Max?

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La sveglia suona come al solito alle 6:30. Apro gli occhi lentamente e mi rendo conto solo ora che mi sono addormentata sulla scrivania. Balzo in piedi e consto di non aver ancora terminato di tradurre la versione di latino. Prendo il cellulare e copio la parte mancante. Se vado avanti così mi dimenticherò dell'esistenza di questa lingua! Scendo in cucina alle 7:15 e trovo seduta a tavola solo Hanna.

"Hanna, mamma dov'è?"

"Ieri sera l'hanno chiamata da lavoro e le hanno riferito di dirigersi lì alle 7:00."

"Hanna sei ancora in pigiama! Sbrigati a vestirti. Dobbiamo andare a scuola!"

Mia sorella si avvicina e mette la sua mano destra sulla mia fronte. Sposto bruscamente il suo braccio dal mio volto, riuscendo ad intravedere la ferita vicino al mio occhio.

"Hanna che ti prende? Perché mi hai toccato la fronte?"

"Perché hai quello spacco profondo sul sopracciglio destro?"

"Mi hanno colpita durante una simulazione di arti marziali." Mento spudoratamente.

"Si, come no." Dice mia sorella

Alzo gli occhi al cielo poi le dico:" Tra dieci minuti dobbiamo stare fuori casa o arriveremo in ritardo."

"In ritardo per cosa?"

"Per scuola. Certo che sei proprio perspicace!"

"Karen qui il problema sei tu! Sono le 7:20 di sabato mattina. SABATO. Ti dice qualcosa?"

"Oggi è sabato?!" Chiedo confusa.

"Certo! Continua pure a dormire Karen..."

"Comunque devo andare a lavoro. Come mai tu ti sei svegliata così presto?" Domando furtiva.

"Devo terminare i compiti entro questa mattina perché alle 14:00 ho appuntamento con il gruppo in piazza."

Sono contenta che mia sorella abbia messo la testa a posto e che studi assiduamemte. Faccio colazione e vado in camera mia. Mi lavo con acqua calda ed indosso la divisa del lavoro. Scendo in salone e saluto Hanna.

"Mi raccomando. Studia! Le ragazze senza cervello non piacciono a nessuno!" Le faccio l'occhiolino.

"Si, si. Potresti accompagnarmi in piazza alle 14:00?"

"Come dovrei fare? Il teletrasporto non esiste ancora!"

"Verrò al locale dove lavori verso le 13:45 così appena finirai il turno mi accompagnerai."

"Mi spiace, ma mamma mi ha messa in punizione."

"L'ho avvisata. Mi ha detto di riferiti di tornare a casa subito dopo avermi lasciata in piazza."

"Va bene. Ci vediamo dopo."

La mattinata passa tranquillamente. A dire la verità è da un po' di tempo che le oche non vengono qui a disturbarmi forse hanno cambiato il loro bersaglio. Alle 13:50 mia sorella entra nel bar e Sonia la bombarda di domande sulla sua vita da adolescente. Alle 14:00 termino il turno e accompagno Hanna in piazza. Scendiamo entrambe dalla bici e aspetto insieme a lei. Sono le 14:20 e non si vede traccia di nessuno.

"Karen perché non ti metti un cerotto sulla ferita?"

"Lo disinfetterò appena tornerò a casa."

"Lo devi ancora disinfettare?!"

A dire la verità non ho pensato a guarirmi il taglio perché rispetto a ciò che è avvenuto dopo è roba di poco conto. Il mio pensiero ora è rivolto agli infiniti compiti che i docenti mi hanno assegnato per la prossima settimana. Mi sento toccare una spalla così mi giro velocemente pronta per colpire il malcapitato. È Max!

"Karen da quanto tempo!"

Mi abbraccia e mi da due baci sulla guancia. In questo momento lo vorrei uccidere, strangolare, disintegrare... Mi dà molto fastidio quando si avvicina a me. In realtà mi mette molto in soggezione, sapendo ciò che prova per me.

"Hey Max."

"Vuoi sapere una bella notizia, Karen?"

"Dimmi." Cerco di sembrare più tranquilla possibile.

"Frequenterò la tua scuola. Purtroppo non mi troverò in classe tua perché mia madre ha preferito l'altra sezione."

Karen respira, Karen respira. È solo un incubo. Apro e chiudo gli occhi velocemente e mi rendo conto che ciò che mi ha appena riferito non è frutto della mia immaginazione.

"Sei felice?" Domanda con un sorriso a trentadue denti.

"Si."

"Lo sai che frequenterò il corso di chimica?"

"Chimica? Hai sempre detto che non ci capivi niente di chimica!" Esclamo incredula.

"Si, ma ho un buon motivo e poi me lo ha consigliato Hanna."

Fulmino con lo sguardo mia sorella che di tutta risposta si zittisce. Fantastico!

"Max io devo proprio andare."

Mi giro e monto in bici senza dargli il tempo materiale per rispondere. Pedalo il più velocemente possibile verso casa, lasciando Max parlare da solo. Come ha potuto Hanna dirgli che io frequento il corso di chimica? Sicuramente l'avrà assillata e mia sorella gli avrá riferito solo uno dei vari corsi che seguo. Passo tutto il pomeriggio a studiare in modo da occupare la mente ed il tempo. Ceno da sola e alle 22:00 rientra mamma da lavoro. È visibilmente distrutta. Mi saluta e va a letto. Aspetto Hanna sino alle 23:30. Appena entra in casa, sigillo la serratura del portone e vado a dormire. La giornata è stata più lunga del previsto e non ne posso più. Per fortuna Morfeo ha pietà di me e mi invita subito nel suo mondo.

PATTO DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora