Ospedale

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Rimango sola con Nick. Il mio amico mi aiuta ad incamminarmi lungo i corridoi, conducendomi poi in infermeria.

"Signorina come ha fatto a procurarsi questa frattura?" chiede l'infermiera

"Frattura?" Ripete Nick scioccato.

"Sono caduta." Taglio corto.

"Sei caduta?! Karen è stato Axel con le sue stesse mani!" ribatte Nick

"Signoria se sta proteggendo qualcuno..." Si intromette la donna con il camice.

"No, no. Nick è solo un po' confuso." Rimprovero poi il mio amico con lo sguardo.

"Dobbiamo portarla in ospedale per metterle il gesso. Ti accompagnerò io ed il ragazzo qui presente."

"È proprio sicura si tratti di frattura?"

"Certamente. È evidente oltre il fatto che ho due pesti terribili a casa e situazioni del genere le ho già vissute." Sorride leggermente.

Acconsento con un cenno sicuro del capo. Nick mi guarda stupito e confuso. Poi si avvicina al mio orecchio e sussurra:" Karen mi hai deluso."

"Perché dici così?"

"Perché difendi Axel?"

"Forse è stata colpa mia."

"Axel è solo uno sbruffone e vuole che tutte le ragazze gli cadano ai piedi."

"Allora?"

"Non riesce a domarti e quindi risolve il suo problema in altro modo." Ribatte secco.

"Non preoccuparti. Parlerò con lui e se non cambierá idea...riferirò l'accaduto alla preside."

"Sicura di quello che fai? Ti potrebbe uccidere!"

"Non esagerare. É solo un ragazzo stupido." Affermo.

"Sará pure deficiente, ma ha la forza di mille uomini. Come può un essere umano ridurti il braccio in queste condizioni?" Chiede retoricamente.

"Non lo so." Ammetto.

L'infermiera si avvicina e ci avvisa che ha preso le chiavi della sua macchina in modo tale da avviarci verso il Policlinico. Rimango in ospedale per ben tre giorni e mia madre mi viene a trovare tutte le sere. Esco giovedì mattina e la sera vado a lavoro. Mi dirigo subito in direzione.

"È permesso?"

"Entra pure Karen." Mi saluta Fidia.

"Vorrei chiederti scusa per non essere venuta in questi giorni, ma..."

Indico il mio braccio ingessato.

"Non ti preoccupare. Chi è stato?"

"Sono caduta."

"Karen..."

"Durante l'ora di educazione fisica mi hanno spinta e sono caduta. La preside ha preso provvedimenti."

"Capisco. Allora ci vedremo tra un mese."

"Un mese? NO! NO! Non posso stare a casa per così tanto tempo!"

"Ti darò ugualmente lo stipendio, ma dovrai lavorare per un mese anche la domenica mattina. Così recupererai la maggior parte delle ore perse."

"Ce la posso fare. Userò il carrello, poggerò lì le ordinazioni. Il braccio destro lavorerà."

"D'accordo." Sentenzia infine.

Lavoro sino alle 20:00 e Sonia mi offre un passaggio. La saluto per poi entrare finalmente in casa. La settimana passa in fretta ed è già venerdì sera.

"Sonia, Fidia ci vediamo domani mattina."

"Karen ti sei data molto da fare. Quindi fino a quando il braccio non sarà guarito, il sabato non lavorerai. Intese? Non accetto rifiuti. Sono il tuo capo."

"Grazie Fidia."

Torno a casa e ceno con mia madre e mia sorella. Prima di andare a letto Hanna mi ferma.

"Karen domani uscirai?"

"Domani rimarrò a casa. Il braccio mi fa male quando lo muovo. Sarà per la prossima settimana."

"D'accordo. Troverò una scusa per Max."

"Poi ti farò un regalo per tutto."

Vado a dormire o almeno provo a farlo. Quando mi giro da un fianco all'altro, delle fitte invadono tutto il braccio sino ad arrivare alla spalla. È sabato e mi sveglio alle 9:15 o meglio mia madre mi fa scendere giù dal letto.

"Karen io oggi tronerò verso le 22:30. Questa mattina farò le pulizie alle case delle solite due signore del sabato e pranzerò nel locale dove lavori. Poi verso le 17:00 andrò al supermercato per il colloquio di assunzione. Poiché non so la fila che troverò e la durata della chiacchierata...sicuramente prima di quell'ora a casa non tornerò. Mi raccomando bada a tua sorella."

"Va bene, mamma. In bocca al lupo per tutto."

La saluto e scendo in cucina a fare colazione. Verso le 10:34 inizio a fare i compiti. Sfortunatamente il braccio ingessato é quello sinistro pertanto sono costretta a fare comunque i compiti scritti. Studio fino alle 13:00 poi preparo il pranzo per me e mia sorella. Dopo aver mangiato ci sediamo in salone ed aiuto Hanna con i compiti di fisica e matematica. Finiamo alle 16:46 e Hanna va a prepararsi perché deve uscire con gli amici. Verso le 17:16 sento bussare alla porta ed intravedo il volto di Max. Corro sino in camera di mia sorella tanto velocemente da avere il fiatone.

"Hanna ora devi darmi una spiegazione."

"Perché? Di che stai parlando?" Domanda visibilmente confusa.

"Sto parlando di Max. Sta aspettando fuori."

"Scusami Karen, forse Brian non voleva venire da solo."

"Chi è Brain?"

"Il mio ragazzo."

"Hanna sei piccola per avere un ragazzo!" La rimprovero.

Nel frattempo lei si mette un rossetto rosso fuoco per poi scende le scale senza degnarmi di un minimo d'attenzione.

"Hanna ti sto parlando!"

"E io ti sto ascoltando! Che vuoi da me?"

"Hanna hai solo quattordici anni! Da quando lo conosci?"

"Da tre mesi e mamma sa tutto." Sbuffa infastidita.

"Mamma ha acconsentito?!"

"Si ed è da quel momento che ti ha bombardato di domande su Max."

"Quindi è un amico di Max il tuo ragazzo?"

"Si! Adesso con permesso...devo uscire."

Hanna apre la porta mentre io mi getto letteralmente nella prima stanza che trovo per non farmi vedere. Va via e subito dopo sento il rumore del motore di una macchina allontanarsi. Riprendo a studiare sino alle 19:25. Lascio tutti i libri aperti in salone e vado a farmi un panino con prosciutto e mozzarella. Sto morendo di fame!

PATTO DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora