Cap 37. Lacrime di pentimento?

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  Jared e Jensen caddero tra le braccia dell'altro. Nostradamus inveiva contro gli Dei chiamandoli ASSASSINI.


Ci fu un tremendo terremoto e la lava cominciò a ribollire. Sembrò che tutto quel posto potesse cadere nel fuoco e venire sepolto all'istante.

"Veleno!" disse Nostradamus, andando a raccogliere le boccette nere e annusandone il residuo. "Siete stati voi. Voi li avete uccisi!!"

"No, no...noi non abbiamo fatto niente!!" si difesero gli Dei.

"Sono loro che sono stati degli sciocchi. Si sono tolti loro la vita!" disse Giove.

"Voi li avete costretti!" disse Nostradamus, rancoroso. "Avete sul cuore e sulle vostre anime il peso di questa colpa!"

Quasi come a confermare le parole del vecchio stregone, giunsero le Parche. Tre vecchiette che si occupavano di tessere la vita degli umani, accompagnate dalla signora Morte. Una dama vestita di nera, molto bella, ma con il viso in ombra, coperta da un cappuccio.

"Quello che avete fatto è imperdonabile. Come Dei dell'Olimpo avevate il diritto di governare sulle vite dei vostri popoli, non di distruggerle." Dissero le Parche.

Gli Dei tentarono di protestare, ma le Parche non vollero sentire ragioni. Mossero le mani nell'aria e qualcosa cambiò profondamente negli Dei.

Persero all'istante tutti i loro poteri.


In quel momento arrivarono diversi soldati, spuntati chissà dove, che cominciarono a mettere le manette a tutti quanti.

"Forse qualche tempo in galera e ai lavori forzati, vi faranno rendere conto meglio di quanto troppo lontano eravate andati." Disse Nostradamus.

"Vi prego...non potete farci questo. Io ho un figlio...vi prego!" disse Cupido.

In quel momento comparve Venere, la madre di Cupido.

"Avrei voluto che insegnasti a tuo figlio la grande arte dell'amore, Cupido, non a distruggerlo, per via del potere." Disse Venere, mortificata.

"Madre...tu....tu mi hai dato quelle boccette..." disse Cupido.

Venere le raccolse.

"NIent'altro che nettare dei ciliegi. Non si può perdere l'amore. Questo è qualcosa che succede solo grazie a una profonda delusione."

"Madre, ti prego, salvali!" implorò Cupido.

Venere si voltò verso Cupido. Vide lacrime sul volto del figlio e lacrime sugli altri ex dei. Era forse un ritorno all'umanità quello che vedeva, oppure solo paura per la loro sorte?

"Portateli via." Disse infine.


Gli Dei vennero portati via dai soldati per essere consegnati alla giustizia, mentre Misha, John e Mary – ormai liberati – piangevano sui loro figli.

"Vi prego, perdonateci." Disse John, resosi conto di quanto era stato cieco.

Misha lo guardò con rabbia.

"La tua cecità ti ha fatto perdere Mary e i tuoi figli già una volta, ora la tua cecità ti ha fatto perdere nuovamente un figlio, ma la cosa grave è che l'ha fatto perdere anche a me. Spero che questo sia almeno una lezione da imparare." Disse Misha.

"Come puoi parlare di lezioni...mio figlio è morto..." disse John, ancora piangendo.

Mary era anche più distrutta di John. Cercava consolazione tra le braccia di suo marito, Misha.

"Li seppellirò vicini. Costruirò la tomba più bella che..." disse John, alzandosi.

"No!" disse Nostradamus.

John e Mary lo guardarono stupiti.

"No. Voi non li toccherete. Li prendo io." Disse, prendendoli entrambi in braccio, con una forza sovrumana e portandoli via, lasciando Mary e John basiti, disorientati e confusi.









Note dell'autrice:

Ok, prima di ammazzarmi, aspettate di vedere come prosegue la storia xd non è ancora finita!! xd 

Saremo quel che tutti sognano, quell'amore che i cantanti cantanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora