Cap 6. Parla, parla ancora, angelo mio

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Era mattina e Jared stava lustrando i cavalli.


Jensen arrivò all'improvviso e Jared sussultò.


"Ciao." Disse Jensen, sorridendo.

"C-Ciao...voglio dire...buongiorno, ben svegliato, principe!"

"Un ciao va più che bene e ti sarei grato anche se smettessi di chiamarmi cosi, ma mi chiamassi semplicemente Jensen."

"Davvero? Voglio dire..si, lo farò! Mi dispiace di averla irritata!"

"E se potessi anche darmi del tu, te ne sarei grato!" ribattè Jensen, ora visibilmente irritato.

Jared si rabbuiò, continuando a strigliare il cavallo con aria triste.

"Mi dispiace che continuo a farti innervosire..."


Jensen avverti subito un groppo alla gola.

"No, scusami. È colpa mia, sono stato sgarbato. Tu non mi fai innervosire. Mi innervosisco io perché non riesco a cogliere i tuoi pensieri!"

"è normale, dal momento che la magia esiste in questo mondo, ma non la telepatia." Sorrise un po' Jared.

"In questo momento vorrei essere in grado di usarla." Ammise Jensen.

"Perché? Perché ad un principe dovrebbero interessare i pensieri di un poveraccio come me?"

"Se il mio titolo ti spaventa o ti mette in soggezione, fa finta che io non sia un principe..."

"Ma...."

"Non chiamarmi più principe, da questo momento io non sono più il principe Jensen!"

"Mi è impossibile fare finta, perché un ragazzo dalla bellezza come la tua, può essere solo un principe." Disse Jared, arrossendo poi, rendendosi conto di quello che aveva appena ammesso.

Anche Jensen era arrossito, ma si riprese subito.


"Non è cosi, e posso provartelo. Tu per esempio non sei un principe, eppure..."

"Si?" chiese Jared con gli occhi che luccicavano.

"E-eppure....h-hai gli o-occhi di un verde c-cosi intenso che...sembrano smeraldi!" disse Jensen.



Jared rimase basito. Spalancò la bocca senza dire una parola e poi disse infine:

" Le....le parole che tu mi rivolgi...Jensen...sono...sono più preziose di qualunque oro...io...io non so che dire...grazie!"

"Dimmi allora perché sei venuto qui al castello? Solo perché te l'ho chiesto??"

"No!"

"E se sei venuto per vedere me, allora perché non sei venuto a cercarmi? Speravo lo facessi ieri."

"Mi dispiace..io...io volevo, ma sono stato trattenuto. Sapevo comunque che ti avrei rivisto oggi...ma non è che non ti abbia pensato!"

"Mi hai pensato??" chiese Jensen con gli occhi che brillavano.



Jared si ammutoli, imbarazzato oltre ogni limite.

"Va bene. Basta. Non dire più niente. Per adesso mi bastano queste dolci parole, ti lascio ai cavalli. Ci sentiamo. Io devo...devo studiare, ora. Ciao!"

"Jensen!" lo richiamò Jared.

"Si?"

"Che cosa...devi studiare?"

"Poesia! E le parole che tu mi hai detto mi saranno di ispirazione!!"

"Ne sono felice." Disse Jared commosso, dopodiché si congedarono.



Quando Jensen andò via, Jared si fermò a pensare e per dieci minuti buoni, non riusci più a lustrare i cavalli.

Jensen. il principe Jensen!



Era cosi bello e dolce...forse era un po' arrogante e capriccioso, ma gli piaceva anche questo lato di lui. Gli piaceva TUTTO. TUTTO.


Gli dispiaceva che forse Jensen poteva aver pensato che non gli importasse di lui, ma non era cosi. Semplicemente era troppo timido e in secondo luogo aveva pensato che uno come lui, non avrebbe potuto neanche avvicinarsi al principe e parlargli.

Jensen però voleva la sua amicizia e Jared si sentiva come in cielo.



Jensen si allontanò continuando a pensare alle parole di Jared.

Oh, lui aveva detto che le sue parole erano più preziose dell'oro!

Oh, il ragazzo dagli occhi di smeraldo aveva detto che lui era cosi bello che poteva essere solo un principe!

Che complimenti gli aveva donato, con quanta semplicità, e poche frasi!

Il ragazzo silenzioso che tanto gli occupava i pensieri, dimostrava di avere TANTI pensieri a dispetto delle sue poche parole, e dimostrava anche di avere BELLE parole, anche se le donava con il contagocce.


Un singolo pensiero lo attraversava quando Jared parlava durante quel loro dialogo nelle stalle:

Oh si, ecco. Parla! Parla ancora, angelo mio!  



Saremo quel che tutti sognano, quell'amore che i cantanti cantanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora