Danette
-Ora che ho tutti i trucchi mi serve solo un borsellino per metterli. Questo lo lascio scegliere a te visto che ti ho bocciato tutte le tonalità di rossetto che avevi proposto.- Rido facendolo entrare in un negozio pieno di articoli del genere. Abbiamo passato oltre due ore per cercare tutti i trucchi ma mi aveva detto che gli andava bene perché prima ha voluto fare la spesa di cose strane e ci abbiamo messo quasi un'ora.
-Almeno!- Sussurra Joshua girando fra gli scaffali.
-Allooooora... questo rosso no, questo bianco è troppo spoglio, questo nero non ha nessuna scritta... chiaramente quello arancione no perché a te l'arancione 'sta sul cazzo', questo secondo me ti potrebbe piacere.- Me ne mostra uno rosa con qualche scritta sparsa qua e là.
-No, però qualcosa di più... mmh, no di meno rosa... eccolo!- Indica un borsellino stupendo, esattamente quello che sto puntando con gli occhi da quando siamo entrati. È verde acqua ed è interamente ricoperto da un peluche strano molto carino.
-Ottima scelta.- Sorrido prendendolo e andando in fila alla cassa.
-Non ci credo, ho davvero indovinato?- Sussurra contento seguendomi.
-Mmh, si, direi proprio di sì.- Rido per la sua faccia e porgo la banconota alla commessa. Una volta usciti dal negozio mi blocca per un fianco e appoggia un braccio attorno alle mie spalle.
-Ti volevo chiedere una cosa, ma forse è troppo.- Sussurra pensieroso.
-Dimmi.-
-Verresti con me a trovare mia sorella? Passa tutte le giornate sola in casa e non sta mai con nessuno. Mi piacerebbe fartela conoscere.- Sorride guardando altrove in un punto fisso.
-Si, certo, vengo con te.- Sorrido senza neanche pensarci due volte. Stringe il braccio e lo vedo sorridere.
-Ci andiamo domani?- Alzo lo sguardo ritrovandomi ad una distanza davvero breve dalle sue labbra.
-Ok.- Sussurro piano cercando di non fissargli troppo le labbra.
-Quanti anni ha? Ci togliamo molto?-
-No, giusto un paio d'anni.- La sua bocca si appoggia sulla mia e chiudo d'istinto gli occhi. È una sensazione di pace magnifica. Cerca di allontanarsi ma le mie mani vanno veloci al suo collo per farlo rimanere attaccato a me.
-Amore, continuerei così per ore ma ci guarda tantissima gente...- Sussurra scatenando in me una risata sincera.
-Hai ragione. Le vuoi portare qualcosa? A tua sorella, dico.-
-Avevo pensato ad un puzzle, ne va matta.- Tutte le volte che parla di lei gli si illuminano gli occhi.
-Perfetto, entriamo nel negozio di giochi, allora.- Gliene indico uno alla fine della strada e annuisce. Prende la mia mano e la intreccia con le sua prima di iniziare a camminare. Anche la sua mano è morbida. Entriamo nel negozio e con mia grande sorpresa è completamente vuoto. Ma insomma, a nessun bambino piacciono i giochi manuali? Tutti con questi tablet... Un'anziana signora ci accompagna fino allo scaffale di puzzle e ce ne indica alcuni carini per la sua età.
-Ne ha uno che raffigura Parigi? Va bene un monumento qualsiasi.- Domanda Joshua catturando tutta la mia attenzione.
-Certamente! Eccoli...- Si alza in punta dei piedi prendendone tre.
-Questa è la torre Eiffel, questo è l'arco di trionfo del Carrousel e l'ultimo è Tour Saint-Jacques.-
-Il primo gliel'ho regalato per il compleanno... ehm... vada per Tour Saint-Jacques: è impossibile che lo abbia.- La commessa annuisce e si dirige verso la cassa.
-Le piace Parigi?- Sorrido guardandolo.
-Tantissimo. Perché? Piace anche a te?-
-A me? Beh, per forza! I miei nonni materni sono francesi. Altrimenti come lo spieghi il mio nome?- Rido lasciandolo perplesso.
-Sul serio? Dai, non può essere! Cioè tu mi vorresti dire che vieni dalla Scozia e in più sei anche mezza francese? Che conosci tutte le canzoni che esistono al mondo? Cos'altro mi nascondi?- Chiede quasi... affascinato, o almeno credo, dalla situazione. Scoppio a ridere scuotendo la testa.
-Non credo ci sia molto altro.-
-Si, come no...- Sorride e raggiunge l'anziana donna. Una volta usciti dal negozio facciamo un'ultima passeggiata prima di tornare nel bilocale in cui alloggiamo.
-Cuciniamo qualcosa per la cena?- Chiede mentre sistemo i miei nuovi trucchi.
-Io non so cucinare.- Rido scuotendo la testa.
-Non ci credo...- Sussurra prima di uscire dalla camera da letto. Rimango per pochi minuti a fissare il soffitto, stesa sul letto, ripercorrendo con la mente la giornata di oggi. Poi i miei pensieri vanno subito a mia madre. Se dovesse scoprire che sono fuori città? Non credo torni prima di un paio di giorni e poi ne avrei almeno un altro di copertura se le dicessi che dormo da una mia amica. Quello che davvero non capisco è perché non lo ammette! Ormai è palese e sono sicura che se dovessi chiedere qualcosa al mio gemello, anche lui direbbe che la mamma ha un compagno. Secondo me lo fa per Addy, se lei lo dovesse sapere si arrabbierebbe davvero tanto. Però non è comunque giusto nei confronti della mamma: è vero, papà era papà, ma ormai è morto e anche da tanto e la mamma ha tutto il diritto di rifarsi una vita.
-Questo è per te, li ho trovati in un cassetto.- Sorride porgendomi un grembiule identico a quello che indossa lui ora.
-Ma ti ho detto che non so cucinare. So cucinare solo la pasta, e neanche.- Rido mentre lo metto e mi alzo dal letto per seguirlo in cucina.
-Ti insegno io.- Wow.
-Cioè tu sai cucinare?-
-E anche bene!- Sorride prendendo le padelle dai cassetti.
-Cosa vuoi fare?- Chiedo sedendomi al tavolo sperando in qualche modo che cucini solo lui.
-Numero uno pasta e carne, numero due alzati che mi aiuti.-
-Possiamo raggiungere un compromesso: ti osservo mentre cucini così vedo come si fa e imparo, ci stai?-
-No, tieni, taglia la cipolla che bisogna metterla nel... ma... ah si, ecco il sugo.- Svuota il contenuto delle buste sul tavolo e mi porge una cipolla. Sbuffo afferrandola e prendo anche il tagliere. Quando ho finito mi giro verso di lui che mi sorride e mi porge una padella enorme.
-Perché?- Chiedo storcendo il naso.
-Hai detto che sai cucinare la pasta, quindi fammi vedere come la fai.- Il suo sorriso si allarga ma io non ho alcuna intenzione di cucinarla per davvero.
-Ma... vabbè devo solo mettere l'acqua, no?- Il mio viso preoccupato lo fa scoppiare a ridere e mi lascia un bacio sulla guancia.
-Io vado in bagno e tu metti l'acqua sul gas.- Afferma scomparendo dietro la porta del bagno. Oddio... allora, io ricordo che Sarah riempiva la padella con tanta acqua, superava di un po' la metà. Lo faccio e schiaccio il tasto del gas ma nulla. Ci riprovo e si accende. Neanche il tempo di togliere la mano dal tasto e si spegne un'altra volta. Ci provo più volte ma non ottengo alcun risultato.
-Stronzo, accenditi.- Sussurro sbattendo il pugno sul tasto. Una risata echeggia nella stanza.
-Ma che fai, ferma.- Sorride mentre sposta la mia mano da quel maledetto tasto. Lo preme e lo sposta facendolo accendere in meno di cinque secondi.
-Sono negata!- Butto indietro la testa.
-Tranquilla. Tieni, mettilo in questa padella e aggiungici un po' di olio. No, aspetta, quello lo faccio io altrimenti ci metti tutta la bottiglia.- Mi porge la bottiglietta con la salsa e si mette a ridere togliendo l'olio dalla mia visuale.
-Ma dai! Ne metto poco, giuro.- Quasi grido mentre finisco di versare la salsa.
-No, mi spiace ma ho fame e non posso rischiare.- Abbasso la testa fingendomi offesa e mi giro dall'altra parte. Lo sento alzarsi dalla sedia e quando ritorna appoggia una cosa fredda sul mio braccio.
-Uno solo.- Sussurra passandomi anche la bottiglia dell'olio. Sorrido e prendo il cucchiaio riempiendolo per poi versare anche quello.
-Fatto, vedi? Sono bravissima.- Mi alzo dal tavolo e lo metto sul fornello. Provo ad accenderlo ma nulla. Mi sento prendere per i fianchi e poi una mano compare da dietro di me accendendolo.
-Una cosa alla volta.- Appoggia il mento sulla mia testa infondendomi tranquillità.
-Ti dò una tregua, alla carne ci penso io.-
-Grazie!- Esclamo girandomi per abbracciarlo. Quando ci stacchiamo dall'abbraccio, avvicina pericolosamente il suo viso al mio. Non riesco a resistere alla tensione tra noi due e sfioro le sue labbra con le mie. Mi prende per i fianchi e mi appoggia al ripiano della cucina allargando le gambe e mettendosi in mezzo senza mai staccare le sue labbra dalle mie.
-Così brava a letto, così negata in cucina.- Sorride appoggiando la testa sulla mia fronte. Avvampo pensando che mi ha detto che sono brava a letto, non avrei mai immaginato potesse dirmi una cosa del genere... Non immaginavo neppure di esserlo! Alzo le spalle e gli stampo un ultimo bacio prima di scendere dal ripiano. Joshua mette il sale nella pasta e ne approfitto per mettere le posate a tavola. Prendo i bicchieri e i piatti dalla credenza e mi siedo prendendo il telefono. Sono ancora scossa per la sua affermazione... Cioè, sono brava per davvero?
-No! Vieni qui che devi mettere la pasta quando inizia a bollire!- Mi leva il telefono dalle mani, lo blocca e lo poggia lontano da me, costringendomi così ad alzarmi.
-Sbrighiamoci che dovevo rispondere a Tiffany che è in Germania e non è riuscita a parlarci per una settimana e mezzo ma finalmente oggi ha trovato il modo di collegarsi.- Raccolgo i capelli in una specie di coda e mi avvicino a lui.
-Dai, con Tiffany ci parli dopo, ora vieni qui.- Mi porge il pacco di pasta che apro e verso nella padella.
-Perfetto. Io apparecchio, tu fai la carne e abbiamo finito.- Sorrido alzandomi in punta dei piedi per cercare i bicchieri dalla credenza.
-Oh che schifo...- Sussurro vedendo una ragnatela enorme.
-Cos... NO NO NO CHE SCHIFO!- Grida allontanandosi il più possibile dal mobile. Il ragno salta giù in un lampo e lui si chiude in bagno.
-Per caso sei aracnofobico?- Chiedo retoricamente mentre prendo una ciotola in plastica dal tavolo e lo uccido.
-Femminuccia, il ragno è morto.- Rido scuotendo la testa. Apre la porta di scatto.
-Non sono una femminuccia! Semplicemente mi fanno schifo...- Si avvicina schifato e controlla se il ragno è veramente morto.
-Eccolo!- Esclamo indicandolo e lo prendo per poi buttarlo nella spazzatura.
-Fantastica: io cucino e tu uccidi i ragni.- Mi lascia un bacio sulla fronte ed io non posso fare a meno di ridere.
-Se sai anche pulire, lavare a terra, fare la lavatrice e sei ordinato allora da domani vengo a vivere con te.- Sorrido passandogli la carne che mette in padella con un filo d'olio.
-Almeno tu fai i letti?- Ma non ha senso fare i letti se poi tanto ti ci devi andare a coricare la sera stessa.
-No.- Sorrido mentre cerco i piatti di carta nelle buste della spesa.
-Ti prendi cura dei cani?- Cani? Magari ne avessi uno!
-Quali cani?-
-Quelli che prenderò in futuro.- Sorride entusiasta sedendosi al tavolo.
-Mmh... si dai.- Certo che si, li adoro.
-Ok, allora per me va bene.- Ride prendendomi le mani e facendomi sedere sulle sue gambe.
-Puoi trasferirti da me quando vuoi se mi tratterai bene Eclipse e Spirit.- Appoggia le sue labbra sulle mie ma non riesco a trattenere una risata.
-Spirit mi sa di cavallo.- Sorride anche lui e mi bacia senza approfondire il bacio, solo labbra su labbra che si muovono ma che si aprono a malapena.
-Di che razza li vuoi?- Allaccio le mie braccia attorno al suo collo e mi giro completamente verso di lui.
-Un pit bull e due...-
-Un che cosa? No, io non ci vengo a casa tua allora. Devono essere chiwawa oppure barboncini.-
-Barboncini siano.- Appoggio le mie labbra sulle sue. È così dolce questo ragazzo che ho paura mi contagi. Mi sposta di scatto facendomi sedere sulla sedia.
-La carne!- Urla prendendo il mestolo dal tavolo.
-Due secondi altri e l'avremmo dovuta buttare.- Ride nervoso girandola. Mi alzo andandogli incontro e gli circondo i fianchi con le braccia.
-Ho sonno.- Sussurro appoggiando la testa alla sua schiena.
-Neanche i bassotti dormono così tanto!- Si gira verso di me e mi fa appoggiare il viso sul suo petto.
-Uffa, è colpa del ciclo!- Chiudo gli occhi e corruccio la fronte.
-Come vuoi, ma intanto ti ho trovato un soprannome perfetto!- Prende il telefono per qualche secondo e poi lo riposa sul tavolo.
-Qual è?- Chiedo incuriosita prendendogli il telefono.
-Vai, sbloccalo e vedilo da sola.- Inserisco la mia impronta digitale e apro su WhatsApp in cerca della mia foto profilo.
-Bassotta?!- Grido spostandomi di scatto. Affianco al nome c'è anche un cuore rosso.
-Ma dai, lo sai che...- Lo guardo male e si blocca per qualche istante.
-Ehm, credo la pasta sia pronta.- Ride andando a scolarla.
-Sarà la cosa più buona che tu abbia mai mangiato!- Mi porge un piatto con pasta e sugo fatto da lui e ne fa uno anche per sé.
-Spengo la carne e ti raggiungo.- Iniziamo a mangiare e lui mi guarda ansioso di sapere cosa ne penso. È veramente buona...
-È buonissima... ti prego insegnami!- Rido pulendomi le labbra con il tovagliolo.
-Vedi? Sono un ottimo cuoco! Certo che ti insegno.- Sorride fiero di sé e continua a mangiare. Finita la cena mi stendo sul divano a pancia in giù e chiudo gli occhi.
-Ehi, fammi spazio che vediamo un film!- Sbuffo e mi alzo per farlo sedere per poi mettermi esattamente come stavo prima solo con le gambe sulle sue.
-Bassotta dormigliona...- Sussurra facendomi drizzare di scatto. Lo guardo male e lui scoppia a ridere.
-Hai tutti i capelli arruffati!- Mi fa avvicinare a lui e me li sistema, poi mi lascia un bacio sulla fronte ed uno sulle labbra.
-Vieni qui.- Mi prende tra le sue braccia facendomi appoggiare la testa sul suo petto. So che mi sto avvicinando troppo a lui, ma in questo momento ho troppo sonno per pensarci.
-Come lo chiamiamo il chiwawa?-
-Quello lo lascio decidere a te.- Rido accoccolandomi a lui e chiudo gli occhi assonnata.
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Just You (sequel di Just Trust Me) #Wattys2018
ChickLitSequel di "Just trust me", "Just you" racconta della storia di Addison Baily e Edward Harris, due ragazzi che frequentano il college a San Diego, distanti cinque ore dalle loro famiglie e dai loro amici. La loro storia è ovviamente intrecciata a que...