Il fulmine di Minerva però, non colpì i ragazzi, perché i giovani sposi sfortunati fecero in tempo a vedere il fulmine calare su di loro e Jensen alzò come una specie di grossa bolla rosa protettiva per proteggere lui e il suo Jared da tanta furia.
"JENSEN!! NO!" aveva urlato spaventato.
La porta si spalancò e irruppe Nostradamus che vide i due terrorizzati ancora protetti dalla bolla e gli Dei sul soffitto che li guardavano sgomenti.
"Siete usciti di senno?? Ammazzare dei ragazzini?? Voi siete dei mostri!! Non siete più degli Dei! Non meritate più questo titolo! Non meritate di regnare su questo pianeta! Non meritate neanche di vivere!" Disse Nostradamus furibondo.
Ad ogni accusa di Nostradamus, le braccia degli Dei sembravano emanare una pallida energia bianca e mortale. Loro la guardavano sconvolti.
"I fanciulli che tu proteggi tanto, ci stanno derubando dei nostri poteri! Ci stanno togliendo tutta la nostra linfa vitale!" lo aggredì Giunone.
"No, Giunone. No, non è così. Siete voi stessi che diventando dei mostri senza sentimenti, state venendo ripudiati dall'Universo stesso. Mettendovi contro questi poveri ragazzi state facendo avverrare proprio la Profezia che temevate. Avreste fatto meglio a lasciarli in pace!" disse Nostradamus con astio.
"Vi prego!" scongiurò Jared. "Lasciateci stare insieme. Noi non desideriamo altro. Non vogliamo regnare al posto di nessuno, se ci lasciate in pace, noi promettiamo...promettiamo di restare al nostro posto. Non avete motivo di temerci!"
"Certo che è strano. Se sono i futuri Dei dell'Amore, perché supplicano? Perché non ci fanno fuori e basta?" chiese Saturno pensieroso.
"Perché non siamo cattivi!" urlò Jensen. "Non vogliamo farvi del male!"
"O forse, non potete farlo." Disse Saturno, con un ghigno malevolo. "Forse non ne avete il potere. Non ancora. Forse non siete ancora degli Dei. Ho ragione, vecchio? I ragazzi non sono ancora diventati degli Dei a pieno potere. Manca ancora qualcosa. Che cos'è?"
Nostradamus non poteva dire che il tutto dipendeva da qualcosa che avrebbero fatto dei ragazzi di un altro Universo, che non aveva neanche bene in mente che cosa. Gli Dei avrebbero cercato di uccidere anche loro.
"Io non lo so. Non so cosa manca affinchè lo diventino, ma possono fermarsi, se li lasciate in pace. Attentare alla loro vita accelera soltanto più in fretta il processo. Più i ragazzi si sentono minacciati e più..."
"Balle!"
"Se ritornate ad agire con saggezza e bontà, forse..."
"Ho detto di farla finita!! Questi marmocchi non ci porteranno mai via l'Olimpo, capito? MAI. E voi, cominciate a ridarci i poteri che ci state sottraendo, o facciamo scoppiare questa casa, subito."
"Non possiamo." Disse Jensen. Era vero. Non sapevano come fare.
"Non sta a voi giocare con la vita e con la morte, Saturno. Non ne avete il potere." Disse Nostradamus sprezzante.
"È vero...ma qualcun altro ce l'ha." Sorrise Saturno. Fece un cenno e tutti gli Dei sparirono lasciandoli soli.
La bolla scomparì e Nostradamus abbracciò i ragazzi, chiedendo loro se stavano bene.
Ci sono solo due figure che possono disporre della vita e della morte degli esseri viventi. Morte e le parche. Riflettè Nostradamus.
*
"Jared, voglio raccontarti un sogno che ho fatto una notte. Ancora non ti conoscevo, ma ti ho sognato." Gli svelò Jensen, quando Nostradamus si staccò da loro.
"Dici davvero? Come è possibile??"
Jensen allora gli raccontò quel sogno fatto prima ancora di conoscerlo.
*
Stava sognando un Amore grande come una bolla, o forse come una sfera. Una sfera che si espandeva sempre più.
La sfera era luminosa e scintillante e traboccante d'amore.
E Jensen si sentiva pieno come non si era sentito mai.
Toccò la sfera, baciò la sfera, e gli sembrò di vedere delle altre labbra oltre alle sue, dentro la sfera!
All'improvviso ebbe il desiderio di bucare la sfera e vedere a chi appartenessero quelle labbra, ma non voleva far del male alla sfera né a quelle labbra, a chiunque appartenessero.
E poi la sfera volò via, librandosi nel cielo come un palloncino, e scomparve!
Jensen pianse per la perdita e perché era certo che non avrebbe mai trovato nient'altro che l'avrebbe fatto sentire cosi.
*
"Jensen, oh, Jensen, Jensen, Jensen." diceva Jared accarezzandogli il viso.
"Quella bolla...era la stessa bolla che ho proiettato qualche minuto prima su di noi, ora so che è così Jared, quando lo sognai la vedevo come una barriera, che mi separasse da te. Non avrei mai creduto che ne ero l'artefice!"
"E lo era una barriera, perché nel sogno ci divideva!"
"Il sogno simboleggiava solo la minaccia, la minaccia di altre persone di dividermi da te, amore mio. ora so chi sono, ma non aver paura, quello che vogliono non si realizzerà mai. Hai visto, nella bolla stiamo insieme, non riusciranno a farmi uscire dalla bolla che ho creato per te, per noi, per proteggerti, per proteggere il nostro amore."
"Oh, Jensen, amore mio...io non permetterò che mi dividano da te. Non permetterò mai che ti facciano uscire." Gli disse Jared, totalmente innamorato.
Note dell'autrice:
Ciaoooo. Voglio dirvi che non era preventivato che il sogno di cui parlavo nel capitolo 2 (sì ne parlo nel capitolo 2 ) venisse poi ripreso in questo capitolo...è stata un'idea improvvisa, ma la trovo fantastica.
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Saremo quel che tutti sognano, quell'amore che i cantanti cantano
FanfictionQuello era il principe! Il principe di Camelot, e non solo mi ha sorriso, ma mi ha regalato due monete d'oro E quando è andato via, si è girato verso di me! Oh, speravo lo facesse! Oh, quanto si può essere bambini a volte! Quanto intensamente si pu...