Appena il tipo figo va via, mamma si fionda su di me, pronta per sottopormi al suo solito interrogatorio di quarto grado.
"Che è successo? Esigo delle spiegazioni."
Sospiro, rendendomi subito conto che è inutile mentire su quanto accaduto così decido di raccontarle tutto.
"Quindi lo conosci?" Chiede per l'ennesima volta.
"Si, è il nuovo arrivato." Rispondo seccata.
"Però Karen è proprio un bel ragazzo."
"Mamma!"
"Perché odi così tanto i ragazzi? Hai paura di loro? Guarda che non sono dei mostri! Ad esempio vorrei sapere il motivo per il quale scansi Max."
Ci risiamo! Ogni volta che entriamo nella questione "ragazzi" ecco che mamma mi fa sempre la solita domanda alla quale risponderò allo stesso modo come per altre volte precedenti.
"Non mi piace." Taglio corto.
"A te non piace nessun ragazzo. Vedi che Max è di buona famiglia, sono i più ricchi della regione!"
"Mamma non mi devo fidanzare con la sua famiglia ma con lui." Le faccio notare, ma invano.
"Vedi che la famiglia fa tanto. Tuo padre veniva da una brutta famiglia."
"Mamma non mettere in mezzo papà. Mi sono stancata di ascoltare sempre il solito discorso!"
"Maleducata come tuo padre. Io ti voglio bene figlia mia, ma devi ascoltarmi."
"Mamma ho sempre fatto ciò che volevi, ma ora basta. Questa decisione la prenderò da sola! Il ragazzo deve piacere a me!"
Mi dà una sberla in faccia tanto da farmi voltare la testa di lato. La gote mi brucia talmente tanto da farmi digrignare i denti per il dolore.
"Allora domani andrai a scuola anche se il medico ha detto che devi stare a riposo. Così vediamo se mi ascolterai la prossima volta." Mi minaccia, sperando forse in un mio possibile cambiamento riguardo la questione "ragazzi".
"Non cambierò mai la mia idea su Max. Mai!"
Corro in camera e mi chiudo a chiave. Non ceno e piango per tutta la serata. Butto fuori tutte le parole non dette, la voglia di urlare al mondo intero ciò che penso ed il dolore di non esser compresa. Ad un certo punto sento che qualcosa urta contro la finestra cosí alzo involontariamente lo sguardo. Non c'è niente! Ultimamente mi sento osservata, ma sono sicura che è solo la mia fervida immaginazione. Imposto la sveglia per le 6:00, addormentandomi poco dopo. Il sole sorge presto, irrompendo in camera mia senza darmi l'agio di continuare a ronfare. Mi alzo con calma quando una forte fitta si propaga lungo il mio povero polpaccio ferito. Scendo ugualmente in cucina e faccio colazione. Mi preparo e alle 6:45 mi trovo giù in salotto.
"Dove vai a quest'ora signorina?" Domanda mamma con cipiglio.
"A recuperare la bici per andare a scuola."
"Resisti quanto vuoi, tanto alla fine verrai da me e vorrai qualcosa."
Accenno un sì svogliatamente per poi uscire di casa ed arrivare in piazza poco dopo una mezz'oretta. La mia bici è ancora lì. Monto sopra di essa e mi dirigo al COFFEY-TIME. Entro ed ordino una tazza di caffè. Ne ho proprio bisogno! Devo assolutamente placare i nervi ed allo stesso tempo darmi carica. Mi incammino verso lla cassa dove noto con stupore che c'é Fidia.
"Karen come mai qui?" Domanda il mio capo.
"Avevo bisogno di una tazza di caffè. In caso contrario avrei dormito sin dalla prima ora."
"Oggi offre la casa. Karen hai qualche problema in famiglia, a scuola?"
"No, perché?"
"Ultimamente ti vedo soprappensiero."
"Nulla, davvero. Grazie e buon lavoro."
Vado a scuola, ma prima di andare a pranzare, mi fermo a parlare con Hagyak.
"Cosa vuoi Karen? Sono occupato come puoi vedere." Dice irritato.
Indica le solite oche e la loro servetta come per farmi capire che sono d'intralcio e che gli sto facendo perdere del tempo prezioso se non preziosissimo.
"Ti rubo solo due minuti."
"Sbrigati."
"Uno: grazie per avermi soccorso ieri. Due: ho ripensato alla tua proposta per il karate."
"Dimmi. Sono tutto orecchie. Non dirmi che lo farai in cambio del mio bacio? Vedi che le mie labbra non sono più all'asta!" Ironizza scorbuticamente.
"Senti, delle tue labbra non mi interessa nulla. Ho una proposta da farti: io una volta ogni due settimane farò la lezione del venerdì al posto tuo. In cambio tu mi devi fare un favore."
"Sapevo che sotto c'era qualcosa. Comunque è no!" Ribatte il bellissimo ragazzo.
"No? Neanche sai cosa voglio chiederti!"
"Non accetto perché in questo caso anche io saró costretto a fare qualcosa per te." Afferma quasi disgustato.
"Devi solo dire una piccola bugia se incroci mia madre o mio cugino Alessandro."
Sbuffa, ma la sua curiositá ha la meglio.
"Di che si tratta?" Chiede.
"Prima accetti e poi te lo dico."
Mi prende per il gomito sinistro e mi stringe il braccio. Cerco di liberarmi, ma niente. Ho fatto arti marziali per dieci anni e ho sconfitto tante persone. Allora perché non riesco a liberarmi dalle sue prese?
"Hagyak mi fai male! Ora smettila!" Esclamo spazientita.
Non molla la presa e continua con voce seria:" Dimmelo o ti spezzo il braccio!"
"Fammi pure ciò che vuoi! Non mi abbasserò mai alle tue pretese!"
É umanamente impossibile che riesca a spezzarmi un osso con la forza di sole due dita. Il tipo stringe ancora di più la presa fino a quando non entra in aula Nick.
"Axel che fai?!" Domanda incredulo.
Lui non si volta e continua a fissarmi. I miei occhi sono ormai pieni di lacrime. Piango ma non gli dò modo di dire che mi lamento.
"Ti sto facendo male?" Chiede retoricamente.
"NO!" Gli urlo in faccia.
Allora lui stringe ancora di più fino a quando non sento le ossa dividersi. Nick lancia un urlo e spinge lontano da me Hagyak, ovvero Axel. Piango e noto che le oche e la loro servetta, nonché Giada, ridono. Hagyak si avvicina a loro e vanno via tutti assieme mentre io mi dimeno per il dolore. Mossa stupida Karen! So perfettamente che quel ragazzo è un folle di prima categoria, ma continuo a sfidarlo. Quanto sono stupida!
STAI LEGGENDO
PATTO DI SANGUE
VampirePRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA (Siate clementi con la sottoscritta dato che è il primo libro che pubblico) Cosa succederebbe se le leggende che ti raccontano di notte fossero realtà? Cosa faresti se i tuoi incubi si realizzerebbero senza preavviso? Tut...