IL PATTO

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Mi dimeno piú che posso quando finalmente riesco a liberarmi. Subito comincio a lottare contro di loro, i miei nuovi avversari. Al momento me la sto cavando abbastanza bene quando ad un certo punto mi sento prendere per i fianchi. Gli altri non esitano a bloccarmi le braccia e le gambe. Alzo la testa e scorgo un altro ragazzo del corso!

"Paura Karen?"

"No!"

"Allora le voci a scuola sono vere. Sei proprio pazza, ma sai noi siamo più folli di te..."

Non è difficile intuire a cosa stia pensando il ragazzo. Così inizio a dimenarmi quando uno di loro prova a colpirmi in volto. Riesco a schivarlo leggermente perché sono letteralmente bloccata. Immediatamente inizia sanguinarmi il sopracciglio destro. Ahia! Brucia e fa male!

"Però devo dire che non ti arrendi facilmente. Comunque poco importa. Nessuno può sentirti qui!"

Cominciano a ridere, mandandosi sguardi maliziosi e facilmente intuibili.

"Non urli come un femminuccia? Ormai non hai scampo." Dice uno di loro.

"Così vi renderei il vostro lavoro più divertente. Non sono così stupida!"

"Ma sentila! Sbrighiamoci." Afferma uno di loro.

"Siete una massa di rimbambiti!" Urlo a squarciagola

Senza degnarmi di risposta, iniziano a sfilarmi le scarpe. Ok, adesso sí che il terrore mi assale. Mi dimeno e quando uno di loro prova a togliermi il giubbotto, sento che mollano immediatamente la presa. Sto per cadere all'indietro quando qualcuno mi afferra per i fianchi. Il ragazzo con i capelli neri afferma:" Axel mancavi solo tu. Stavamo dando una lezione alla nostra 'istruttrice'. Vuoi favorire?"

Adesso sono spacciata. Ci mancava solo lui. Chissà ora che ne sarà di me! Sento che la sua presa si affievolisce cosí non perdo tempo, sfoderandogli un calcio in pieno ventre. Bingo! Sapevo che avrebbe letto nella mia mente però sfortunatamente lo blocca. Mi prende in braccio e in meno di un nanosecondo spariamo nel buio.

Sento quei quattro imbecilli urlare a causa del loro piano non riuscito. Axel mi lascia sulla soglia di casa, scomparendo poco dopo. Entro e mi copro il sopracciglio destro con una ciocca di capelli. Ceno e chiedo a mamma scusa per il ritardo. A causa dell'imboscata di quegli idioti sabato non potrò uscire con i miei amici. Alle 22:00 saluto mia madre e mia sorella, chiudendomi poi in camera. Mi volto e trovo steso sul mio letto Axel. Serro la porta per poi avvicinarmi a lui con sguardo omicida.

"Che ci fai qui?"

"Grazie Axel." Ribatte il VAMPIRO.

"Pretendi che io ti ringrazi?"

"Direi. Ti ho appena salvata." Afferma, alzandosi dal letto.

"Cosa vuoi da me? Perché mi perseguiti?"

"Ho da proporti un patto." Va dritto al sodo.

"Perché dovrei esserne interessata?"

"Ascoltami. Se mi fai bere il tuo sangue ogni volta che ne avrò bisogno, non ucciderò più nessuno."

"Perché vuoi proprio il mio sangue?" Domando con cipiglio.

"Non c'è una ragione ben precisa."

"Puoi considerarmi una ragazza qualunque, ma stupida non sono."

"Se non accetti, continuerò tranquillamente ad uccidere. La colpa della loro morte sarà soltanto tua!"

Non rispondo. Non so cosa fare. Sono nel panico piú totale. Perché? Perché me? Lui mi scruta divertito, posizionandosi davanti alla finestra pronto per uscire.

"Si." Dico tutto ad un tratto.

Sento che sta ridendo. So perfettamente di aver appena seganto la mia condanna a morte. Si volta con fare vittorioso, dicendo:" Si cosa?"

"Accetto il patto." Sbuffo infastidita.

Sorride soddisfatto per poi prendermi per i polsi. Mi getta sul letto, ritrovandomi sotto di lui. Mi analizza ed i suoi occhi stanno cambiando colore. Solo ora posso intravedere i canini bianchi ed affilati come lame di rasoio. Si avvicina lentamente al mio collo e, afferrandomi ancora per i polsi, affonda le sue zanne nella mia carne. Fa così male! Le lacrime fuoriescono dai miei occhi senza che io me ne renda conto. Continua a bere e ad ogni sorso mi stringe sempre più forte a sé. Il dolore è troppo forte affinché regga fino alla fine.

"Axel fermati. Mi stai facendo male." Dico con voce strozzata.

Lui continua a bere ancora un po' poi si stacca. Asciuga con la manica il sangue vicino alle labbra perfette per poi avvicinarsi nuovamente alla finestra:" Notte Bocconcino."

Mi alzo, ma mi gira la testa. Axel sparisce dalla mia visuale così mi siedo ed inizio a fare i compiti. Prima materia: matematica. 

PATTO DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora