Cap 17. La partenza

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 Qualcuno bussò alla camera di Jared. Il ragazzo stava ancora dormendo e fu decisamente sorpreso del toc toc che sentì alla sua porta.


Andò ad aprire, strofinandosi gli occhi e sperando che fosse Jensen, e invece era Nostradamus.

"Che...che cosa..." borbottò Jared, guardando il vecchio signore tenere tra le mani un lungo pacchetto sottile e dorato.

"Il tuo vestito per la vostra piccola fuga d'amore, signorino." Disse Nostradamus.

Jared strabuzzò gli occhi.

"Tu...tu sai..."

"Come potete sperare di riuscire a fuggire dal castello senza il mio aiuto? Jensen è venuto da me e meno male che l'ha fatto! Ho potuto quindi utilizzare un po' del mio tempo perso a filosofeggiare, facendo stavolta qualcosa di più concreto!"

Jared scartò il pacchetto e ci trovò un abito in smoking nero.

"Non so che cosa dire. Grazie."

"Solo una cosa...John pensa che vi porterò in giro per le varie città per incontrare il popolo. Dovete continuare a fingere che sia questo lo scopo del vostro viaggio e dovrete essere convincenti!"

"Come hai fatto a convincerlo a farci partire insieme?"

"Beh, mi è bastato dirgli che il popolo è particolarmente bendisposto verso i bei ragazzi. Lui era testardo, continuava a dire che non avreste dovuto stare insieme, ma io ho specificato che è particolarmente bendisposto anche verso le amicizie affettuose, per cui se avessero visto voi due, e avessero capito che c'era un'amicizia particolarmente affettuosa verso un principe e il suo servo, la reputazione del regno ne avrebbe tratto solamente vantaggio. "

"L'ha bevuta???" Jared era sconvolto.

"Beh, mi ha detto di continuare a tenervi d'occhio e se sapesse che ho mentito, mi farebbe tagliare la testa..."

"Oddio.."

"Ma una volta che sarete sposati, non potrà farvi più niente e per legge non si può uccidere colui che ha unito così profondamente due persone nel sacro vincolo del matrimonio." Disse Nostradamus sorridendo. Jared lo guardò curioso. Gli era sembrato che Nostradamus volesse dire di più di quello che in effetti aveva detto, ma non ne era sicuro...






*

"Jensen, devo parlarti." Disse il re, facendo il suo ingresso nella sala del bacchetto.

"Dimmi." Sospirò Jensen.

"Questa notte partirai per una specie di tour, ho sentito."

"Sì, è cosi."

"Non sembri molto contento."

"Dovrei? Sarà una cosa molto noiosa."

"Mmm...ho sentito che Jared verrà con te."

"Già."

"Di nuovo, questa cosa non sembra renderti felice."

"Dovrebbe? Avevi ragione, papà. Era solo un'infatuazione e averlo intorno non è che mi renda particolarmente felice, anzi a tratti è fastidioso, ma sopporterò la sua presenza con garbo ed educazione se questo ci permetterà i favori del popolo."

Il re era ora sbalordito, ma sembrava sollevato e soddisfatto.

"Sono felice di sentirti parlare così. Visto che avevo ragione? Devi sempre dare ascolto a tuo padre." Dicendo così, se ne andò.

La morsa che aveva attanagliato lo stomaco di Jensen, si era ora allentata, ma faceva ancora piuttosto male.


Dal giardino, Jared gli sorrideva attraverso la vetrata.

Jensen lo salutò con la mano, rivolgendogli uno sguardo pieno d'amore.

Oh, quant'era stato difficile parlare di lui in quei termini.

Jared, la persona che amava più di ogni altra cosa al mondo. Proprio lui.

Dover dire che proprio la sua presenza gli dava fastidio.

Era però perché lo amava così tanto, che doveva fingere, per proteggerlo e per riuscire a partire.







*

Quando fu notte, Jensen e Jared si incontrarono in giardino. In lontananza il re stava scendendo la gradinata del castello.

Jensen dovette farsi violenza per non cercare le dita di Jared e intrecciarle con le sue.

Jared era meraviglioso, vestito di nero. Jensen invece era vestito con un morbido velluto blu e un mantello rosso.


Il re baciò il figlio sulla guancia, senza smettere di guardare male Jared, per un solo istante.

"Fai in modo che non abbiano nessun contatto troppo ravvicinato e avvisami se cerca di baciare mio figlio." Sussurrò il re a Nostradamus, che sarebbe andato con loro.

"Certo, sire." Disse Nostradamus, impacciato.






*

Riuscire finalmente a partire, fu una liberazione.

Jared trovava romantico il fatto di viaggiare di notte con Jensen, a bordo di una carrozza, proprio come una delle fiabe che leggeva da piccolo: Cenerentola.

Jensen dal canto suo amava il fatto che quella notte, con le sue stelle sfavillanti, sembrava fatta apposta per loro due.

"E se cade una stella dal cielo, amore mio, la dedico a noi." Gli disse Jensen, più romantico che mai.

E poi si baciarono teneramente, romanticamente, languidamente

















  la frase:"se cade una stella dal cielo, la dedico a noi." è della canzone di Gigi d'Alessio - Tu che ne sai :))  


Saremo quel che tutti sognano, quell'amore che i cantanti cantanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora