Capitolo Uno: Un nuovo inizio

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Sguardi.

Sussurri.

Occhi aperti.

Distanza.

Queste sono le azioni che commettono le persone quando mi vedono camminare lungo il corridoio. Solo un altro anno - l'ultimo anno - e sarò lontano da questa tortura. Le mie sopracciglia aggrottate ed i miei occhi freddi sono abbastanza per tenere gli idioti lontano da me. Non sono dell'umore di subirmi i teenager con le loro crisi ormonali. La maggior parte di loro sono arroganti, persone che hanno tutto ciò che desiderano servito su un piatto d'argento, peraltro. Le cose importanti per loro sono: scolarsi litri di birra, scopare o chiamare i loro genitori per chiedere di ricaricargli la carta di credito. Non sanno cosa vuol dire guadagnarsi qualcosa. Non sanno cos'è il dolore, lo sforzo e il lavoro.

Mentre questi ipocriti sono impegnati nel passare da una ragazza all'altra o mentre quelle barbie anoressiche sprecano il loro tempo davanti allo specchio, là fuori c'è qualcuno che sta lavorando duramente per guadagnarsi ciò di cui ha bisogno. Ma queste persone non sanno che si distruggono solo per guadagnare il denario necessario per non finire nei sobborghi di New York.

"Amico, perché hai quella faccia? Sembra che tu voglia tirare fuori una pistola ed uccidere tutti gli studenti di questa scuola sul colpo."

Sbuffai ed i miei occhi si spostarono verso Kyle come per dire 'non sarebbe bello?' Kyle sa cosa vuol dire lavorare, saltare da un'opportunità all'altra solo per aiutare la propria famiglia. Ed è questo il motivo per il quale andiamo d'accordo.

Un coro di fastidiossime voci e delle risatine da flirt mi entrarono nell'orecchio mentre passavamo, facendomi rabbrividire. Un gruppo di atleti stava giocando a football nel bel mezzo del corridoio. Mentre li superavo, ignorarono tutti il mio sguardo infastidito. Ma quando avevo quasi superato il loro gruppo, una voce mormorò, 'Perché si comporta così da stronzo?' Mi voltai verso il ragazzo con un ghigno spavaldo. Socchiusi gli occhi, aveva superato il limite.

Grande errore.

Prima che chiunque potesse capire cosa stesse succedendo, l'avevo già immobilizzato contro gli armadetti. I suoi occhi si erano spalancati dal panico mentre io mi avvicinavo pericolosamente al suo volto.

"Vuoi ripeterlo?" Gli chiesi lentamente, con astio.

"N-no."

Dentro di me sorrisi per la rapidità con la quale aveva cambiato comportamento. "Allora tieni la tua bocca chiusa, faccia d'angelo."

Kyle mi mise una mano sulla spalla. "Dai amico, andiamo," mi avvisò. Per fortuna Kyle mi controllava, evitando che mi spingessi troppo oltre, così da non essere sospeso.

Pappamolla, pensai alzando gli occhi al cielo. Con un ultima spinta mandandolo addosso all'armadietto ed un ghigno, mi voltai e continuai il mio tragitto lungo il corridoio.

Kyle si adeguò al mio passo, iniziando a parlare. "Reece, devi darti una calmata. Le lezioni devono ancora iniziare e stavi già rischiando una sospensione. Chi diamine si fa espellere ancora prima che inizi la scuola? Rebecca ti darà un calcio nel culo se continui a comportarti così."

Alzai le mani in segno di discolpa. "Puoi calmarti? Avevo promesso a Rebecca che mi sarei comportato bene, questa volta."

Ero stata con Rebecca e la sua famiglia per gli ultimi otto anni della mia vita. Mio padre era in carcere, mentre mia madre morì quando ero piccolo. Rebecca e suo marito mi avevano cresciuto. A quanto pare, lei e mia madre erano compagne di stanza al college ed era un genitore migliore di quanto lo fosse mai stato mio padre. Non erano la famiglia più ricca di Manhattan, ma si erano presi cura di me e di loro figlio, Cristopher, che era molto meglio che avere soldi.

A Thousand Words - TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora