Capitolo 17

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Danette
-Al fatto che ti voglio bene.- Questa frase mi rimbomba nella testa da, ormai, qualche ora. Mi vuole bene? Un ragazzo che mi vuole bene? Questa sensazione mi è estranea.
-Amore mio, torniamo a casa prima che faccia qualche cazzata.- Rido per il modo in cui lo dice. È più che ubriaco e non si regge neanche in piedi.
-Mi sa che sto per vomitare...- Sussurra non appena oltrepassa la soglia della porta del locale. Non è neanche mezzanotte, o meglio manca poco, ma lui riesce a malapena a camminare.
-Metti un braccio qui.- Glielo faccio passare tra i miei capelli e si appoggia sulle mie spalle. L'aria fresca invade le narici e finalmente si respira un po'.
-No Dan, aspetta.- Non fa in tempo a staccarsi e ad allontanarsi da me di qualche passo, che subito vomita tutto. Sento l'impulso del vomito salirmi per lo stomaco. No, non devo farlo. Non davanti a lui che non sa niente. Reprimo il più possibile il senso di nausea e gli vado incontro dandogli un pacco di fazzoletti.
-Tieni questi che io chiamo il taxi.- Mi sposto facendo segno ad una macchina gialla che si ferma non appena mi vede.
-Ti aiuto io...- Sussurro capendo che si sta mezzo addormentando in piedi. Sposta le mani sui miei fianchi e inizia a strusciare la sua intimità sulla mia.
-Ehi, ehi!- Lo sposto e lo faccio entrare nell'auto il più velocemente possibile. Dò l'indirizzo di casa del ragazzo e la macchina parte velocemente.
-Ehi, riesci a rimanere in te finché non arriviamo a casa? Ti prego, fallo per me...- Sussurro sperando che il tassista non ci senta, sarebbe alquanto imbarazzante.
-Forse. O forse la mia sbronza è già finita.- Si accoccola sul mio petto.
-Mmh, non credo ti comporteresti in questo modo se fosse realmente finita. Guarda, siamo quasi arrivati!- Indico il supermercato a pochi isolati dalla casa. Seguono minuti di silenzio e sospiri, poi è lui il primo a rompere il ghiaccio.
-E chi te lo dice che non farei così? Ci conosciamo ancora così poco... tipo, ti aspetteresti di essere baciata in questo momento?- Alza il viso rimanendo a pochi centimetri dal mio. Le nostre labbra quasi si sfiorano e questa sensazione è troppo strana per me.
-Ma che dici?- Cerco di fargli riappoggiare la testa ma lui la alza nuovamente e mi bacia. Le sue labbra sono così morbide e la sua lingua... un attimo, come siamo arrivati alla lingua?
-Siamo arrivati.- Annuncia l'autista tossendo. Mi stacco al limite dell'imbarazzo e gli porgo la banconota.
-Grazie, buona serata.-
-A voi, signorina.- Saluta cordiale sorridendo e parte allontanandosi sempre di più. Joshua è fermo al mio fianco che mi fa cenno con la testa di entrare in casa.
-Non lo so, forse non è una buona idea passare la notte insieme, perché non rimandiamo alla settimana prossima?- Tento di allontanarmi ma lui mi afferra un braccio poco sopra il polso.
-Perché ti devi allontanare? Ormai abbiamo tutto qui, rimani questa notte. Sono ancora ubriaco e potrei fare cazzate.-
-E va bene, dopotutto in auto ti comportavi da ubriaco, quindi rimango.- Sospiro pensierosa avanzando verso la pota d'ingresso della palazzina. Ha un appartamento tutto suo anche perché è qui solo per il college. Lui è di Phoenix ma si è trasferito qui dopo la separazione dei suoi genitori qualche mese fa; in realtà avrebbe dovuto farlo tra un mese ma ha voluto staccarsi da tutto e prendersi una 'pausa estiva', come dice lui.
-Guarda quanto è bella la mia casa!- Spalanca la porta ed entro conoscendo già la strada.
-Ci vengo quasi tutti i giorni da due settimane...- Sbuffo facendolo sedere sul divano. Si avvicina sempre di più a me fino ad arrivare a qualche millimetro di distanza.
-Ti ho detto che sono ubriaco.- Poggia le sue labbra sulle mie e mi stende sul divano con lui di sopra. Cerca di sfilarmi la maglietta mentre appoggia le labbra sul mio collo.
-Ehi, aspetta, non so se...-
-Non hai il ciclo, o non staresti così.-
-Giusto ma...-
-Nessun ma, lasciati andare per una volta.- Appoggia nuovamente le labbra sulle mie per non farmi continuare a parlare e mi viene da ridere. È sempre così spontaneo. Alza la mia gonna e abbassa i suoi pantaloni.
-Il preservativo...-
-Cazzo, ma prendi la pillola!-
-È efficace solo nel 97% dei casi e non voglio essere quel 3%.-
-Come vuoi.- Si sfila completamente i pantaloni e prende una bustina argentata da dietro. La apre e infila il profilattico entrando immediatamente in me.

È quasi un quarto d'ora che sono in bagno, seduta sul lavabo. La porta è aperta ma lui non è qui. Continuo a fissare quello che ho fatto un paio di anni fa. L'ultimo. In quel periodo la situazione era degenerata: non mi bastava vomitare, mi tagliavo anche. Un mercoledì pomeriggio, però, feci un casino. Fino ad allora avevo fatto tutti piccoli tagli superficiali, ma quel giorno calcai troppo a causa degli occhi pieni di lacrime e per poco non ci rimasi. Ero in bagno, in camera mia, ed ebbi davvero paura. Ho ancora la cicatrice ma la copro con l'orologio e funziona, perché nessuno se n'è mai accorto.
-Che fai, amore?- Joshua entra inaspettatamente in bagno facendomi sussultare.
-Niente, controllavo l'orologio.-
-Fai vedere a me...- Mi affretto a rimetterlo ma lui mi prende il polso e afferra l'orologio.
-Mmh, ma non c'è nulla che non... Dan che cazzo è quella?- Indica il polso e mi copro d'istinto scendendo dal ripiano.
-È vecchia, l'ho fatta a undici anni cadendo dalle scale. Mi dài l'orologio?-
-Danette, non mi mentire, ho una sorella più piccola anche io e so come funzionate voi ragazze.-
-Non ti sto mentendo.-
-L'altro giorno hai detto che sei brava al corso di recitazione o mi sbaglio?-
-Non ti sbagli.- Riprendo l'oggetto e lo metto al polso, ma quando faccio per andarmene mi blocca.
-Solo perché abbiamo deciso di fare sesso quando vogliamo, non vuol dire che non possiamo essere amici! Sai come funziona con gli amici? Ognuno di loro si confida con l'altro ed insieme trovano soluzioni per stare meglio, oppure semplicemente si sfogano. Non potrai tenerti tutto dentro, Dan. Non funziona così. A volte bisogna piangere, bisogna gridare, bisogna incazzarsi perché a rimanere calmi non si risolve nulla, semplicemente ti spezzi dentro. Ci conosciamo da poco, è vero, ma io a te ci tengo. Sei una bellissima ragazza e hai solo sedici anni, se inizi a tenere tutto dentro già da ora, come farai tra cinque anni? E tra venti? Sfogati con me, dimmi cosa ti passa per la testa, urla, piangi, ma ti prego non tenere nulla per te. Ci sono cose che vanno condivise ed io sono qui per te.- Mi fiondo tra le sue braccia e lui mi stringe forte.
-Adesso andiamo sul divano e mi racconti tutto.- Si abbassa leggermente e mi solleva dal sedere facendomi ridere. Mi porta in braccio fino al divano e ci sediamo affianco.
-È una storia lunga, lunghissima.-
-Avrà un inizio.-
-Certo, ma non sei obbligato ad ascoltarla, ti annoierebbe abbastanza e non...-
-Danette, per favore, sono io che ti chiedo di confidarti con me.-
-Va bene, allora faccio un breve riassunto. Dunque, il ragazzo con cui sono stata a letto per la prima volta, nonché il mio fidanzato di allora, ha filmato tutto ciò che... tutto ciò che avevamo fatto a causa di una scommessa e lo ha fatto vedere al gruppo di amici. Ma aspetta che non siamo ancora arrivati alla parte bella: mio fratello gemello faceva parte del gruppo e non ha fatto nulla. Vado a prendere un bicchiere d'acqua.- Sussurro tutto d'un fiato andando in cucina. Si alza e mi raggiunge.
-Cosa? Non ne avevo idea... quanto tempo fa è successo?- Prende due bicchieri dalla credenza e me li passa.
-Quasi tre anni fa.- Ci verso l'acqua dentro.
-Chi lo sa?-
-Nessuno.-
-Non lo hai detto a nessuno in tre anni?-
-Solo a mia sorella il mese scorso.-
-Come... come hai fatto?-
-A fare cosa? A tenermelo dentro? Ho imparato a farcela con le mie forze, ma adesso cambiamo argomento.- Dico dopo aver bevuto.
-Non ti tocca più questa cosa? Non ci stai più male?-
-Certo.-
-E perché non piangi? A volte le lacrime possono...-
-Non lo farò mai più. Non per quello, almeno.- Ritorno sul divano e mi siedo ma lui mi fa segno di avvicinarmi e appoggio la testa sul suo petto nudo.
-Sai che anche il 'mai più' non è per sempre?-
-Non credo che tu sia ubriaco.-
-Sono passate quattro ore, neanche io credo di esserlo.-
-E allora non va bene quello che stiamo facendo.- Tento di staccarmi ma lui mi stringe a sé.
-Siamo solo due semplici amici che si abbracciano, niente di più, tranquilla.- Mi accarezza i capelli e sento le palpebre pesanti.
-Andiamo a dormire?- Chiedo alzando la testa.
-Hai sonno alle cinque di mattina?- Sorride avvicinando il suo viso al mio. Mi alzo dal divano e lo prendo per mano.
-Molto.-
-E va bene...- Si alza anche lui. Entriamo in camera, spegniamo le luci e ci mettiamo sotto il lenzuolo io con solo la sua camicia e un paio di mutandine addosso e lui solo con i boxer.
-Notte.- Sussurro prima di essere intrappolata tra le sue braccia.
-Buonanotte principessa.-

Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora