda malissimo come non aveva mai fatto fino ad ora.
-Beh, per... cioè per...- Alzo le spalle non sapendo come dirglielo senza offenderla.
-Non ci credo... Tu pensi davvero che la prenda per non rimanere incinta?- Mi chiede atona incrociando le braccia al petto. Cosa ho fatto? Mi potevo proprio stare zitto.
-No, cioè... non...- La suoneria del suo telefono invade stanza facendomi fermare. È meglio se mi sto zitto.
-Mi stai praticamente dicendo che secondo te me la faccio con il primo che passa.- Sussurra alzando e abbassando il petto freneticamente.
-No, non era quello che volevo dire.-
-Lo hai fatto però.- Deglutisce mentre prende il telefono. Apre la chiamata portandolo allo specchio.
-Ehi. No, si... Sono crollata sul divano. Si, ok. Va bene, ti mando l'indirizzo. Ok, a dopo.- Attacca la telefonata per poi digitare qualcosa sul telefono.
-Dan, ascoltami, io non volevo assolutamente offenderti. Te lo giuro. Non era questo il mio intento.- Provo a giustificarti mentre lei annuisce senza darmi retta.
-Ok, va bene. Adesso devo andare, mia sorella mi sta passando a prendere.- Prende le sue cose dirigendosi verso l'ingresso.
-Dan.- La prendo per un braccio bloccandola proprio sulla porta.
-Mi dispiace, sul serio.-
-Ok.- Annuisce chiudendo la porta dietro di sé. Passo una mano sul viso. L'ho fatta grossa.

Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora