Lezione non in programma

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Fortunatamente la settimana passa in fretta ed oggi è venerdì. Alle 15:00 sento il suono metallico della campanella che indica la fine delle lezioni. Mi dirigo in classe per poter anticipare qualche compito. Appena entro in aula, noto Axel in piedi vicino al mio banco con le braccia incrociate. Si muove così velocemente tanto da non riuscire a vederlo. Sento solo il rumore della porta che si chiude e la sua presenza dietro di me.

"Axel che vuoi? Sai, vorrei studiare."

"Ho bisogno di sangue."

Mi volto inorridita e noto che il VAMPIRO non ha una bella cera.

"Che cosa hai?"

"Cosa ti importa?"

"Non hai una bella cera. Sicuro di stare bene?"

"Ho solo bisogno di sangue." Spiega brevemente.

"Allora nutriti di qualche animale."

Ride, ma la sua risata mi terrorizza. Cosa avrà in mente? Di certo non diventerò nuovamente il suo spuntino!

"Sai, Karen. Sei proprio stupida. Io chiudo un'umana in una stanza e lei mi consiglia come mi dovrei comportare?"

"Tutti abbiamo bisogno di essere consigliati. Tutti! Anche io."

"Tu non sai nulla di me!" Urla, afferrandomi per la gola.

Mi ritrovo tra il muro e la sua imponente figura. Il respiro comincia a mancarmi ed il cuore batte prepotentemente contro la gabbia toracica per la paura. Karen pensa! Dí qualcosa d'intelligente!

"Ti copro. Seguirò io i ragazzi oggi. Farò il corso di arti marziali al posto tuo." Mi offro volontariamente.

"Perché dovresti farlo?"

"Così potrai nutrirti di sangue ANIMALE in modo da non essere la bestia di cui tutti hanno paura."

"Perché ti ostini a farmi diventare buono?" Ringhia a bassa voce.

"Non mi ostino però vedere le persone piangere per la morte di una persona cara...beh, non è la cosa migliore del mondo. Non la auguro nemmeno al mio peggior nemico."

Si avvicina pericolosamente e continua a stringermi per la gola, costringendomi ad annaspare sempre meno aria.

"Se mi mordi, non ti guarderò più in faccia e se ammazzi qualcuno, puoi anche dimenticarti di me!"

"Perché dovrei pensare a te? Sei solo un'insulsa ragazzina. Uguale a tutte le altre."

Mi sento sconfitta, distrutta ed umiliata, ma la rabbia prende il sopravvento. Mi libero dalla sua presa, continuando a guardalo diritta negli occhi color pece.

"Io non sono come le altre. Io a differenza delle ragazze di cui ti circondi ho la testa ed il coraggio di parlarti in questo modo. Nessuno può paragonarmi a loro. Nessuno! E soprattutto un ragazzo che non sa niente di me!" Urlo a perdifiato.

Sono stanca di essere paragonata a quelle là. Non sono come loro e mai lo saró per mia fortuna. Si allontana, mostrandosi molto meravigliato. Mi avvicino alla porta e dico:" Io vado in palestra e tu muoviti ad andare a caccia."

Sbatto la porta e mi dirigo nel luogo designato. Le lacrime continuano ad uscire. Perché mi deve sempre trattare così? Perché cerca sempre il modo di farmi sentire una nullità? Io non gli ho fatto nulla, anzi ho cercato di non pensare a lui dal primo giorno di scuola. Mi faccio coraggio ed asciugo le lacrime vicino agli occhi. Entro in palestra dove tutti i ragazzi sono pronti per la lezione.

"Ragazzi tutti seduti intorno al tappeto. Si comincia l'allenamento."

Sento dei buu e delle parole sgradevoli. Le ragazze sedute sugli spalti non sono felici di vedermi. Si aspettavano sicuramente l'arrivo di Axel perché oggi non è il mio turno. Un ragazzo alto con i capelli neri dice:" Perché Axel non è qui?"

"Ha dovuto risolvere un problema."

"Senti io ho iniziato a frequentare questo corso perché le ragazze vengono a guardarci."

"Veramente assistono ai vostri allenamenti perché Axel è il vostro istruttore." Puntualizzo acida.

"Come ti permetti?"

"Io dico solo la verità. Al posto di pensare alle oche in calore dovresti concentrarti sulla lezione che per colpa tua non è ancora iniziata."

Mi coglie alla sprovvista, scaraventandomi a terra. Di certo non mi faccio battere da un pivello! Mi volto e sfodero una delle mie mosse e adesso è lui a stare steso sul pavimento della palestra. Mi ci siedo sopra e urlo agli altri ragazzi del corso:" Qualcun altro ha da riferirmi qualcosa?"

Scuotono la testa e noto nei loro sguardi il terrore, quello puro. Il ragazzo sotto di me si dimena inutilmente. Lo lascio andare e gli indico il posto che deve prendere per iniziare l'allenamento. Prima di posizionarsi mi dice:" Non finisce qui."

"Senti ragazzino vengo minacciata almeno due volte al giorno. Ti consiglio vivamente di metterti in fila."

Mi guarda in cagnesco, ma non gli dó soddisfazione. Finisco alle 17:00 e poi mi dirigo a lavoro. Esco come al solito verso le 20:00 quando il vento pungente dell'inverno mi investe completamente. Sono costretta a tornare a casa a piedi perché la bici sta in riparazione. Grandioso! Così comincio ad incamminarmi verso casa. Quando svolto il primo angolo sento dei passi, mi giro e non vedo nessuno. Affretto pertanto la mia andatura. Possibile che a quest'ora non ci sia nessuno per strada? C'é anche da dire che è il 28 di gennaio. Mi sento prendere contemporaneamente le braccia e le gambe di conseguenza volto leggermente la testa. È il ragazzo del pomeriggio! Per mia sfortuna non è solo. Ci sono con lui altri due ragazzi.

Dan Dan Dan! Cosa succederà alla povera Karen? Ipotesi o preferite proseguire direttamente al prossimo capitolo?

A voi la scelta. Un kiss...

PATTO DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora