Io e mia sorella pranziamo insieme in cortile, mangiando un panino al pomodoro preparato da mamma.
"Karen devo dirti una cosa." Sentenzia Hanna.
"Mi devo preoccupare?" Domando alquanto turbata.
"No, no. Ho fatto amicizia con alcune ragazze e dalla prossima settimana pranzerò con loro." Bisbiglia appena.
"Che bella notizia! Tu me lo dici con quel muso?! Sono contentissima per te." Sorrido sincera. "Cambiando discorso...hai scelto i corsi che frequenterai durante il biennio?"
"Sinceramente non ci ho pensato." Ammette.
"Dimmi cosa ti piace."
"Disegnare, suonare, ballare e divertirmi."
"Sei molto d'aiuto. Lo sai, Hanna?" Roteo gli occhi, addentando il buonissimo panino.
Mia sorella fa una faccia alquanto buffa tanto da farmi ridere con le lacrime agli occhi. Dopo poco Hanna mi segue a ruota. Alcuni studenti passano accanto a noi e ci fissano cosí sconcertati da ritenerci al pari degli alieni. Riprendo pieno dominio del mio essere per poi dirle:" C'è il corso di grafica."
"Si, è perfetto. Poi?" Continua lei, insaziabile come sempre.
"Astronomia legata alla cartomanzia."
"Ovvero?"
La osservo con incredulità. Possibile che non sappia cosa sia? Schiaffeggio teatralmente la mia povera fronte in modo tale da farle capire che è una causa persa.
"Hanna non è niente di che. Devi studiare all'inizio l'universo in generale e poi ogni tre lezioni verrà a scuola una cartomante e vi farà vedere di cosa tratta il suo mestiere."
"Qual è la terza materia? Che ne dici se faccio fisica?"
"Sicura?" Chiedo, facendo finta di non aver ben capito.
"Sì. Tanto se ho difficoltà chiedo a te." Dice scrollando le spalle. "Karen vedi che i ragazzi del gruppo del sabato sera si stanno iniziando ad insospettire..."
"Precisamente di cosa?" Chiedo con cipiglio, dando un altro morso al mio pranzo.
"Della tua assenza. Esci con noi solo una volta ogni due settimane e mentire a mamma mi riesce difficile. Il peggio non è questo. Max chiede continuamente di te e non vorrei che si presentasse a casa da un giorno all'altro. Sai quanto può essere imprevedibile quel ragazzo."
"Tranquilla, risolverò tutto la prossima settimana."
"La prossima settimana?"
"Sì. Perché ho da fare questo sabato." Affermo con scioltezza.
"Si può sapere dove vai? Mi stai facendo preoccupare seriamente."
"Vado in un luogo a pensare. Stai tranquilla, lì sono al sicuro." Sbuffo infastidita.
Da quando mia sorella è diventata così vispa? Per caso da grande vuole diventare detective? Perché se così fosse dovrà fare i conti con mamma.
"Se lo dici tu! Comunque un giorno mi porterai con te, vero?"
"Un giorno...forse." Biascico appena.
Non ho alcuna intenzione di portare Hanna nel posto in cui è morto papà. Lei e mamma non sanno nulla a riguardo. È un segreto che condivido solo con mio cugino. Fa tanto male ed il dolore è ancora in superficie tanto da bussare ogni giorno senza risparmiarmi neanche per un secondo. Dopo pranzo ci dividiamo a causa dei corsi differenti. Saluto mia sorella per poi andare nell'aula di biologia per seguire la prima lezione. Ma la sfortuna mi bacia ancora una volta ed in laboratorio c'è Hgyak. Almeno il mio posto non è vicino al suo! Dopo la lezione esco correndo da scuola in bici per poi dirigermi al lavoro.
"Buona sera, Sonia."
"Come mai così felice?"
"Finalmente è arrivato venerdì! Non ne potevo più di stare a scuola." Ammetto con occhi sognanti.
"Vai a cambiarti. Abbiamo molto da fare oggi." Dice divertita dal mio comportamento.
In effetti chiudiamo il negozio alle 21:20. Torno a casa e mamma è sulla soglia del portone con le braccia incrociate al petto mentre mi lancia mille saette solo con un'occhiataccia. Il suo sguardo non mi piace affatto infatti...
"Signorina ti sembra l'ora di tornare a casa?"
"Mamma abbiamo chiuso più tardi del solito perché c'era una festa di compleanno. Ho chiamato e mandato un messaggio ad Hanna poiché tu non rispondevi."
"HANNA! HANNA LAMBERTI VIENI SUBITO QUI!" Urla mia madre furente.
Dopo poco noto in lontananza una chioma marrone. Entriamo in casa mentre mia sorella scende intimorita.
"Che c'è mamma?" Domanda con un fil di voce, conscia di ciò che avverrà tra poco.
"Non mi hai detto che tua sorella avrebbe fatto tardi. L'ho sgridata dopo che quella che ha sbagliato sei tu!"
"Scusami. Volevo avvisarti, ma poi è arrivata Karen a casa."
"Niente scuse. Domani non esci!" Tuona.
Hanna mi guarda scioccata poi si volta e corre in camera piangendo.
"Mamma hai esagerato." Affermo appena Hanna sparisce dalla nostra visuale.
"Quando sarai mamma capirai."
"Non puoi perdonarla per questa volta?" Chiedo con gli occhioni da cucciolo bastonato.
"Certo che no! Domani uscirai da sola."
"Parlando di questo...vorrei uscire con Sonia sabato. Andiamo a fare shopping."
"Sonia? Chi è?" Domanda, inarcando un sopracciglio.
"Una ragazza della mia stessa età che lavora con me la sera."
Ti prego Dio! Fai sí che mia madre mi creda o è la fine. Mi osserva per qualche istante poi sospira sollevata.
"Va bene. Non puoi far uscire anche quelli del tuo gruppo? Più siete meglio è."
"Mamma mi trovo bene con lei. Con loro uscirò un'altra sera. Lo prometto." Sbuffo.
La saluto con un caloroso bacio sulla guancia e salgo in camera mia. Non ho proprio voglia di mangiare, mi si è chiuso lo stomaco da questa mattina. Hanna si è segregata in stanza e non mi permette di entrare. Non voglio che sia inquietata con me per quello che è successo poco fa, ma la verità mi è uscita dalla bocca senza che potessi rendermene conto in tempo. Sospiro per poi entrare in camera mia e gettarmi sul letto a peso morto. Sono stanchissima inoltre quei bambini erano delle vere pesti. Chiudo gli occhi e poco dopo mi ritrovo nel regno delle favole.
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PATTO DI SANGUE
VampirePRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA (Siate clementi con la sottoscritta dato che è il primo libro che pubblico) Cosa succederebbe se le leggende che ti raccontano di notte fossero realtà? Cosa faresti se i tuoi incubi si realizzerebbero senza preavviso? Tut...