Capitolo 2

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Anne
-Aaron, che hai? Sei più pensieroso del solito.- Gli sorrido lasciandogli un bacio sulle labbra.
-Niente, è che ormai sono più di quattro anni che stiamo insieme. Non è forse ora di rendere pubblica la relazione?-
-Amore ne abbiamo parlato mille volte, non so se... non so se sia il caso.-
-E perché? Adesso Addison sta bene.-
-Vedremo... quando saranno tutti a casa, forse si può fare.- Si volta verso di me sorridendo il più possibile.
-Dici davvero? Mi presenterai ai tuoi figli?-
-Si, ma non ti assicuro niente, non so come la prenderanno, specialmente Addison. Da lei aspettati il peggio, era la più legata al padre.-
-Non fa niente, aspetterò.- Mi bacia attirandomi a sé. Credo di essermi innamorata per la seconda volta nella mia vita.

Cassandra
Apro la porta di casa e subito una bambina bionda con i codini mi viene incontro.
-Amore mio!- Urlo prendendo mia figlia tra le braccia.
-Mamma! Mi sei mancata.-
-Anche tu, Kiley. Papà dov'è?- Lascio la borsa sul tavolo sempre con lei in braccio.
-In cucina.-
-Va bene amore, vai in camera a giocare che la mamma ti raggiunge tra poco.- Annuisce prima di correre via. Raggiungo mio marito in cucina e mi viene in contro per abbracciarmi.
-Ehi tesoro, come va?- Mi lascia un bacio sulle labbra.
-Ehm, bene...-
-Che hai? È successo qualcosa al lavoro?- Mi mette una mano dietro la schiena accarezzandomi una guancia con l'altra.
-No, no... lì tutto bene.-
-Ehi, adesso mi stai leggermente preoccupando...-
-Davvero, va tutto bene. È solo che ti devo parlare.- Si siede dietro al bancone e mi fa segno di imitarlo.
-Rosso o bianco?- Chiede porgendomi un bicchiere per il vino.
-No, passo.-
-Stai scherzando? Tu ne vai matta, non rifiuteresti mai un bicchiere di vino a meno che...- Arrossisco leggermente annuendo.
-Cosa? Sei incinta?- Mi sorride prendendomi le mani.
-Si, amore.-
-Ma è una notizia splendida!- Mi attira a lui in un abbraccio e quando lo sciogliamo mi bacia.
-Da quanto tempo lo sai?-
-Ieri sera avevo comprato un test che ho fatto questa mattina. Sono contentissima perché tra un cliente e l'altro sto sempre meno con te e Kiley ed ora potrò stare più tempo con la mia famiglia.- Mi bacia un'altra volta e raggiungiamo la nostra bambina nella sua cameretta.
-Mamma, mi sono dimenticata di dirti che ha chiamato la zia Addy.-
-Si? E che ti ha detto?- La mia bimba di quasi quattro anni ha praticamente preso il controllo della nostra casa: risponde alle telefonate, al citofono, ma quello che la fa più impazzire è mandare messaggi alle persone. Più che altro faccine, perché non sa ancora scrivere ma le stiamo insegnando a leggere.
-Ha detto... aspetta un attimo che mi devo ricordare... ah si, ha detto di richiamarla quando vuoi che ti deve parlare, ma non mi ha detto di cosa.-
-Ah, va bene. Grazie amore per avermelo detto, hai fatto un ottimo lavoro!- Mi batte il cinque e le dò un bacino sulla fronte mentre Jonathan ride per la scena.
-Kiley, mamma e papà ti devono dare una grande notizia!- Sorrido a mio marito.

Addison
E poi c'è la notte, la parte buia della giornata. C'è chi fa l'amore, chi legge un libro, chi viaggia, chi litiga, chi bacia, chi cerca di prendere sonno, chi studia, chi lavora, chi si diverte in un locale e chi, invece, rimane sveglio a pensare. Ed io oggi, purtroppo, faccio parte dell'ultimo gruppo. Mi giro e mi rigiro nel letto più e più volte tentando invano di prendere sonno. L'orologio al muro segna le due. Le parole di mia sorella mi hanno completamente bloccata, dopo non ho fatto nulla, non ho messo la lavastoviglie o la lavatrice, non ho sistemato il divano in soggiorno e non sono entrata in camera di mia sorella per parlarle. Mi alzo dal letto per un bicchiere d'acqua sperando di non svegliare Ed. Una volta in cucina mi accorgo di non essere sola, mia sorella è seduta al tavolo che mangia la pasta che le avevo conservato dalla cena. Apro il frigo per prendere l'acqua e la credenza per un bicchiere. Sono sicura di avere i suoi occhi addosso ma faccio finta di nulla ignorando il suo sguardo. Lavo i piatti nel lavello e li metto nella lavastoviglie liberando il lavandino e il tavolo, poi mi sposto in soggiorno per sistemare il copri divano e per buttare le carte sul tavolino. Sento alcuni passi in lontananza, poi nulla.
-Scusa.- Danette sussurra a malapena quella parola prima di correre via. Mi giro di scatto e la seguo fino al bagno in cui fa appena in tempo a chinarsi sul water prima di vomitare la cena. Mi avvicino a lei per tenerle i capelli e glieli lego con un elastico che ho al polso. Sento dei singhiozzi e le accarezzo la schiena con la mano libera.
-Ehi, va tutto bene?- I miei sussurri le fanno scuotere la testa ed è proprio in questo momento che realizzo che, seppur a distanza di anni, la mia adolescenza deve essere stata abbastanza simile a quella che lei vive ora.
-Tieni. Aspettami qui, torno subito.- Le passo un asciugamano e dei fazzoletti prima di alzarmi e di tornare in cucina. Dalla credenza prendo il pacco di biscotti e lo metto sul tavolino del soggiorno insieme a due bicchieri di latte, poi torno in bagno.
-Ehi, vuoi venire con me così parliamo un po'? Ti va?- Le sento sussurrare un "Si", così le faccio strada fino al divano, mi siedo e le faccio segno di fare lo stesso. Mi imita e si porta le gambe al petto facendo aderire perfettamente la schiena al divano.
-È la prima volta che...?-
-No, sono... sono quasi due anni e mezzo.- Sfiora i suoi lunghi capelli mentre lo dice.
-Due che cosa? Ma è tantissimo tempo! Cos'è successo due anni e mezzo fa?- Cerco di tenere basso il tono della voce anche se sono sconvolta. Sta cadendo nello stesso tranello in cui sono caduta io anni fa. Io però sono stata fortunata ad avere qualcuno che mi ci tirasse fuori. Non risponde alla mia domanda, semplicemente chiude gli occhi stando in silenzio. Non una lacrima.
-Così non funziona, ho un altro metodo.- La prendo per mano facendola alzare e faccio lo stesso prendendo un pacchetto di sigarette dalla coppa sul tavolino. Usciamo sul balcone e le faccio segno di sedersi affianco a me sulla panchina, le porgo il pacchetto e mi guarda strano.
-Avanti, te le ho trovate in camera l'anno scorso!- Ne prende una imbarazzata e la mette in bocca, accendo la mia e le passo l'accendino. Un tiro, due tiri, tre tiri, poi rompo il ghiaccio sperando di capire qualcosa della situazione.
-Allora, colpa di un ragazzo o di una ragazza? Bulletta? Fidanzato?- Fa un altro tiro e scuote la testa facendo comparire un sorriso amaro sul volto.
-Peggio, una scommessa.-

Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora