Primo stipendio

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È passato ormai un mese da quando ho messo il gesso e finalmente è arrivato il 24 ottobre. Nel momento in cui ho tolto il gesso ho avvertito una sensazione strana! Mi sentivo libera ed il braccio sembrava pompare aria fredda. È assurdo! Durante questo mese ho parlato si e no due volte con Axel soprattutto perché il suo comportamento mi é sembrato sempre piú strano. Alcuni giorni sembra al settimo cielo altri sotto terra. Quando sta giù di morale, il che ultimamente capita molto spesso, manda a quel paese persino le oche. Cerca di allontanare chiunque si avvicini a lui. Sembra al contempo preoccupato e anche furioso. Durante gli allenamenti scarica la tensione e risulta più sopportabile. Infatti grazie al karate il mese è passato in un batter d'occhio. Riprendere a combattere è stato fantastico! Avevo dimenticato l'adrenalina del momento in cui lotti con il tuo avversario. Aspetto con ansia il martedì ed il giovedì per poter insegnare le arti marziali. Purtroppo non vado nel bosco da un mese perché il gesso prima mi ostacolava qualsiasi tipo di movimento. Non vedo l'ora che arrivi domani, finalmente tornerò lì! Vado al lavoro alle 17:00. Appena metto piede nel bar, Sonia mi corre incontro e mi trascina dietro la cabina.

"Karen dobbiamo parlare."

"Dimmi Sonia. Qualcosa non va?"

"Perché dici a tua madre che esci con me?"

Abbasso la testa e la scuoto. Lei mi ripropone la stessa domanda, obbligandomi ad alzare lo sguardo.

"Karen dimmelo, per piacere. In caso contrario dirò a tua madre la verità."

"NO!" Esclamo immediatamente.

"Karen spiegami tutto. Giuro che non lo dirò a nessuno." Promette.

"Io vado nel bosco il sabato sera."

"Perché?"

"Non sono affari tuoi." Rispondo acida.

"Karen nessuna ragazza di diciassette anni andrebbe nel bosco la sera da sola. Ti sembra normale?"

"A dire la verità so che il mio comportamento risulta strano, ma in realtà c'è una spiegazione dietro tutto ciò."

"Karen giuro che ti aiuterò però devi dirmi tutto!"

Valuto i pro ed i contro. Alla fine necessito di liberarmi da questo peso e dirlo forse ad un estraneo mi aiuterebbe. Forse...

"Mio padre morì ai piedi delle cascate delle Marmore cosí torno in quel luogo ogni sabato e lascio un fiore. Mi godo il panorama e bagno i piedi nelle gelide e fresche acque."

"Capisco. Allora da domani verrò anch'io!"

"Come scusa? Tu avrai delle amiche con cui passare il sabato sera."

"Le amiche le ho però esco con loro molto spesso. Quindi uscire con te una volta a settimana non mi farà male e per di più non mi sono mai inoltrata lì."

"Davvero?! Allora ti porterò! Anzi no."

"Perché? È successo qualcos'altro?"

"I paesani parlano di una bestia."

"Lo so. Però la bestia attacca anche in città"

"Ne sono consapevole però qui hai la possibilità che qualcuno venga in tuo soccorso." Affermo decisa.

"Allora faremo così: pranzeremo qui il sabato e usciremo sino alle 19:00. Dopo aver passeggiato vicino alle cascate, ceneremo insieme e torneremo a casa. Ci stai?"

"Si. Grazie!" Esclamo imbarazzata.

"Ma smettila! A questo servono le amiche giusto?"

La abbraccio forte e alle 20:00 termino il turno. Fidia poi ci chiama in cucina a raccolta.

"Tieni Karen questo è per te."

Mi consegna una busta bianca.

"Cos'è?" Chiedo curiosa.

"Lo stipendio." Dice Fidia ridendo.

"La ringrazio."

"E di cosa? Hai lavorato come tutti. E per piacere non darmi del lei. Così sembro vecchia!"

Tutto il personale ride ed anche io mi aggrego al gruppo. Usciamo e torno a casa alle 20:30. Mostro contenta a mamma la busta.

"Mamma voglio che la apra tu. Questo è il mio primo stipendio!"

"Allora tu aprirai la mia lettera."

"Hanno già mandato la risposta?"

"A quanto pare."

Scartiamo le buste in sincronia ed entrambe rimaniamo con gli occhi aperti.

"Mamma prima tu." Sentenzio.

"800 euro! 800 euro! Brava Karen. Sei riuscita a coordinare lavoro e scuola."

"Scuola?"

"Si. Oggi sono andata ai colloqui e ho saputo i voti delle verifiche. Hai avuto tutto sette e otto!"

"Mamma sei stata assunta!" Urlo per la gioia.

Mamma rimane senza parole con il respiro mozzato e le lacrime che tentano di fuoriuscire.

"Mi stai prendendo in giro?" Domanda con voce spezzata.

"Certo che no! Guarda!"

Le avvicino il foglio e lei me lo strappa letteralmente dalle mani per la felicità.

"Guadagnerò circa 1.200 euro al mese. Però dovrò lavorare dalle 9:00 della mattina sino alle 16:00 del pomeriggio dal lunedì al venerdì."

"Mamma non dirmi che adesso ci sta ripensando? Se accetti riusciremo a ricominciare una nuova vita."

"Accetto senza pensarci due volte. Incomincerò la prossima settimana. Almeno così Hanna continuerà a suonare pianoforte e tu potresti..."

"Io niente. Mamma insegno a scuola arti marziali e vengo anche pagata." Le faccio notare.

"Va bene. Però appena racimolerò qualcosa in più ti riscriverò in accademia. Sia pure l'anno prossimo."

"Si, mamma. Ora pensiamo a quest'anno."

La abbraccio e vado in camera mia per cimentarmi nei miliardi compiti giornalieri. In questo momento sembra che la vita mi stia sorridendo. Spero vada tutto per il verso giusto.

PATTO DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora