Jared e Jensen pensavano di essersi lasciati alle spalle quella brutta disavventura con le frecce di Cupido, ma non fu cosi.
Una volta tornati al castello, si trovarono davanti una piccola folla tutta radunata, che li guardava.
Si guardarono imbarazzati, non sapendo che fare, poi arrivò John.
"Permesso. Permesso. Fatemi passare. Sono il re."
"Papà...cosa?" chiese Jensen.
"Zitto ed entrate. Svelti e voi circolare! Non c'è niente da vedere qui!"
Il re li portò nel salone del trono e poi li affrontò.
"Voglio che mi diciate esattamente che cos'è successo questo pomeriggio! Gira voce che siete stati colpiti dalle frecce di Cupido e che queste vi abbiano quasi ferito a morte!"
"è cosi..." disse Jensen dispiaciuto. "Ma..."
"Com'è potuto accadere una cosa del genere? Voi..."
"No! No! era...era solo un gioco...uno scherzo del figlioletto di Cupido! Lui gli ha...rubato le frecce e andava in giro a...far innamorare chiunque gli capitasse a tiro!" disse Jensen.
"Siete innamorati??" chiese il re esterrefatto.
"NO! No...noi...le frecce non hanno funzionato..." disse Jared atterrito. Jensen lo guardò e malgrado sapeva che Jared stava cercando di difenderlo, gli fece male comunque quello che disse. Decise comunque di stare al gioco.
"Le persone dicono che le frecce vi hanno ferito..."
"Si, ma è stato solo per poco...noi..." stava cercando di dire Jensen.
"QUESTO NON MI CONSOLA! " gridò il re.
Jared e Jensen cercarono di dire qualcosa, ma all'istante le porte si aprirono ed entrarono i genitori di Jared. Mary e il padre di Jared, che Jensen non aveva mai visto.
"Jared!!!" lo chiamarono.
"Per tutti gli dei....stai bene?" chiese Mary, abbracciando il figlio. Anche quello che doveva essere il marito di Mary, abbracciò Jared, e Jensen ne fu un po' geloso.
Non sembrava l'unico, però, visto che John evitava di guardarlo.
"Misha Padalecki! Finalmente posso fare la vostra conoscenza!" disse John con falsa allegria.
"Avrei preferito ci incontrassimo in circostanze più tranquille" disse Misha e Jensen fu sicuro che John stava pensando invece che lui avrebbe preferito non incontrarlo mai.
"Che cos'è successo esattamente?" chiese Misha.
"A quanto pare il figlioletto del nostro Cupido si è divertito a giocare al tiro con l'arco." Disse John.
"Le frecce di Cupido non dovrebbero fare del male..." disse Misha socchiudendo gli occhi.
"Questa è l'opinione più diffusa, si. A quanto pare devono essersi rotte o chissà cosa." Rispose John. Sorrideva a trentadue denti, ma la sua furia era visibile dagli occhi.
"Questa cosa non può restare impunita. Neanche se si tratta degli Dei. Se non possiamo fidarci dell'Amore, che cosa ci resta?" chiese Misha.
"Gli ingranaggi del destino non hanno fatto altro che illuminarci su quanto io già sapevo da tempo. Avevo scoperto infatti da tempo immemore che non ci si può fidare dell'Amore." Disse John, sorridendo, guardando Mary, che si senti ferita da quella battuta.
"Cosa...succederà ora?" chiese Mary
"Suppongo che gli Dei dovranno rispondere di questo incidente e mi auguro davvero di ricevere delle scuse e delle spiegazioni appropriate." Disse John.
*
Era sera tardi e Sull'Olimpo, gli Dei si erano riuniti ad un grande tavolo rotondo per discutere della questione.
"Il popolo chiede spiegazioni e vuole essere rassicurato. Supplica e ci prega e chiede spiegazioni sulle tue frecce magiche!" disse Giunone, la sposa di Giove, guardando Cupido.
"Figlio mio, io sono la Dea dell'Amore e non fanno che chiedermi se per caso le tue frecce abbiano subito un danno grave e io possa ripararle!" disse Venere con il suo vestito rosa scintillante e i suoi lunghi boccoli biondi.
"Io...non so come giustificarmi...non era mai capitata una cosa del genere...forse un'anomalia...forse il fatto che non sono stato io a scoccare le frecce..."
"Se è un'anomalia, lo scopriremo subito, analizzando queste frecce." Disse Giove, prendendo le frecce, ancora sporche del sangue dei due giovani. "è essenziale che una cosa simile non si ripeta mai più, altrimenti le persone non avranno più fiducia in noi, ci sarà una rivolta e l'Olimpo potrebbe cadere!"
Ci fu un coro sorpreso di "Ohhhh" a questa esclamazione.
"Se sono le frecce ad essere difettose, bisognerà provvedere a bruciarle...e... Cupido, tieni d'occhio il tuo uccellino alato, per la prossima volta... quello che è accaduto oggi è spaventoso! " disse Giove.
Giove fece per sciogliere l'assemblea, ma poi fermò un attimo Cupido, prendendolo da parte.
"Certo che è una coincidenza strana, il fatto che...i due giovani colpiti da questo incomprensibile incidente, siano i due figli di John Ackles e Mary Campbell, gli stessi due giovani con cui hai avuto problemi in passato, per quella lontana storia dell'incantesimo mancato..." disse Giove, mettendogli una mano sulla spalla.
Cupido impallidi. Non ci aveva proprio pensato. Aveva quasi rimosso quell'evento. Era passato molto tempo.
"Fu...fu un incidente..proprio come stavolta. Lo giuro!"
"Certo figlio mio...certo, io ti credo...dico solo che è un fatto piuttosto singolare...prima i genitori...e poi i figli....credo che dobbiamo correre ai ripari immediatamente, prima che qualcuno possa pensare che noi Dei perseguitiamo quella famiglia, mh?" disse Giove andando via.
Le parole di Giove però, ebbero un effetto ancora più devastante su Cupido. Non aveva più ripensato a quello che era successo da tanto, tanto tempo...ma ora...le parole che lui stesso aveva rivolto a quei due giovani, gli rimbombavano nella mente:
" Una volta che è in corso, non si può più annullare, e se non troverà il vostro consenso, cercherà un'altra strada per compiersi ugualmente, attraverso vie che non posso più prevedere, perché non dipendono da me.""Voi...non sapete quello che avete fatto!"
" è già in corso, non si può più annullare!!!"
Un presentimento terribile attraversò Cupido e rincorse suo padre Giove per chiedere di essere lui stesso ad esaminare le frecce. In fondo, disse, era un suo problema. Una sua responsabilità.
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Saremo quel che tutti sognano, quell'amore che i cantanti cantano
FanfictionQuello era il principe! Il principe di Camelot, e non solo mi ha sorriso, ma mi ha regalato due monete d'oro E quando è andato via, si è girato verso di me! Oh, speravo lo facesse! Oh, quanto si può essere bambini a volte! Quanto intensamente si pu...