Danette
-Sono mesi che non la vedo...- Sussurra nervoso alla porta di casa sua con il pacco regalo in mano.
-Non vedrà l'ora di vederti, io amo stare con i miei fratelli e sono sicura che sia la stessa cosa per lei.- Appoggio una mano sulla sua spalla e gli faccio segno con la testa di suonare. Controlla le tasche ed estrae il mazzo di chiavi del suo appartamento a Las Vegas. È da quando abbiamo iniziato a conoscerci, dopo quella sera in cui siamo finiti a letto, che mi chiedevo perché fossero così tante.
-È chiusa con due mandate, mia madre non è a casa.- Tira un sospiro di sollievo e la apre con le sue chiavi.
-Helena, sono io, Joshua. Sei a casa?- Dentro casa non c'è alcun rumore, come se fosse vuota. Improvvisamente si sente un rumore metallico ed una ragazzina riccia in sedia a rotelle sbuca da una porta.
-Non ci credo, Jo!- Il ragazzo le va incontro e si abbracciano, poi lui la solleva e la alza fino alla nostra altezza.
-Mi sei mancato tantissimo! E lei chi è?- Chiede sorridente indicandomi.
-È una mia amica, si chiama Danette.- Sono una sua amica. Allungo il braccio per stringerle la mano e lei ricambia.
-Piacere di conoscerti, io sono Helena, la sorella di questo rompiscatole.- Rido annuendo alle sue parole.
-Il piacere è mio.- Si risiede aiutata dal fratello.
-Allora... e quello per chi è?- Sorride facendo un cenno con la testa al pacchetto regalo tra le braccia del fratello.
-Per te, spero ti piaccia.- Glielo porge e si avvicina a me mentre lei lo scarta.
-Non posso crederci, ma è meraviglioso!- Apre la scatola del puzzle e la mette sulle sue gambe.
-Wow, sono davvero tanti pezzi, ma lo finirò comunque in una notte.- Ride chiudendola e volgendo a noi tutta la sua attenzione.
-Come mai da queste parti, Josh? Mamma e papà sanno che sei qui?-
-No, solo tu. Siamo venuti qui in vacanza prima che ricomincino gli studi.-
-Siamo?- Spalanca gli occhi.
-Cioè anche lei è di Las Vegas ed è venuta fin qui?- Josh sorride annuendo.
-Ma allora state insieme... chi altro farebbe così tanta strada con una persona che conosce da... quanto? Un paio di mesi?-
-Neanche, ma siamo solo amici.- Specifico lasciandola incredula.
-Che cosa strana.- Sussurra prima di farci segno di seguirla. Si fa strada con la sedia a rotelle fino ad arrivare in salotto. È una stanza abbastanza grande nella quale ci sono due divani e diverse poltrone abbinate ad essi. Dalla parte opposta c'è un pianoforte e su ogni mobile ci sono diverse foto di Joshua ed Helena.
-Allora ragazzi, come mai siete qui?-
-Volevo farle conoscere la nostra meravigliosa città. Ieri pomeriggio e questa mattina siamo stati in centro, abbiamo visto le varie piazze, i parchi e... i centri commerciali.- Sorride Josh guardandomi. I suoi occhi sono veramente belli, a volte mi mancano le parole quando li guardo.
-Non fa mai male un po' di shopping.- Ride sua sorella posando lo sguardo su di me.
-Si, ma poi avevo lasciato i trucchi a Las Vegas!-
-E allora era d'obbligo.- Continua a ridere. Mi piace questa ragazza, è simpatica.
-Vi va di fare un giro?- Quella non era la voce del ragazzo con cui sono venuta fun qui, ma si assomigliava.
-Tu cosa? Davvero?- Ashton alterna lo sguardo tra sua sorella e il vuoto, come se si sentisse a disagio. Non capisco, perché ne è così sorpreso? Evidentemente la ragazza non usciva da qualche giorno e aveva voglia di una boccata d'aria fresca.
-Si... Danette, mi accompagneresti un attimo in camera?- Sussurra lei abbassando lo sguardo.
-Ehm, certo.- Rimango dietro di lei che mi fa strada fino ad una camera con pareti completamente colorate.
-Questo è il mio covo.- Sorride mostrandomi ogni centimetro della sua camera. Mi parla dei libri che le piace leggere e della musica che le piace ascoltare finché non arriviamo ad un punto in comune: gli One-Direction. Mi mostra centinaia di poster che ha nell'armadio e le figurine di album di cui non immaginavo neppure l'esistenza.
-Mi potresti fare un favore?-
-Si, dimmi.-
-Mi potresti aiutare ad appoggiarmi sul letto? Ce la faccio anche da sola, ma oggi non ho dimenticato di mettere le scarpe e potrei scivolare.-
-Certo, appoggia il braccio qui...- In pochi secondi sposto il suo corpo sul letto. Quando mi giro verso di lei, noto che sul viso le scorrono diverse lacrime.
-Ti ho fatto male? Ho sbagliato qualcosa? Io, davvero, non volevo assolutamente far...-
-No, no, non è per te.- Si affretta ad asciugarsi le lacrime.
-È solo che sono un po' in ansia, tutto qui.-
-In ansia?- Credo di essermi persa un passaggio...
-Mmh, allora, mio fratello rompe molto? Scommetto che fa tutto il perfettino anche con te... Aspetta ma voi dove state ora che siete qui? Avete preso una camera... ma, no, non state insieme, però dormite insieme? Cioè non sono cose che mi riguardano, è vero, è che è da tanto che non vedevo il mio fratellone e mi mancava davvero tanto!- Questa qui parla più di Julienne... Scoppio a ridere per le numerose domande che mi ha fatto.
-Allora, si, fa il perfettino anche con me: è tutto un 'io so cucinare benissimo' ed è anche vero, ma se la tira per questo.- Sorrido facendola annuire con la testa.
-È vero! La sua 'dote naturale', me n'ero quasi dimenticata...- Scoppia a ridere contagiandomi.
-Comunque no, non abbiamo preso una camera ma un bilocale e si, dormiamo nello stesso letto ma siamo semplicemente amici, nulla di più.- Finisco di rispondere alle domande e le passo le scarpe che mi aveva indicato. Storce il naso alla mia risposta e le mette velocemente, poi, prima che possa muovermi di pochi centimetri, fissa le mani sulla sedia a rotelle e si siede di sopra. Come ha fatto? Non ci sarei mai riuscita io, sarei come minimo caduta per terra...
-Ma a te lui piace?- Sorride. È così carina. Ha un viso abbastanza sereno.
-Diciamo che al momento non sono alla ricerca di un fidanzato.- Sorrido anche io sperando di non averle tolto soddisfazione.
-Mmh, ok. Torniamo di là prima che Josh ci dia per disperse.- Ride uscendo in fretta dalla stanza. La seguo fino alla stanza in cui eravamo prima, ma di Josh non c'è traccia.
-Probabilmente è di sopra, in camera sua. Se vuoi puoi andare, è la seconda porta sulla sinistra.- Alza le spalle e mi conduce fino alle scale.
-Non è che vuole stare da solo, no? Magari vuole i suoi spazi...-
-Mio fratello? Non credo proprio. Vai, gli farà piacere.- Annuisco e salgo le scale titubante. Arrivo davanti alla porta che è aperta e guardo di dentro. È seduto per terra con le ginocchia al petto, il pavimento attorno a lui è pieno di foto ed in mano ne ha un paio su cui passa lo sguardo ripetutamente.
-Josh? È tutto apposto?- Sussurro appoggiando la mano alla maniglia della porta. Non risponde. Lo vedo alzarsi da terra e mettere la maggior parte delle foto in ordine, in un cassetto, e solo qualcuna in tasca.
-Mmh, arrivo subito.- Non mi guarda negli occhi, prende delle cose dalla scrivania ed esce dalla stanza senza neppure rivolgermi lo sguardo. Ho fatto qualcosa? Non credo... Mi blocco mentre lui continua a camminare verso le scale.
-Ehi, andiamo?- Sussurra bloccandosi di scatto in corridoio.
-No. Che ti prende?-
-Te lo dico dopo, adesso vieni qui.- Mi tende la mano che prendo e stringo alla mia. Una volta sulla soglia delle scale mi giro verso di lui e lo abbraccio sorprendendolo. Ricambia timido l'abbraccio, quasi fosse stupito per il mio gesto e non sapesse come reagire. Non l'ho mai abbracciato, in effetti. È sempre stato lui ad abbracciare me... Sento la sua mano sui miei capelli e capisco di essermi preoccupata troppo.
-Ho bisogno di sfogarmi.- Sussurra sospirando.
-Potrei aiutarti.- Sorrido sghemba mentre ci stacchiamo.
-In che senso?-
-Beh, dipende tutto da quanto tu consideri il sesso una valvola di sfogo, è chiaro.- Spalanca gli occhi e mi guarda male.
-Ma se hai il ciclo.- Sussurra non capendo.
-Ehi, prendo la pillola, quanto pensi che duri il ciclo abbinato alla pillola? Questa sera sarà passato di sicuro.-
-Ripropongo: vieni a vivere con me?- Rido alle sue parole e, tenendoci per mano, scendiamo le scale.
-Allora... parco?- Chiede la ragazza difronte a noi, a voce bassa. È come se avesse paura delle sue stesse parole.
-E gelato alla fragola, la tua combinazione preferita.- Risponde il fratello sorridendole. Usciamo di casa e percorriamo diversi metri in silenzio. Io sono al fianco di Helena, mentre suo fratello la spinge, nonostante lei abbia declinato l'offerta diverse volte.
-Tieni, ascolta questa... è una delle mie preferite.- Le passo il mio telefono con le cuffiette per farle ascoltare la canzone di cui parlo.
-Non ci credo! Piace anche a me! Posso scorrere tra la playlist?-
-Certo. Vedi che lei ha gusto?- Rallento di poco ritrovandomi al fianco del mio "nuovo amico".
-Assolutamente no.- Sbuffa mandando gli occhi al cielo.
Una volta lasciata Helena a casa siamo scappati subito via prima che la madre dei due fratelli tornasse dal lavoro. Josh ha detto che non ha alcuna intenzione di incontrarla. Helena ci ha fatto promettere, però, che domani torneremo. Mi è piaciuto passare la mattinata con lei, ma Joshua sembrava davvero teso quando è entrato nella sua vecchia camera e ha visto quelle foto.
-Amore, dov'è il mio accappatoio?- Grida dal bagno convinto che lo abbia spostato io. Ma ha capito che non ho praticamente alzato un dito da quando siamo qui, se non per sparecchiare insieme a lui?
-Non lo so, amore.- Grido di rimando stesa a pancia in giù sul letto.
-E gli asciugamani grandi?- Oh, no, mi tocca alzarmi...
-Sono qui, aspetta che te ne porto uno. C'è anche il tuo accappatoio qui!- Mi alzo dal letto con l'indumento tra le mani e busso alla porta del bagno.
-Oh, avanti, busserai tutte le volte quando andremo a convivere?- Apre lui stesso la porta e gli passo quello che mi aveva chiesto scuotendo la testa.
-Da questa convivenza non potrei che trarre vantaggi: lavi tu, ordini tu, cucini tu, io devo solo occuparmi dei cani. L'unica cosa è che mia madre non mi lascerebbe mai andare via di casa.- Rido uscendo dalla stanza.
-Ora, appena hai finito qui, mi trovi stesa sul letto come una balena spiaggiata.- Dico prima di buttarmi sul letto rimettendomi nella stessa posizione di prima.
-E allora saremo in due.- Si stende anche lui affianco a me, posizionando il suo viso molto vicino al mio. Mi giro su un fianco e, prendendogli il viso tra le mani, lo bacio. I suoi ricci bagnano le lenzuola ed è una delle scene più belle che io abbia mai visto.
Dopo mezz'ora ci ritroviamo ancora nudi nel letto, dopo aver fatto sesso, l'una nelle braccia dell'altro scambiandoci semplici baci.
-Josh?-
-Si, amore?-
-Ti va di dimmi a cosa pensavi questa mattina con tua sorella? Sempre se vuoi, non voglio di certo impicciarmi in affari che non mi riguardano.-
-Si che mi va, ma è una storia complicata...- Sussurra accarezzando i miei capelli.
-Abbiamo tutto il tempo.- Passiamo qualche minuto in silenzio in cui non fa altro che sospirare.
-Non... non volevo metterti a disagio, io... ecco, mi dispiace.- Balbetto cercando di alzarmi dal letto. Mi stringe a sé senza farmi andare via.
-Pensavo al motivo per cui Helena è sulla sedia a rotelle. In realtà potrebbe anche essere una cosa temporanea, ma dipende da lei. Devi sapere che i miei non sono mai andati tanto d'accordo, il loro era solo un matrimonio combinato per via del loro patrimonio. Iniziarono a litigare pesantemente quando mia sorella aveva cinque anni. Poco tempo dopo iniziarono a dormire in camere diverse e alla fine divorziarono, ma questa cosa io non l'ho mai accettata. Noi abbiamo sempre vissuto a casa di mamma ma poi arrivato il weekend mio padre fingeva gli importasse qualcosa di tenere 'unita' la famiglia, così passavamo sempre il fine settimana a casa sua. Un venerdì pomeriggio mia madre ci stava accompagnando a casa di papà quando lui la chiamò al telefono dicendole che era troppo impegnato a causa del lavoro e mia madre, facendo dietro marcia, venne presa in pieno da una macchina con al volante un alcolizzato. L'unica a riportare ferite è stata Helena perché si era seduta davanti. Questo episodio è successo meno di sei mesi fa, ma quel giorno presi tutto e andai via di casa, prima da un mio amico, poi a Las Vegas.- Spalanco gli occhi non aspettandomi una cosa del genere.
-Tuo padre?-
-Cosa? È venuto a trovare mia sorella solo due volte quando è stata in ospedale, ma mia madre non è stata da meno.-
-Posso chiederti perché non hai mai accettato il divorzio dei tuoi?-
-Non è che... cioè si, il fatto è che per me non ha avuto senso il loro comportamento: se non si potevano vedere neanche prima di sposarsi, perché lo hanno fatto? E poi, perché hanno fatto anche dei bambini?- Stringe nel pugno la coperta bianca.
-Magari volevano solo provare a creare una famiglia.-
-No, cazzo Dan. Con il primo ci provi, non anche con il secondo. Posso capire se fossi rimasto figlio unico, ma due altri parti no.-
-Due?- Sussurro accigliandomi.
-Si, prima di Helena mia madre partorì un'altra volta, ma il bambino morì dopo pochi minuti dal parto per delle complicazioni. Lo aspettavamo tutti così tanto. E poi era un maschietto, capisci? Sarebbe stato il mio fratellino, quello con cui giocare ogni pomeriggio, quello da prendere per il culo quando diceva cazzate, quello a cui insegnare ogni cosa. È stato così strano vedere un bambino così piccolo, morto. Il giorno del suo funerale lo ricordo benissimo. Il suo corpo minuscolo era in una bara altrettanto piccola. È stato il momento più brutto della mia vita.- Sento le sue lacrime scorrere per il suo viso fino ad arrivare alla mia guancia.
-Quando nacque Helena ero il bambino più felice del mondo, non importava fosse una femminuccia, anzi. Ero contento che avrei avuto qualcuno da proteggere, come nei film.- Mi sollevo con la schiena facendo aderire i nostri petti nudi e lo abbraccio.
-Ti ammiro molto, sai? Ti sei sempre preso cura di tua sorella, non è una cosa da niente. Capisco benissimo cosa voglia dire avere una sorella più piccola e ti ammiro davvero tanto.- La sua mano sale e scende dalla mia schiena piena di brividi.
-Andiamo a cenare?- Si stacca lentamente da me e annuisco sorridendo.
-Cosa ti preparo?- Chiede alzandosi nudo dal letto. Mi alzo anche io per prendergli un paio di mutande e gliele lancio.
-Quello che vuoi, non sono schizzinosa.- Metto anche io le mie e abbottono la sua camicia per poi seguirlo in cucina.
-Facciamo le prove tecniche per la convivenza: sistema il divano che io preparo due panini da mangiare davanti alla TV.-
-È fattibile.- Levo tutto ciò che avevamo lasciato lì e metto due tovaglioli sul tavolino, poi mi siedo sul divano e cerco un film decente. Dopo poco Joshua mi raggiunge con due piatti in mano e iniziamo a mangiare io con le mie gambe sulle sue che occupo tutto il divano e lui in un angolino.
-No, dai, non puoi mettere un film natalizio a metà Agosto, mette ansia...- Sbuffo colpendogli ripetutamente la gamba con il piede.
-Dan, se ti sposti di altri due centimetri con il piede, non prendi più solo la mia gamba.- Dice con tono apparentemente calmo facendomi scoppiare a ridere.
-Oddio, scusa, non era mia intenzione!- Mi affretto a mettermi composta affianco a lui.
-Dammi.- Gli prendo il telecomando dalla mano e cambio canale con scarsi risultati. Josh mi guarda per tutto il tempo, poi mi immobilizza le braccia, mi fa stendere sul divano mettendosi su di me e mi bacia. A poco a poco sbottona la camicia e incomincia a giocare con i miei seni facendomi inarcare la schiena fino a far scontrare la mia intimità con la sua.
-Josh, dopo prima non ho le forze.- Sorrido sulle sue labbra. Sorride anche lui e annuisce.
-Hai ragione amore, guardiamo qualcosa.- Mi stringe a lui e appoggio la testa sul suo petto. Guardiamo la TV per diverse ore di fila, ma non riesco a concentrarmi. Mi piace questa cosa che c'è tra di noi ma non so come dirlo. Più che altro non so se voglio che lui lo sappia, perché ho paura che dicendolo a voce alta sparisca tutto.
-Perché non pranziamo tutti e tre insieme, domani? Con Helena, intendo.- Lo sento irrigidirsi.
-Non credo andremo veramente da lei, magari un'altra volta.- Sta scherzando, spero, glielo ha promesso.
-Cosa? Le hai detto che ci saremmo andati, anche io le ho detto di sì, non possiamo tirarci indietro.- Mi stacco da lui incrociando le braccia al petto.
-Dan, incontrerei mia madre.-
-Non per forza, puoi dirle di farsi trovare fuori.-
-Non credo sia possibile.-
-Perché no? Non hai il suo numero di telefono? Quello di casa?-
-Dan, non capisci...-
-Ci sono tantissime soluzioni: potrebbe dire che vuole fare una passeggiata con gli amici e che...-
-Danette ora basta. Non conosci la situazione.- Alza il tono della voce facendomi ammutolire.
-Helena non è mai uscita da casa dopo l'incidente. Non ha mia avuto il coraggio di vedere il mondo che andava avanti senza di lei. Ha dovuto rinunciare alla sua più grande passione con quell'incidente, ha dovuto rinunciare alla ginnastica artistica e non lo ha mai accettato.- Ora si spiega perché era così abile bei movimenti.
-Oggi è stata la prima volta?-
-Si.-
-Bene, domani sarà la seconda.- Ritorno a guardare la TV senza dare molto peso al fatto che mi stia guardando male. Questo programma non mi piace ma fingo di essere interessata per non dover iniziare un'altra conversazione. Josh si alza dal divano e scompare. Aspetto quasi un'ora, immobile, ma lui ancora non è tornato. Non mi interessa di aver toccato un tasto dolente, se ha detto che ci saremmo andati, allora ci andremo senza se e senza ma. Mi stendo mettendo la testa su su un bracciolo e il corpo sul resto del divano. Giro contenta ai cartoni animati, li amo troppo. Passo ore là davanti ridendo ad ogni battuta, finché non sento gli occhi pesanti e mi addormento.
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Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018
ChickLitSequel di "Just trust me", "Just you" racconta della storia di Addison Baily e Edward Harris, due ragazzi che frequentano il college a San Diego, distanti cinque ore dalle loro famiglie e dai loro amici. La loro storia è ovviamente intrecciata a que...