Addison
Sono seduta al tavolo della cucina, intenta a leggere il manuale delle istituzioni del condizionatore. Non lo abbiamo mai usato perché è nuovo e noi ci siamo trasferiti da poco, ma ora sta iniziando a fare caldo e potrebbe essere utile nelle prossime settimane. Si sentono dei passi provenire dal corridoio e alzo la testa.
-Buongiorno sorella.- Jordan mi lascia un bacio sulla fronte e versa un po' di caffè in una tazzina.
-Ehi, buongiorno. Se apri quello sportello ci sono anche delle merendine.- Glielo indico e lo apre in un secondo prendendone due.
-Sto morendo di fame...- Si siede affianco a me e inizia a mangiare.
-E ci credo, sono le undici e mezza e non hai fatto colazione.-
-Così tardi?- Parla con un pezzo di brioche ancora in bocca e rido per la faccia che ha fatto.
-Si, Ed e July sono andati a fare la spesa.-
-E tu perché sei rimasta?-
-Perché devo parlarti, e volevo approfittare dell'occasione per rimanere un po' soli.- Finisce in fretta la colazione e si gira verso di me come per dire di continuare. Ora ho tutta la sua attenzione.
-Di Dan, mi... mi ha detto tutto.- Sussurro mentre lui rimane sorpreso.
-Non voglio giudicarti. Voglio soltanto sapere cosa ne pensi tu, voglio capire il tuo punto di vista.-
-Come te lo ha detto? L'hai vista che vomitava? Lo sapevo, dannazione, non erano finiti!- Sbatte la mano sul tavolo, incazzato.
-No, ma per esperienza personale, lei adesso è nella fase di mezzo. C'è la prima fase in cui non lo puoi evitare, devi vomitare per forza, per l'ansia, per stare in pace con te stessa. Poi c'è la fase di mezzo in cui, se sei fortunata, ti puoi salvare. Basta solo trovare la persona giusta. La fase di mezzo è l'unica delle tre in cui decidi tu se vomitare o meno. Io però non mi sono salvata in quella fase. Mi sono salvata nella fase tre. Mi ha salvata nella fase in cui tutto era ormai perso, quella in cui vomitare era di routine e il mio corpo mi diceva di continuare. Se nella fase due ero io a decidere se vomitare, nella fase tre o lo facevo o lo facevo, era il mio corpo a decidere per me.- Jordan ha uno sguardo rabbuiato. Gli passo la mano sul braccio e lui non perde tempo ad abbracciarmi.
-Addy, scusa, scusa perché non me n'ero mai accorto, scusa perché avrei potuto fare molto e non ho fatto nulla. Scusa perché quando tu stavi così male, io non mi sono mai accorto di nulla.-
-Jordan, ma che dici? Non è colpa tua. Sono io che non vi ho detto nulla, non lo sapeva neanche Ed. Sono io che non volevo che voi vi concentraste su di me, voi non avete nessuna colpa. Ora è tutto passato e sto finalmente bene.- Lo rassicuro accarezzandogli la schiena, mentre lui piange.
-Addy, ho fatto un casino con Dan, non mi perdonerà mai.- Continua a piangere e non posso che stringerlo più forte.
-Non è vero, siete fratelli e per di più gemelli, il vostro legame è indissolubile. Qualunque cosa sia successa, un giorno la dimenticherete entrambi.- Ed è vero, lo penso davvero perché il tono che Dan ha usato per dire che si è pentita di essersi allontanata così tanto da suo fratello, mi ha fatto riflettere molto.
-Raccontami il tuo punto di vista. Voglio capire perché non le hai detto nulla.-
-Addy, promettimi che rimani. Promettimi che continuerò ad avere rapporti con almeno una delle mie sorelle.-
-Te lo prometto, Jo.- Fa un grosso respiro e si stacca da me.
-Partendo dal presupposto che mi faccio schifo da solo, ad Ashton piaceva davvero nostra sorella. Poi, però, si è unito al nostro gruppo e ha scoperto l'esistenza di una scommessa, quella da cui è partito tutto. Eravamo tutti mezzi ubriachi quando l'abbiamo fatta, ma "una scommessa è sempre una scommessa" ha detto Simon quattro giorni dopo, e quindi dovevamo rispettarla. A quei tempi stavo con Eve, l'unica ragazza che io abbia veramente mai amato. Anche lei mi amava, eravamo uguali, identici. Eravamo fatti l'uno per l'altra. Lo avevamo fatto il giorno dopo, ma non era per la scommessa, non ci avevo neanche pensato a quella. Non avrei mai sprecato la mia e la sua prima volta per una cosa così stupida. Lo avevamo fatto perché ci amavamo. Ma nessuno ci credeva. Dicevano che la recitazione era un dono di famiglia, visto che Dan aveva sempre tutti i ruoli da protagonista nelle recite scolastiche. Ma, credimi, io l'amavo.- Si stropiccia gli occhi mentre continua a piangere.
-Ci siamo lasciati tre settimane dopo, per altri motivi, ma non perché non ci amassimo più. Sono state solo stupidissime incomprensioni.- Si blocca per prendere un bicchiere d'acqua.
-Dopo qualche mese mi misi con Kira, la migliore amica di E, ma proprio in quel periodo tutti avevano iniziato a prendere sul serio la storia della scommessa. Tutti, a turno, facevano sesso con la propria ragazza, solo per la scommessa, non per amore come invece era successo tra me e E. Ashton entrò a far parte del gruppo proprio in quel periodo e, come partecipante, doveva far sesso con la propria ragazza se non voleva perdere la scommessa. Si era messo con Dan da poco, neanche due mesi, ma ormai non stavano più insieme, passavano sempre meno tempo da soli e lei ci stava male per questo. Mi ricordo benissimo che un pomeriggio mi chiese se si dovesse aprire di più col suo ragazzo. Io le dissi di sì, non dando neanche peso a ciò che stesse dicendo, ma non immaginavo che mi stesse implicitamente chiedendo se, secondo me, avrebbe dovuto fare sesso con Ashton. Ti rendi conto? Le ho detto io stesso di sì!- Grida a squarciagola le ultime due fasi, poi si calma respirando a pieni polmoni per qualche minuto. Non so che dire, davvero. Non ne ho idea.
-Il giorno dopo Ashton portò la videocassetta al gruppo. La guardarono tutti ed io non feci nulla per impedirlo. Dio quanto ero incazzato, finimmo a pugni quel giorno. Ero arrabbiato con me stesso perché non lo avevo previsto, non lo avevo impedito, ma me la presi con lui. Da quel giorno in poi ci furono mesi su mesi in cui non facevo altro che guardarlo male nei corridoi della scuola o quando veniva a casa nostra, ma allo stesso tempo rivolgergli la parola davanti a nostra sorella per non farla insospettire. Un giorno, però, Ashton mi provocò e avevo bisogno di qualcuno con cui sfogarmi, ne avevo fin sopra i capelli di quella storia di merda. La mia più grande cazzata fu quella di parlarne nei corridoi della scuola con un mio amico che era fuori dal gruppo, perché Eve sentì ogni cosa e non ne fu affatto felice. Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri: aveva i capelli un po' scombinati, il viso scosso ma allo stesso tempo schifato, gli occhi rossi e una scia mista di lacrime e mascara sulle guance. Era stupenda anche così ma non stava affatto bene. Tentai di spiegarle che non lo avevo fatto per la scommessa, che con lei era stato amore e non semplice sesso, ma non mi credette. Era impazzita, gridava a pieni polmoni che non gliene fregava niente delle mie scuse e che dovevo rispondere a quello che mi stava chiedendo.-
-E cosa ti stava chiedendo?-Jordan
Flashback
-Eve, ti prego ascoltami. Io non...- Tento di spiegarle che non ho fatto sesso con lei per quella stupida scommessa ma lei mi interrompe furiosa.
-Ti ho detto di rispondermi! Non me ne fotte un cazzo delle tue scuse, voglio solo che tu mi risponda. Quante altre ragazze sono state umiliate al suo stesso modo? Quante? Una videocassetta per di più!-
-Eve io...-
-No! Rispondi, quante?-
-Quasi tutte le ragazze del gruppo, ma ti posso assicurare che tu...-
-Stai zitto, cazzo, stai zitto. Come hai fatto a fare una cosa del genere? Ma quello che mi fa più schifo è che, oltre ad averlo fatto a me, lo hai fatto a tua sorella, ti rendi conto? Quanto puoi far schifo come fratello gemello? Quanto?- Si mette le mani nei capelli come segno di disperazione. Le lacrime le rigano il viso per tutto il tempo. Non l'ho mai vista così incazzata con nessuno, mai. Ad ogni parola, i suoi strilli mi arrivano dritti al cuore. E se prima mi sentivo una merda per quello che stava succedendo, per il fatto che lo stavo tenendo nascosto a due persone così importanti per me, adesso mi sento ancora peggio.
-Stai certo che questa non la passi liscia.- Si allontana via incazzata sempre più velocemente. Cerco di rincorrerla prima che sia troppo tardi, ma quando l'afferro per un braccio lei si libera e mi fulmina con lo sguardo.
-Avevo già trovato un video sul tuo telefono, e adesso me ne hai soltanto dato la conferma. Non ti azzardare mai più a toccarmi. Mi fai schifo.- Scandisce lentamente con tono di disprezzo prima di andare via.-Quella fu l'ultima volta che mi rivolse uno sguardo. Sono due anni che non mi guarda o parla. E a me manca infinitamente perché ho capito di amarla davvero solo nel momento in cui l'ho persa. Perché è vero, finché una cosa puoi averla, non combatti, non lotti, hai la garanzia di averla e sei tranquillo perché tanto la hai a portata di mano. Il problema è quando la perdi... beh, quella è tutta un'altra storia. La amo tanto quanto mi manca, e sappi che sono più le notti che passo in bianco a pensare a quanto sono stato coglione a portare quella foto al gruppo.-
-Foto? Quale foto? Non avevi fatto un video?- Addy ha una faccia stranita e non ne capisco il motivo.
-Cosa? Assolutamente no, non mi sarei mai permesso. Avevo fatto una stupidissima foto, solo quella. Sono stato il primo del gruppo e si sono accontentati, ma dagli altri volevano anche il video.- In realtà mentre una delle coppie lo faceva per la prima volta, erano anche in diretta su Skype con il resto del gruppo, ma questo evito di dirlo.
-Guarda che, a quanto ho capito, Eve pensa che tu abbia fatto un video anche a lei...-
-Stai scherzando?!- Grido fortissimo sbattendo i pugni sul tavolo.
-Ehi, calmati.- Addy fa un balzo all'indietro e sembra spaventata. Perfetto, era l'ultima cosa che volevo in questo momento.
-Scusa, non volevo. Comunque, io non le ho fatto un video, non avrei mai permesso che tutti vedessero la nostra prima volta.-
-Beh, allora vacci a parlare, quando torni a Las Vegas, intendo. Magari questa volta ti ascolterà.- Alza le spalle.
-Difficile, diciamo che è fidanzata da più di un anno con quel coglione del capitano della squadra della scuola.-
-Perché 'diciamo'?-
-Perché si vede che non lo ama davvero, sta con lui solo per andare avanti.-
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Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018
ChickLitSequel di "Just trust me", "Just you" racconta della storia di Addison Baily e Edward Harris, due ragazzi che frequentano il college a San Diego, distanti cinque ore dalle loro famiglie e dai loro amici. La loro storia è ovviamente intrecciata a que...