Jared e Jensen si svegliarono l'uno tra le braccia dell'altro.
Avevano dormito magnificamente, avvolti in quel meraviglioso calore e tepore dei loro corpi caldi e della morbidezza del piumone e delle lenzuola.
Jared si mosse impercettibilmente, mentre Jensen gli dava baci soffici sul collo, ricolmi d'amore.
Mosse la testa come un gatto che si stiracchiava e poi si voltò verso Jensen, dandogli un bacio sulla testa e portandosela sul suo petto.
Jensen si abbandonò a quelle coccole, completamente perso sul petto di Jared. Si sentiva cosi in pace...
"è stata la notte più bella della mia vita..." disse.
"Mi è sembrato come salire in Paradiso." Gli fece eco Jared.
Si baciarono romanticamente.
"Sto cosi bene quando sono con te. Non andare via..."
"Anche io, Jensen. anch'io. Ora però devo andare. I tuoi genitori non devono trovarmi qui e devo sistemare le faccende..."
"No! Non andare via. Resta ancora un po'!"
"Amore mio, non rendere questo ancora più difficile." Gli disse Jared con un sorrisino triste togliendosi il pigiama e rimettendosi i suoi vestiti.
Si baciarono ancora, come se potesse mancare loro l'ossigeno se si fossero staccati, poi Jared si alzò, solo per poi ritornare indietro a baciare Jensen, dopo appena due passi fatti nella direzione opposta.
Si baciarono sdraiati l'uno addosso all'altro, appassionatamente.
"Devi...amarmi davvero tanto se mi baci di prima mattina, ancora prima che mi sia lavato i denti!" scherzò Jensen.
"Amo qualsiasi cosa di te e non sento nessun alito cattivo."
"E io non so dire se sono più innamorato di te di quanto ti amo o il contrario. Cosa posso dirti che non ti offenda e sia al contempo la verità??"
"Jensen, le tue parole non mi offendono mai! So che anche una finta derisione è una maschera per coprire l'amore che provi per me!"
"Non voglio più coprirlo!" disse Jensen, e si baciarono ancora.
Delle voci risuonarono nei corridoi, chiamando Jared.
Jensen sbuffò.
"Mi dispiace amore. Ci vediamo dopo, ok?" disse dandogli un altro bacio, mentre Jensen gemeva frustrato.
*
Nell'Olimpo intanto, Cupido cercava di cullare il figlioletto di un anno, pregandolo di dormire.
"Lo so che non ti piace dormire, ma quando sarai grande come papà...."
Il piccolo piangeva ancora...
"Ascolta, se adesso lasci tranquilli mamma e papà, forse ti regaleremo un fratellino o una sorellina. Che ne dici?"
Il bambino pianse di nuovo.
"Dai su, ti regalerò un pony. ti regalerò cinque pony!"
Alla fine il bambino sembrò essersi addormentato e Cupido tornò trionfante in camera da letto.
Il bimbo però non si era affatto addormentato.
Quando poi vide abbandonato sulla mensola del camino, l'arco con le frecce, volò con le sue piccole ali fino ad afferrarlo.
"Voglio fare anche io quello che fai tu!" disse il piccolo, che nonostante avesse solo un anno, parlava già correttamente.
Cupido non poteva sentirlo, perché stava facendo l'amore con la sua donna, madre del piccolo, e il piccolo, annoiato, volò via dalla finestra con arco e frecce.
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Saremo quel che tutti sognano, quell'amore che i cantanti cantano
FanfictionQuello era il principe! Il principe di Camelot, e non solo mi ha sorriso, ma mi ha regalato due monete d'oro E quando è andato via, si è girato verso di me! Oh, speravo lo facesse! Oh, quanto si può essere bambini a volte! Quanto intensamente si pu...