Brutta sorpresa al bar

5.4K 325 12
                                    

DRIN! DRIN! DRIN!

"Ah!" Esclamo frustata, lanciando il cuscino contro la sveglia.

L'aggeggio in metallo si schianta contro il pavimento, ma continua a suonare imperterrito. Mi alzo controvoglia con la grazia di un elefantessa incinta al quinto mese per poi correre da una parte all'altra della casa ed andare a scuola, seguita a ruota da mia sorella. Un giorno di questi arriveremo in ritardo ed allora sì che sarà la fine.

Per fortuna sia le lezioni della mattina che quelle del pomeriggio passano senza problemi. Mi incammino lungo uno degli infiniti corridoi della scuola quando incontro mia sorella.

"Hanna mi raccomando diritto a casa!"

"A che ora tornerai dal lavoro?"

"Penso per le 20:20/20:30. Perché?"

"Ho bisogno d'aiuto per un esercizio di matematica."

"Fai tutti gli altri compiti poi guaderemo insieme il problema."

Ci salutiamo per poi dirigermi sorridente a lavoro. Mentre sto servendo un cliente, alzo il capo ed il mio peggior incubo si avvera: le tre oche, la loro servetta, i soliti due ragazzi e Hagyak sono qui! Come hanno fatto a scoprire che io lavoro in questo posto? Istintivamente nascondo il mio volto con il vassoio di legno e corro in cucina ad una velocità così elevata che Flash mi farebbe un baffo. Vista la mia fuga a gambe levate, Sonia mi segue a ruota.

"Karen qualche problema?"

"A dire il vero sí. Pero non è un vero e proprio problema."

"Raccontami tutto."

La afferro per mano e la conduco sino alla porta della cucina. Indico il tavolo dove sono seduti i miei compagni di classe.

"Wow!" Esclama la ragazza accanto a me.

"Wow? Sonia ti senti bene?"

"Come si chiama il biondino?"

"Hagyak." Reprimo un commento poco carino.

"Karen il suo nome." Rotea gli occhi divertita.

"Sinceramente non lo so."

Giuro che è la verità! Sicuramente me lo avrà detto la preside, ma l'ho completamente rimosso dato che è un'informazione assolutamente inutile.

"Come fai a conoscerlo?"

"Viene con me in classe ma tra noi non c'è un bel rapporto."

"Karen tu sei troppo complicata. Se ti pesa tanto oggi faccio io da cameriera mentre tu rimani qui e mi passi le ordinazioni."

"Grazie! Grazie! Grazie! Come posso sdebitarmi?" Saltello come un ganguro.

"Ci penserò. Ora al lavoro!" Mi fa l'occhiolino.

Sonia passa tra i tavoli e prende le ordinazioni. Non capisco il perché ci stia mettendo così tanto. Cosa potrebbero mai chiederle di così complicato? Ciò che mi lascia confusa è il fatto che Sonia stia dialogando apertamente con l'oca numero uno. Di cosa staranno discutendo? Sono troppo curiosa. Dopo poco la mia amica torna in cucina e passa il suo block-notes ai cuochi. Poi rivolge l'attenzione a me.

"Sono veramente insopportabili. Come mai ce l'hanno con te?"

Sorrido sollevata, mostrandole uno dei miei sorrisi più sinceri.

"È una storia lunga anzi lunghissima." Taglio corto.

"Riassunto?"

"Prima ero loro amica poi mi sono resa conto che mi sfruttavano solamente e parlavano male della mia famiglia. A loro dava fastidio il fatto che mi dedicassi anima e corpo alle arti marziali e allo studio."

"Infatti si vede la differenza. Meglio una ragazza con cervello che una senza."

Ha ragione. Perché nascondermi? Sto solo lavorando e ciò che mi procura da vivere è un'occupazione umile, ma pur sempre degna.

"Sonia devo fare una cosa." Dico categorica.

"Tutto quello che vuoi!"

"Voglio portare io al loro tavolo le loro ordinazioni. Farò vedere a quella massa di imbecilli che non mi vergogno di fare un lavoro onesto."

"Brava! Così si fa. Se è qualcosa chiamami e sarò lì in un batter d'occhio. Intese?"

"Si."

Prendo i piatti e mi dirigo verso la mandria di giovani con ormoni a mille. Poggio le loro ordinazioni sul tavolo con professionalità.

"Ma guarda chi si vede! Prima avevi paura di venire qui?"

"Certo che no, Alessandra. Al contrario tuo io ho da fare. Con permesso io vado via."

"Aspetta un attimo, Karen."

Sentire il mio nome sulle labbra di Eleonora mi fa rizzare tutti i peli. Mi volto di scatto e mostro il mio sorriso più finto.

"Desidera altro signorina?"

"No. Però ti consiglio di toglierti quella minigonna a quadri. Si vede che il tuo essere maschiaccio ti fa contraddistinguere anche se indossi indumenti femminili."

Ridono come dei babbei. Tutti, tutti tranne Hagyak. Sembra che mi stia studiando e questo mi fa innervosire ancora di più. Cos'avrà tanto da guardare? Alzo i tacchi e vado via senza rispondere alla sua esclamazione.

"Questa sì che è la mia Karen!"

"Fidia!? Come mai sei qui?" Domando incredula.

"Ho saputo dell'inconveniente. Mi dispiace. Se ti creano problemi, la prossima volta non li farò entrare."

"NO! Così faccio vedere a quei fessi cosa significa essere superiore per una volta."

Passo la serata tra la gente ed il gruppetto va via all'orario di chiusura. Hanno riso per tutta la serata e cercato in tutti i modi di farmi perdere le staffe. Per fortuna Sonia e Fidia mi hanno supportata o in caso contrario avrei combinato una strage, una di quelle memorabili. Inoltre mi domando...non hanno nient'altro da fare quelli là? Domani abbiamo una ricerca di italiano sul rinascimento, tre esercizi di matematica ed io per di più devo svolgere anche una ricerca di biologia con considerazioni personali. Il corso di biologia lo adoro però assegnano troppi compiti secondo il mio parere.

Torno a casa in bici e ceno in compagnia di mia sorella e mia madre. Faccio una doccia fredda e scendo giù in salotto per aiutare Hanna con i compiti di matematica. Finiamo di scervellarci alle 22:17.

"Hanna direi che l'esercizio l'hai capito."

"Si, grazie. Vieni a dormire?"

"Hanna non ho ancora aperto libro e devo studiare per domani. Ti accompagno su da mamma."

Entro in camera da letto e dò il bacio della buonanotte ad entrambe. Scendo in salotto ed accendo il portatile. Finisco italiano alle 23:15 e poi passo a matematica. Le palpebre mi si chiudono, ma cerco in tutti i modi di restare sveglia. Dopo una buona mezz'oretta mi rendo conto che necessito assolutamente di una bella tazza di caffè. Sfortunatamente non fa alcun effetto. Ne prendo una seconda quando tutto ad un tratto sento un rumore in salotto così vado a controllare. Trovo il libro ed il quaderno di matematica a terra. Li raccolgo con discrezione anche se sono abbastanza sicura di non averli lasciati traballanti al bordo del tavolo. Finisco di fare biologia alle 2:50 e dire che sono stremata è nulla. Sembro un vero zombie! Vado a letto e senza accorgermene mi addormento.

PATTO DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora