Arrivo in Transilvania

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Tutto ad un tratto sento che qualcuno mi tocca ripetutamente la spalla. Apro lentamente gli occhi ancora spossata, ma poi li richiudo.

"Signorina Lamberti. Signorina Lamberti. Le ragazze d'oggi, tutte pigre. SIGNORINA LAMBERTI!"

Balzo dal sedile ancora mezza addormentata.

"Cosa c'è?" Ronfo leggermente.

Mi stropiccio gli occhi e faccio uno sbadiglio, producendo un suono gutturale tutto tranne che raffinato.

"Signorina siamo arrivati e le pregherei di mettere la mano dinanzi la bocca quando sbadiglia. É deplorevole questo suo comportamento." Mi rimprovera.

"Mi scusi, ma il sonno mi ha colto alla sprovvista. Che ora è?"

"Sono le 9:50. L'areo è atterrato due minuti fa. Si alzi e prenda i suoi bagagli alla svelta."

Annuisco e seguo la preside. Prendo la mia valigia e scendo giù dal mezzo che ci ha trasportati sin qui. Subito mi corre incontro Diana.

"Karen, Karen scusami. Non volevo metterti nei guai, ma la situazione che si era creata prima sul jet non era delle migliori."

"Non sono inquietata con te, ma quelle quattro arpie." Le indico disgustata.

"Non capisco il perché tu le stia così antipatica." Afferma con cipiglio.

"Diana è una storia molto lunga e non ho voglia di ricordare tutto."

"No, no. Io non voglio sapere nulla. È una mia curiosità perché con loro io mi trovo bene."

"Non vedo quale sia il problema. Puoi stare con loro." Dico con nonchalance.

"E tu con chi starai?"

"Con Nick." Affermo sicura.

"Vuoi dire Nicolas?"

"Si, proprio lui. Mi trovo bene in sua compagnia."

"Non è che poi non mi parlerai più?"

"Diana parlerò con te. Perché non dovrei?" Sbuffo seccata.

"Se io parlassi con quelle quattro, forse tu ti infastidiresti molto. Così facendo non chiacchiererai più con me."

"Ognuno può fare quello che vuole. Io non ti costringo di certo a non dialogare con loro. Anzi che ne dici di dividere la stanza?"

"Certo. Con vero piacere."

Continuiamo a chiacchierare sino al Castello. È veramente enorme! Non ho parole per descrivere questa struttura imponente. Tutto ad un tratto Alessandra rompe il silenzio con la sua voce da oca.

"Axel non è meglio che andiamo prima in hotel?"

"Perché vorresti andare in hotel?"

"Per lasciare le valige."

Devo ammettere che questa volta quell'oca ha ragione.

"Voi dormirete nel castello."

"Nel castello?!" Esclamiamo tutti all'unisono a gran voce.

"Come ho già detto mio nonno possiede questo castello. La parte riservata alla visita del pubblico è quella anteriore mentre quella posteriore è ancora abitata dalla mia famiglia. Altre domande?"

Nessuno fiata. Siamo rimasti di stucco. Seguiamo Axel nell'enorme struttura quando si blocca tutto ad un tratto e dice:" In alto a questa scala ci sono i dormitori. I tre ragazzi divideranno la camera mentre le ragazze dormiranno in camere da due. La preside deve seguirmi da questa parte. Ah, questa sera potrete uscire e visitare la città. Un'ultima cosa: non andate per alcun motivo nell'ala ovest del castello. Intesi?"

"Perché?" Domando senza pensarci.

"Non posso spiegarti il motivo, ma per la tua incolumità te lo consiglio." Sputa acido.

Nel sentire quelle parole pronunciate con aria di minaccia tutti fanno un passo indietro, tutti tranne io e Nick. Axel allora mi fulmina con lo sguardo poi si volta verso la preside, scomparendo tra i corridoi. Il silenzio dura poco perché quell'insopportabile di Valeria si volta verso me:" Ora voglio proprio ridere...si accettano scommesse!"

"Scommesse?" Chiede Giada.

"Si, Giada. Secondo voi Karen con chi condividerà la stanza? Nessuna di noi la sopporta." Continua sicura di sé.

Prima che io ribatti risponde Diana:" Dormirò io con lei. Problemi?"

"No, nessuno. Anzi poiché ci ha salvato la pelle che ne dici di uscire con noi stasera?"

Diana mi guarda e io le dico con la testa di sì.

"Perché no?!"

"Benissimo allora Karen questa sera che farai dato che Diana passeggerà con noi?"

"Sono così impegnata che non so proprio da dove incominciare." Dico con ironia.

"Basta che tu sia convinta di quello che stai blaterando."

Prendo con rabbia la valigia e dopo averla trascinata con foga per le scale, mi chiudo in camera. Mi getto su uno dei due letti e mando un messaggio a mamma.

Mamma sono arrivata poco fa.

Ti chiamerò questa sera perché ora sono molto stanca

e preferirei riposare per qualche ora.

Ti prego di avvisare Alessandro e dai un forte bacio a mia sorella.

La tua piccola Karen.

Dopo aver inviato il messaggio mi addormento beata sul comodo letto con il cellulare acceso nella mano destra.

PATTO DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora