È già venerdì e la settimana scolastica si può dire finalmente conclusa. Per fortuna gli ultimi giorni sono passati velocemente inoltre adoro il mio nuovo lavoro soprattutto perché vado molto d'accordo sia con Sonia che con Fidia. Mi sveglio o meglio la sveglia suona e capisco che è ora di scendere a fare colazione. Bevo come al solito il latte con i cereali e dopo aver salutato mamma vado a scuola in bici con mia sorella. Appena vedo Hagyak, mi pietrifico seduta stante. Il fatto che non sopporti i ragazzi carini è un conto, ma che non mi facciano effetto è tutta un'altra storia. Scuoto la testa e mentalmente mi dó della stupida. Decisa mi incammino verso il nuovo compagno di classe, ma appena vedo due delle tre oche accanto a lui, ci ripenso e torno al mio posto. Oggi devo per forza parlare con lui. Ho aspettato troppo.
"Hey Karen...Terra chiama Karen!"
Diana mi sventola la sua esile mano davanti alla faccia, ridendo poi una dannata.
"Dimmi Diana, cosa c'è?" Domando infastidita.
"Eri immersa cosi nei tuoi pensieri che ho preferito farti tornare con la testa in classe. Inoltre la tua espressione facciale non era delle migliori. Sicura vada tutto bene?"
"Non preoccuparti. Mi sono appena svegliata e quindi sono ancora mezza addormentata."
"Mi spiace signorina ma queste scuse non bastano." Strizza l'occhio con fare allusivo.
Ridiamo e parliamo sino quando non suona la prima campanella. Finalmente arrivano le 12:00 e tutti escono dalla classe per poter andare a pranzare. Oggi il ragazzo dai capelli dorati è rimasto in aula, facendo andare avanti le altre. Questa è la mia occasione, non posso farmela sfuggire! Mentre penso a queste stupidaggini lui si volta e mi dice:" Lamberti giusto?"
"Si?"
Cavolo! Dovevo sbrigarmi. Adesso sì che sembreró una ragazza stupida e svampita.
"Volevo parlarti in privato per concordare le date degli allenamenti di arti marziali."
"Stavo venendo da te proprio in questo momento!" Mi difendo.
"Ma tu guarda che coincidenza!" Esclama ironico. "Comunque non perdiamo tempo che ho molto da fare."
Non so per quale recondito motivo, ma gli credo sulla parola. Chissà cosa combina con quelle tre oche. Però devo ammettere che è davvero irritante quando fa così!
"Allora dimmi tu quando ti converrebbe." Continua imperterrito.
"Per me è uguale. Basta che l'orario sia dalle 15:00 alle 16:00." Cerco di liquidarlo il prima possibile.
"Dritta la ragazzina." Mi fulmina con lo sguardo.
Lo osservo storto per poi rispondergli:" Allora qual è il problema?"
"Per me non c'è ne. Comunque facciamo il martedì ed il giovedì." Asserisce annoiato.
"Per me va benissimo!" Ribatto stizzita.
"Un'altra cosa: una volta ogni due settimane devi fare l'allenamento con il gruppo che seguo io." Afferma prima che possa lasciare l'aula.
"Perché dovrei farlo? La preside non me ne ha parlato." Sento l'ira ribollirmi nelle vene.
Si avvicina cosí velocemente tanto da ritrovarmi il suo viso a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi sono così scuri e spenti da farmi accapponare la pelle. Mi allontano impaurita.
"Ma che fai? Sei pazzo!?" Sbotto incollerita.
"Pensavo che magari con un bacio..." Mi stuzzica quasi divertito.
"Io non sono una delle tue ochette." Sputo acida.
Mi guarda infuriato e per un istante credo che i suoi occhi abbiano cambiato colore. Devo dormire di più o leggere meno libri di fantasia. Sto impazzendo.
"Ragazzina non farmi incavolare o saranno guai per te!" Mi ammonisce.
"Non mi fai paura!" Sbotto, incrociando le braccia al petto.
Lo guardo diritto nei suoi occhi neri come pece. Ho il terrore di perdermi dentro quel buio così scuro da destabilizzarmi seduta stante. Il tipo dinanzi a me alza il braccio e dá un pugno sul banco sul quale ero appoggiata, facendomi sobbalzare.
"Ma sei normale?!" Esclamo incredula
Questo ragazzo è fuori di testa! Il ghigno che gli si disegna in viso mi fa rizzare tutti i peli. Ma io non gliela dò per vinta. I favori si chiedono adoperando le buone maniere, non sbattendo il pugno contro il banco per l'ira. Mi incammino verso la porta dell'aula e quando arrivo sull'uscio, lui mi blocca un polso. Cerco di applicare una delle tante mosse, ma riesce a bloccarmi.
"Allora accetti?" Domanda a pochi centimetri dal mio volto.
"Non accetto un bel niente. Soprattutto dopo quello che hai detto e fatto." Ribatto stizzita.
La tensione si avverte nell'aria tanto da esser palpabile e percettibile anche a miglia di distanza da qui. Per fortuna questa guerra di sguardi viene spezzata con l'arrivo di mia sorella.
"Karen che succede?" Domanda confusa.
L'attenzione di Hanna passa da me al biondino e viceversa. Di colpo Hagyak lascia la presa e senza perdere tempo mi allontano da lì con mia sorella. Quel ragazzo ha qualche rotella fuori posto. Gli consiglierei un bravo psichiatra, ma dubito riuscirebbe a risolvere i suoi problemi mentali. Secondo me non sa dove esistono i signori Cortesia e Gentilezza. Dopotutto non tutti hanno avuto una buona famiglia alle spalle o una coretta educazione. Hanna mi chiede spiegazioni ed io le rispondo dicendole che i ragazzi più carini sono sempre quelli più insopportabili.
Nella foto sotto stante il VAMPIRO, Axel Hagyak.
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PATTO DI SANGUE
VampirePRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA (Siate clementi con la sottoscritta dato che è il primo libro che pubblico) Cosa succederebbe se le leggende che ti raccontano di notte fossero realtà? Cosa faresti se i tuoi incubi si realizzerebbero senza preavviso? Tut...